Si era preparato bene durante l’inverno, lavorando sulla respirazione, sulla forma fisica e nella messa a punto della macchina per la gara. Nico Rosberg si era presentato ai test con tanta voglia di riscatto, in forma smagliante e con una capacità di trovare il tempo da qualifica e il ritmo gara assolutamente invidiabile. Eppure dalle qualifiche di Melbourne in poi il Rosberg carico visto nei test, e anche per gran parte del campionato 2014, è un pallido ricordo.
Rosberg sembra demotivato, mollo, per riprendere quei termini resi celebri da Alberto Malesani in una spettacolare conferenza stampa quando allenava il Genoa. Ma a differenza di Malesani, che rispose a tono ai giornalisti, Rosberg, dopo essere quasi parso contento di piazzarsi nelle prime due gare, è sembrato più Mazzarri, visto la patetica conferenza stampa del Gp della Cina e le scuse accampate per aver ancora perso il confronto interno contro Hamilton.
Qualcuno potrebbe obiettare che nel confronto con le prime gare del 2014, Rosberg ha ridotto il distacco da Hamilton, visto che l’anno scorso Hamilton gli rifilò 17 secondi sia in Malesia che in Cina, mentre quest’anno 3,8 secondi in Malesia (recuperandogliene 7 complessivamente quando entrambi hanno girato con pista libera dopo essersi liberati dei vari Hulkenberg, Grosjean, ecc…) e 8 in Cina (prima della safety car, ndr). Anche nel consumo di carburante Nico sta subendo molto meno dell’anno scorso, dato che sia in Malesia che in Australia ha finito la gara con più benzina di Hamilton. Eppure, a fronte di questi miglioramenti cronometrici incontrovertibili, in tre gare non c’è mai stata la sensazione che Rosberg potesse insidiare Hamilton. Mai. L’anno scorso, soprattutto nelle qualifiche, si sapeva benissimo che il tedesco avrebbe avuto molte frecce nel suo arco e che non partiva per niente battuto nel duello in casa Mercedes. E anche in altre occasioni, Hamilton ha dovuto prendersi il sorpasso in pista (Austin, Suzuka) o sudarsi la vittoria fino alla fine (Barcellona, Sakhir) o non è nemmeno riuscito a provare un serio attacco (Montreal, Spielberg).
Quest’anno la musica è cambiata. Anzi: per il momento è un assolo di Hamilton. Rosberg, pilota veloce, intelligente, capace tra il 2013 e il 2014 di arrivare più volte davanti a Hamilton o di perdere dignitosamente, sembra quasi rassegnato (sportivamente parlando), come se l’anno scorso avesse perso l’unico treno buono della sua carriera. Ma Nico guida ancora la vettura migliore, e per giunta ha un contratto di lungo termine con la Mercedes, a differenza di Hamilton, che deve ancora siglare il rinnovo. E’ in una posizione politica perfetta all’interno della squadra, eppure Rosberg non sta rendendo al massimo delle sue capacità. E continuando a essere così demotivato, mollo, rischia di diventare un gregario di lusso, esattamente come il “Mollo” Malesani da Genoa in poi ha collezionato solo esoneri.
Rosberg non ha il talento di Hamilton, ma è un ottimo pilota, decisamente superiore ai vari Berger, Barrichello, Coulthard, Webber, Massa in termini di velocità. Ma per provare a rendere la vita difficile ad Hamilton deve tirare fuori gli artigli. Adesso arrivano tre gare in cui Rosberg storicamente ha mostrato buone cose: Bahrain, dove ha marcato due pole position e un giro più veloce, con tanto di zona punti, con la modesta Williams-Cosworth nel suo gran premio di debutto in F1. Barcellona, dove nel 2013 segnò la pole e arrivò sesto, dando mezza pista ad Hamilton che gli partì accanto e finì dodicesimo e doppiato. E poi Monaco, la sua Monaco, dove ha già vinto due volte e ha conquistato un notevole secondo posto nel 2012.
Se nelle prossime gare Rosberg avrà successo o meno, ciò dipenderà anche dal suo atteggiamento. Se è quello da demotivato e mollo, si rassegni a fare da comprimario; se sarà quello del pilota grintoso perché “lavora ventiquattro ore al giorno, cazo”, allora potrà ancora dire la sua per l’iride. Senza dover ringraziare Mister Varidoianis.
E noi vogliamo che alle accuse di essere mollo Rosberg inizi a reagire così: