Eccezionalmente di mercoledì esce questo appuntamento con FP Analysis, che in questo caso chiameremo Race Analysis. Perché abbiamo deciso di fare questo strappo alla regola e di pubblicare un’analisi post gara? La risposta è: “Perché la Ferrari ha deluso”. E non siamo qui a parlare dell’ennesimo colpo a vuoto della Rossa, che proprio qui a Barcellona avrebbe dovuto ribaltare la situazione, cercando di recuperare quanto perso nei primi due mesi, e soprattutto di dimostrare che la SF90 che abbiamo visto a febbraio sullo stesso circuito, non era un illusione.
A differenza delle FP Analysis in cui si esaminano le simulazioni del passo gara del venerdì, qui si metterà sotto la lente di ingrandimento IL passo gara. Quello vero, della gara. Per la precisione, come potete vedere nell’immagine a fianco (cliccatela per guardarla a schermo intero nel dettaglio), il confronto tra i tempi dei tre settori della Mercedes e quelli della Ferrari. Per vedere dove e quanto ha perso la vettura di Maranello nel corso dei 59 giri di gara (sono stati tolti quelli sotto Safety Car).
Come ben si può vedere dal grafico a fianco, ad una prima occhiata si può notare che per la maggior parte del tempo, chi ha registrato i migliori tempi nei vari settori è sicuramente stata la Mercedes, giro dopo giro. Se ci spostiamo sull’estrema destra, in cui si analizza la differenza tra i settori di Vettel e Leclerc con il miglior settore segnato dai piloti Mercedes (es. Hamilton un tempo migliore di Bottas in un settore, quindi il paragone di quel settore, in quel giro, si fa con Hamilton), si può osservare che quelli in cui la SF90 fatica di più sono il secondo e il terzo. Nel primo settore la Ferrari è infatti stata più veloce della Mercedes per 42 giri contro 16. Nel tratto centrale della pista spagnola invece il cronometro dà ragione ai tedeschi che per 37 volte contro 22 sono stati più rapidi a percorrerlo. Infine nel fatidico settore finale, quelle famose sei curve da 28 secondi in cui Vettel ha preso otto decimi da Bottas in qualifica, proprio lì la Ferrari è stata più rapida sotto 7 volte, mentre la W10 ha avuto la meglio per 52 volte. Da questi primi numeri si può capire che se la SF90 è nettamente migliore nel primo settore e può giocarsela nel secondo, diventa un vero e proprio muro con le ruote nel tratto conclusivo.
SETTORE 1 – Addentriamoci in un analisi più dettagliata. Come detto nel paragrafo precedente la SF90 ha ottenuto un tempo migliore della W10 quasi tre volte in più rispetto alla vettura tedesca. Ricordiamo che la vettura di Maranello ha dimostrato ampiamente, e soprattutto in Bahrain e a Baku, che la monoposto di Vettel e Leclerc predilige i lunghi rettilinei in cui può sprigionare tutta la potenza della sua Power Unit, punto di forza dell’auto 2019.
Spostandosi sulla colonna GAP S1 si può notare come spesso le celle si tingano di verde, ciò vuol dire che Vettel e Leclerc sono stati più rapidi della migliore delle Mercedes. Sono però presenti anche tre grandi blocchi rossi. I primi due blocchi, ovvero quello tra i giri 12-19 e quello tra i giri 36-38 sono quelli in cui Leclerc prima e Vettel poi sono rimasti bloccati dietro al compagno di squadra, nettamente più lento, andando così a compromettere le prime tre curve, a causa soprattutto dell’aria sporca in arrivo dalla vettura davanti. Il terzo blocco, invece, è quello relativo ai tre giri successivi al rientro della Safety Car ai box, in cui i portacolori Mercedes hanno dato uno strappo decisivo per allontanarsi dal gruppo, mentre i due Ferrari erano in mezzo al traffico.
In fondo alla colonna il riassunto ci dice che in tutta la gara Vettel è stato più veloce della miglior Mercedes di circa 3 secondi, mentre Leclerc più lento di 5. Il pilota tedesco paga un primo stint molto lento a causa del flat-spot creatosi con il bloccaggio in partenza, mentre il monegasco ha perso molto rimanendo bloccato per più giri dietro al team-mate e per la lotta con Gasly alla ripartenza della Safety Car. Se il muretto avesse agito nel migliore dei modi, probabilmente i ferraristi avrebbero goduto in modo migliore del tempo guadagnato in questo settore
SETTORE 2 – Qui arriva la prima nota dolente. In precedenza abbiamo già mostrato che a vincere lo scontro diretto nel tratto centrale è stata la Mercedes, anche se la Ferrari spesso e volentieri è stata dei giochi. La SF90, purtroppo, in questa sezione di pista ha trovato i suoi nemici, ovvero una curva lenta (la 5) e un cambio rapido di direzione (le curve 7-8). A non gettare del tutto nel bidone dell’umido questo settore ci pensano curva 9 e il rettilineo seguente che portano al termine del tratto qui analizzato.
Per dare ulteriori dati in merito ai problemi della Rossa contro i suoi nemici, viene in aiuto la rilevazione delle velocità (in qualifica, ndr), tra la migliore delle Mercedes, quindi Bottas, e la migliore delle Ferrari, quella di Vettel. La W10 percorre curva 5 con una media di 116km/h, 8 in più rispetto alla SF90 che non va oltre i 108 km/h. Ben più drastica è la situazione delle curve 7-8 dove se Bottas è transitato a 173 km/h, Vettel ha fatto un misero 158 km/h, quindici lunghezze in meno dell’avversario. Un’enormità se si considerano i potenziali di queste macchine.
Tornando all’analisi dei tempi, dalla tabella si scorge che i migliori tempi fatti registrare dalle vetture opache sono stati effettuati dopo il pit-stop, ovvero dopo aver montato la gomma media con Vettel e la gomma dura con Leclerc. Questo mostra ancora una volta come la Rossa soffra le gomme più morbide, l’esatto contrario rispetto alle passate stagioni. Inoltre, a differenza delle mescole più morbide, la Ferrari riesce a sfruttare meglio le gomme nuove più dure, avendo la meglio su Mercedes, nelle stesse condizioni. La W10, infatti, solo in quattro occasioni ha ottenuto il miglior tempo, e nemmeno subito! Si nota infatti che dopo la prima sosta, sia Vettel, sia Leclerc hanno quasi sempre guadagnato tempo in quel settore rispetto alla concorrenza, tranne in alcuni casi in cui il cronometro è stato influenzato dai doppiati o dal solito problema di ostacolamento tra compagni di squadra.
A parità di gomma, per quanto riguarda le morbide, la Mercedes vince a mani basse, mentre con mescola più dura la Ferrari torna in lotta. Nel tratto conclusivo della gara, invece, Vettel e Leclerc hanno sì perso sempre in questo settore, ma nonostante la mescola di svantaggio, i ferraristi sono riusciti sempre a segnare tempi molto vicini a quelli migliori. In questo tratto la Ferrari ha si perso 11 secondi con Vettel e 13.4 con Leclerc, ma se si fa attenzione alla media, non è nemmeno più di tanto un dramma, dato che il gap dai dominatori si attesta sui due decimi circa.
SETTORE 3 – Ed eccoci al vero tallone d’Achille della Ferrari: il terzo settore. Quello in cui abbiamo visto la SF90 più veloce della W10 solo nei primi giri dopo i pit stop; ma solo perché in Mercedes montavano ancora gomme più usurate… In condizioni differenti questo è un vero bagno di sangue, sangue rosso opaco come la Ferrari. Come si può notare molto bene dalla colonna ‘Gap S3’, qui trovare una cella verde è una rarità assoluta, mentre non è tanto difficile riuscire a trovare le celle rosse più scure.
In questo tratto già dalla qualifica abbiamo visto come la Ferrari riesca a perdere tempo in modo spropositato, quasi come se girasse con tutta la calma del mondo. Sempre prendendo in considerazione il giro di qualifica precedentemente citato, in questo caso si nota molto bene come la vettura 2019 sia ottima lato trazione, dato che riesce ad arrivare a curva 11 (quella dopo il tornantino) e sul traguardo con velocità maggiori della Freccia d’Argento. Quel che però paga, anche qui sono le curve lente; soprattutto la chicane. Se Bottas l’ha affrontata a 100 km/h, Vettel è rimasto a 86 km/h, quattordici in meno! Anche nella curva precedente il tedesco paga 9 km/h in meno rispetto al finlandese. Se poi mettiamo il fatto che il S3 sia un problema cronico in casa Ferrari da anni e anni (forse le ultime due vetture buone in questo tratto sono state la F2008 e la F138, ndr), allora non si riesce a cavarci fuori un ragno dal buco.
Fare paragoni ulteriori paragoni tra le due vetture sarebbe come sparare sulla (croce) Rossa, per questo concludo facendo notare che qui Vettel ha perso 25 secondi in gara, mentre Leclerc più di mezzo minuto. In media il tedesco ha pagato quattro decimi e mezzo, mentre il monegasco un decimo in più.
CONCLUSIONE
Nella tabella proposta nell’immagine ho riportato i gap dei quattro piloti analizzati nel giro precedente all’uscita della Safety Car, e quello di fine gara, sommandoli e traendo un ipotetico gap complessivo (aggiungendo circa 22 secondi al tempo del pit stop di Hamilton e Leclerc, effettuati sotto SC) si nota che la Ferrari ha pagato un ritardo di 26 secondi su Vettel e 44 su Leclerc. Praticamente più o meno quanto i due piloti hanno perso in totale nel terzo settore. Questi problemi, non meglio definiti a livello di componentistica, hanno portato sì la Ferrari a non giocarsi né pole, né vittoria, ma a non farlo per colpa di un tratto di pista che non dura più di 28 secondi.