Lewis Hamilton vincerà il mondiale con pieno merito. Il pilota inglese è stato nettamente il migliore per costanza di rendimento e qualità di guida nel corso della stagione, e il quinto titolo è il giusto coronamento per un pilota che sta probabilmente attraversando il momento migliore della sua carriera. Mentre Vettel e la Ferrari hanno perso tanti punti per strada a causa di errori banali, il portacolori della Mercedes non ha fallito un colpo nel corso del 2018, e ha quasi sempre portato a casa il miglior risultato possibile. Quando c’era l’opportunità di vincere lo ha fatto, e il successo conquistato nel GP d’Italia più per meriti suoi che della monoposto inquadra perfettamente le ragioni per le quali Hamilton merita senza discussioni l’ennesimo alloro.
Fatta questa doverosa premessa, nelle ultime ore sono emerse delle notizie che rischiano di gettare molte ombre sulla seconda parte di questa stagione, sulla vittoria di Hamilton e della Mercedes e sull’intera credibilità del mondiale. La Mercedes ha infatti disputato cinque gare con una vettura equipaggiata da un particolare tecnico difforme a quanto prescritto dal regolamento, senza però incorrere in alcuna sanzione. A partire dal GP del Belgio, le Frecce d’Argento di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas hanno usato dei mozzi forati sui cerchioni delle ruote posteriori. L’obiettivo di questa soluzione studiata dai tecnici della scuderia di Brackley era quello di favorire la fuoriuscita d’aria, tenendo così più basse le temperature delle gomme. Il vantaggio conseguente è la riduzione del fenomeno di surriscaldamento degli pneumatici posteriori, tallone d’Achille nella prima parte del campionato per la Mercedes, che in diverse gare ha sofferto a causa del blistering generato dalle temperature troppo alte delle gomme posteriori.
Peccato che questo accorgimento tecnico sia vietato dal regolamento tecnico. Gli appassionati con un po’ di memoria ricorderanno come nel 2012 alla Red Bull venne espressamente vietato il ricorso ai mozzi forati, e la soluzione progettata dallo staff guidato da Adrian Newey venne messa al bando prima del GP del Canada perché contraria all’articolo 3.15 del Regolamento Tecnico, che specificava chiaramente come “qualsiasi parte specifica della macchina che influenza le sue prestazioni aerodinamiche debba essere rigidamente fissata alla parte interamente sospesa della monoposto e debba rimanere immobile in relazione alla parte sospesa della vettura”. Il mozzo forato, tramite la rotazione, favoriva i flussi verso l’esterno generando un effetto aerodinamico contrario alle norme. E per questo alla Red Bull venne impedito subito l’utilizzo di questi cerchi evoluti.
La Mercedes sei anni dopo ha ripreso l’idea di Newey, realizzando però un mozzo con buchi molto più piccoli. Le regole nel frattempo non sono cambiate, e per questo motivo la Ferrari ha inviato alla FIA una lettera di chiarimenti in merito ai mozzi forati usati dalla Mercedes a partire dalla gara di Spa. Esilarante la risposta della FIA, che in buona sostanza ha bollato come regolare il mozzo forato della Mercedes perché l’effetto aerodinamico è trascurabile. Peccato che il regolamento non parli di entità dell’effetto, ma vieti in toto soluzioni sui cerchioni che abbiano un minimo impatto aerodinamico. La replica della FIA alla Ferrari oltre che pilatesca, è ridicola regolamento alla mano. Ricorda tanto la storia di quella ragazza che era un po’ incinta, o del soldato che dopo aver ricevuto un proiettile in testa era un po’ morto. La ragazza o è incinta, o non lo è. Il soldato o è morto, o non lo è. E i mozzi forati, o sono legali, oppure non lo sono. Non esistono altre interpretazioni possibili. Il concetto di illegalità minima è un monstrum iuris: una soluzione pilatesca che crea solo polemiche e mina alle fondamenta la credibilità di questo mondiale.
Ma ancora più scandalo desta l’incredibile retromarcia della Federazione, che prima della gara ha intimato alla Mercedes di tappare i buchi dei mozzi con del silicone. Ma come: la Mercedes non stava rispettando il regolamento? O meglio: lo stava infrangendo, ma solo leggermente. Un po’ come l’utilizzo delle droghe leggere, consentito se in modica quantità. La FIA ad Austin prima si è trovata ad ammettere che la casa automobilistica tedesca ha usato per cinque gare una soluzione tecnica non del tutto regolare, ma giudicata lecita perché di impatto trascurabile. E dopo neanche una settimana ha cambiato idea, chiedendo in fretta e furia alla Mercedes di tornare alla situazione precedente alla gara di Spa. E per pura coincidenza la Mercedes è tornata ad avere problemi di surriscaldamento delle gomme e blistering senza i mozzi forati. Lewis Hamilton, dopo aver conquistato la pole position ad Austin, non è andato oltre al terzo posto e ha faticato a gestire le Pirelli a mescola morbida, a differenza del vincitore Kimi Raikkonen e del secondo classificato Max Verstappen.
Dopo il pasticcio combinato nell’ultima settimana dalla Federazione, Ferrari e Red Bull avrebbero tutto il diritto di presentare un reclamo e chiedere motivazioni ufficiali per l’incredibile cambio d’interpretazione del regolamento a mondiale in corso da parte dei suoi delegati tecnici. La stessa Mercedes ha di che lamentarsi: perché un particolare tecnico giudicato regolare per cinque gare, diventa improvvisamente illecito?
Nel suo ultimo editoriale, il collega Giuseppe Marino si chiedeva se in Formula 1 non ci fosse un concetto distorto di pericolo, alla luce della penalità inflitta a Vettel dopo aver girato sotto il delta time in regime di bandiere rosse nelle FP1. Oltre a questo, viene da chiedersi se nel Circus non ci sia anche un concetto distorto di legalità, certezza della norma e coerenza nella sua applicazione. Ciò che vale in una gara, viene disatteso nell’appuntamento successivo del campionato. E la regola scritta nera su bianco, che dovrebbe essere “legge sportiva” e come tale applicata in modo oggettivo e indiscutibile, vale a seconda di come si è alzato alla mattina il collegio giudicante di turno. O conta fino all’arrivo di una direttiva di due righe inviata da Charlie Whiting la domenica mattina.
La Mercedes uscirà indenne da questa vicenda. Ed è giusto così. Perché ha semplicemente usato una soluzione che è stata bandita in corso d’opera dopo un cambio di giudizio. Mercedes irregolare probabilmente, ma a norma di legge.