Il 25 febbraio Sky Sport ha presentato la stagione motori 2019, casa del motorsport da oltre cinque anni, quest’anno con tante novità dal punto di vista dei campionati offerti. Come ogni anno, noi di motorsportitalia.net eravamo presenti, strappando quattro chiacchiere con i protagonisti che sentiremo in cabina di commento o che ci intratterranno dai box e dai paddock di tutto il mondo. Abbiamo parlato con Guido Meda, voce principale di Sky Sport MotoGP, della nuova stagione di Sky Motori, con le novità nel palinsesto e in pista, oltre ad un piccolo excursus inerente la Formula 1.
Ciao Guido. Questa grande stagione di Sky vede tanti eventi in più rispetto alla passata stagione, oltre alla Formula 1 e alla MotoGP, anche la Superbike con tutte le categorie di contorno. E’ la stagione più grande di sempre?
Ciao. Sì, c’è anche la MotoE, la partnership con EuroSport che porta anche quello che magari Sky non ha, come il mondiale del motocross, o il WEC, o il mondiale endurance delle moto. Credo che dal punto di vista dei motori possa essere la stagione più grande di sempre. Magari l’anno scorso c’era la IndyCar e quest’anno la Superbike. Forse ci sono un po’ più di moto adesso.
Ci sarà tanto spettacolo in pista e non si potrà dire che non ci sarà un momento in cui non ci si possa divertire.
Bravo!
Quest’anno in MotoGP, Marquez è ancora l’uomo da battere. Insieme a lui in Honda ci sarà Jorge Lorenzo che arriva dalla Ducati, in cui non si è trovato tanto bene. Pensi che qui si troverà presto a suo agio, contando ovviamente il suo problema al polso?
Quello conta, perché comunque qualche segnale da Jorge Lorenzo lo abbiamo avuto al test di Valencia alla fine della scorsa stagione, dove ha iniziato con molta calma, ma poi è arrivato a fare buoni tempi. La Honda è una moto amichevole, ha quell’impostazione che ti fa sentire a casa da subito. Così come vale per le moto di produzione, vale anche per quelle da corsa. Sono cresciuti dal punto di vista del motore e della velocità. Purtroppo ha questo polso rotto, che non ci voleva perché condiziona e non poco l’approccio all’inizio del nuovo mondiale. Gli va bene che anche Marquez è in fase di riabilitazione, quindi forse partono tutti e due un po’ acciaccatini, ma non ho dubbi che se è nato per essere un dream team, lo sarà a tutti gli effetti.
Nuova coppia anche in casa Ducati. Con la partenza di Lorenzo, finalmente è stato promosso Danilo Petrucci per una line up tutta italiana. Vedremo un grande spettacolo con la Rossa? Dovizioso riuscirà a vincere il titolo?
Servirebbe una sfera di cristallo per saperlo. Diciamo che il pilota che ha fatto tutto il possibile per impedire a Marc Marquez di impedire di vincere, per vincerlo lui è stato il Dovi. Di Ducati possiamo dire che dal punto di vista tecnico non si è mai fermata, passando attraverso soluzioni a volte geniali, a volte in controtendenza, però è comunque diventata un modello. Tanto che Honda adesso ha copiato una soluzione che Ducati aveva iniziato a portare due anni fa nel retro box. C’è un inseguimento tecnologico delle due case e, mi pare di poter dire, nel quale la Ducati svetta. Per Danilo Petrucci che è passato al team ufficiale, che potrà contare su tecnici sempre a sua disposizione, pagherà moltissimo. E’ arrivato il momento in cui potremo valutare se Petrucci vale quello che tutti pensiamo.
La Yamaha è in difficoltà da oltre un anno e mezzo. Quest’anno potremmo vedere nuovamente una moto che potrà puntare al mondiale?
E’ difficile dirlo. Sai, lì hai queste due facce diametralmente opposte con Vinales che parla di feeling straordinario, moto meravigliosa e Valentino che invece è preoccupato segnalando la mancanza di passi in avanti. Quindi ti chiedi se andrà in un modo o nell’altro. Poi arriva la gara e i due sono vicini l’uno all’altro. Magari non da vincere, chissà. Ma da quale parte tendi? Diciamo che al momento i fatti fino ad ora hanno detto che, in fin dei conti, aveva ragione Valentino. In Yamaha il lavoro è cambiato, così come la piramide gestionale, sono stati aggiunti dei tecnici competenti in materia di elettronica e questo dovrebbe portarli a intraprendere un cammino di crescita. Che sia perfezionato in tre/quattro mesi o bisognerà aspettare l’anno prossimo, questo ora è difficile dirlo. Credo che avranno bisogno di un po’ più di tempo di un solo inverno.
Uno degli slogan di Sky Sport MotoGP è 6 dei nostri, ovvero sei italiani in pista in MotoGP, più tutti quelli che ovviamente vedremo in Moto2 e Moto3. In MotoGP vedremo Francesco Bagnaia, campione in carica in Moto2 e Franco Morbidelli che avrà cambia moto. Come vedi questi due giovani?
Personalmente molto bene. Non ho mai smesso di credere né in Bagnaia, né in Morbidelli. Frequentando il paddock hai la possibilità di stargli vicino e vedere come lavorano. Ti accorgi che in entrambi i casi ti relazioni con dei professionisti a 360°. La tipologia del pilota da vent’anni fa è molto cambiata, una volta potevi basarti molto sull’istinto, ma anche molto sul talento. Oggi devi avere altre mille competenze che ti portano ad essere anche ingegnere di te stesso, applicandoti su materie che una volta il pilota non affrontava. Bagnaia e Morbidelli hanno quel tipo di mentalità e quel tipo di approccio. Pretendere tutto e subito da due piloti che guidano due moto clienti, forse è eccessivo, ma faranno cose belle. Morbidelli ha finalmente una moto migliore e Bagnaia sarà brillante da subito, per potersi giocare le prime 7/8 posizioni.
Andrea Iannone ha cambiato colori, vestendo la tuta dell’Aprilia. Riuscirà a ripartire da zero?
E’ virtuoso il passaggio di Iannone all’Aprilia, soprattutto per il team. Iannone è uno di quei talenti puri totali, poi magari non ha o non ha avuto la continuità che servirebbe, magari è un pilota che ogni tanto si lascia distrarre da altre difficoltà. Dovrebbe riuscire ad essere un po’ più costante nel suo rendimento, però è un pilota che ha velocità e un’importante bagaglio di esperienza di cui Aprilia ha un gran bisogno per fare lo step di crescita. I tecnici Aprilia infatti affermano che Iannone ha già portato tante idee.
In Moto2 e Moto3 ci sono tanti italiani che possono farci sognare. Chi sono i migliori e chi potrebbe portare avanti la striscia di titoli aperta da Morbidelli e Bagnaia?
In Moto2 direi Marini perchè mi sento di dire che è completamente maturato e può essere un candidato al titolo. Continuerà ad andare forte Baldassarri che è un altro destinato alla MotoGP e spero anche in Bulega. In Moto3 potremmo puntare su Arbolino, talento puro, Celestino Vietti e Romano Fenati che torna carico come una molla.
La grande novità di quest’anno forse è anche la MotoE, un campionato totalmente elettrico che vedrà queste moto in pista per 5 dei 19 Gran Premi in calendario. Cosa ne pensi?
Comincio ad avere un’età in cui il buon senso prevale sull’istinto e quindi non bisogna per forza, a priori, schifare le novità e avere il pregiudizio, che è un po’ quello che il mondo dei motori ha nutrito nei confronti della Formula E e della MotoE. Siccome non siamo nel momento in cui la Formula E e la MotoE stanno soppiantando la Formula 1 e la MotoGP, ma in una fase di blandissima transizione, di discreto inserimento di queste realtà nel mondo del motorsport, le accolgo con curiosità e interesse. Penso che sia un esperimento che nelle moto sarà divertente. L’idea di commentare De Angelis e Gibernau diverte. Se ci pensi, per la novità tecnologica assoluta della moto elettrica, ci sono piloti veterani cresciuti assolutamente con la benzina. E’ una cosa curiosa.
Sappiamo che sei un grande fan della Formula 1. Quest’anno la Ferrari è chiamata a vincere il titolo che manca ormai da troppo tempo, con Vettel e Leclerc. Cosa pensi di un pilota così giovane in un team così blasonato e lui può stimolare il tedesco?
La storia di Leclerc e di Verstappen dimostra cosa possono fare i giovani al volante di una Formula 1. Vale lo stesso discorso della MotoGP, il pilota non può più essere soltanto un istintivo, anche se Verstappen lo è molto, ma hanno comunque una parte di competenza tecnica che ora serve. Credo che se dovesse andare forte, potrebbe rivelarsi una spina nel fianco per Vettel che lo scorso anno, in qualche caso, ha rivelato un lato Mediterraneo e un po’ debole di se stesso. Confido nel fatto che la macchina progettata da Binotto, parlando un po’ da ferrarista, che aveva già progettato quella precedente che aveva già fatto passi in avanti. Dire con certezza che sarà facile tenere testa alla Mercedes, con quel fenomeno di Hamilton, non è semplice.