Complici impegni lavorativi e poco tempo libero, le mie considerazioni sulla stagione 2015 di F1 arrivano in netto ritardo, tanto che ormai siamo già entrati nel 2016. Sulla falsariga di quanto fa nel wrestling la WWE, che a fine anno assegna durante Raw gli Slammy Awards, cioè dei premi per chi si è più distinto, in questo editoriale cercherò di tirare le somme sul campionato di F1 2015, attribuendo dei premi al miglior pilota, al miglior sorpasso, alla gara più bella, indicando il momento più sorprendente della stagione e via discorrendo.
PILOTA DELL’ANNO: Sebastian Vettel – E’ vero: Hamilton ha vinto il mondiale con tre gare d’anticipo e disputando una stagione fantastica. Vettel, a mio avviso, ha però svolto un lavoro ancora migliore di quello del campione del mondo. Il pilota tedesco, al suo primo anno in Ferrari, ha zittito anche i critici più incalliti, meritandosi il rispetto di tutti gli appassionati (non che ce ne fosse bisogno, ndr) risultato dopo risultato, podio dopo podio. E’ arrivato a Maranello con l’entusiasmo di un bambino che vive un sogno e con la consapevolezza di voler riscattare un 2014 pessimo, che lo aveva visto battuto senza discussioni da Ricciardo. Grazie anche a una buona Ferrari, Vettel è stato competitivo per tutto il 2015, giocandosi con Rosberg il secondo posto nel mondiale fino a poche gare dal termine, col merito di aver colto le uniche tre vittorie non Mercedes (Malesia, Ungheria e Singapore). Solo in Bahrain, in Messico e nelle libere del Canada (sorpasso con bandiera rossa, ndr) non è stato all’altezza. Per il resto Vettel è stato impeccabile, riportando alla Ferrari vittorie, entusiasmo e un’atmosfera di lavoro congeniale.
SQUADRA DELL’ANNO: Force India – E qui molti di voi penseranno che ce l’ho con la Mercedes. Perché premiare la Force India e non il team che ha dominato per il secondo anno consecutivo il mondiale di F1? Prima ragione; nei momenti di difficoltà, la Mercedes non è sembrata una squadra unita, e non è riuscita ad invertire la rotta (Malesia, il rientro ai box di Hamilton a Monaco, il deludente Gran Premio di Singapore, ndr). In più pesano anche alcuni attriti tra i piloti, che sono emersi soprattutto a fine anno con punzecchiature via stampa. Secondo motivo: la Force India è il team che ha indubbiamente lavorato meglio in termini di rapporto fra risultati e soldi spesi. Tutti gli anni gli addetti ai lavori danno la Force India a un passo dal fallimento e prossima a lasciare la F1, ma la scuderia che corre con licenza indiana non molla mai. Nel 2015 il team di Vijay Mallya si è presentato “col fiatone” ai test, e ha disputato le prime gare dell’anno con una vettura “standard”, una VJM07 adattata alle nuove regole. E’ bastato portare ai campi di gara la VJM08 e un nuovo pacchetto aerodinamico per rivedere Hulkenberg e Perez stabilmente in zona punti, e quando c’è stata un’occasione per andare a podio, a Sochi, la Force India e Perez l’hanno sfruttata alla grande. La Force India raramente aggiorna la monoposto, e Mallya ci pensa sempre due volte prima di investire, ma ogni soldo investito per lo sviluppo della vettura rende bene, cosa che invece alcune squadre top non possono affermare. Il quinto posto nei costruttori è il giusto riconoscimento per un 2015 ricco di soddisfazioni.
VETTURA DELL’ANNO: Mercedes W06-Hybrid – Qui pochi dubbi: la Mercedes ha realizzato un’altra macchina stratosferica. Lo score di 18 pole e 16 vittorie evidenzia la bontà del progetto del team di Brackley e del lavoro di Aldo Costa e soci.
GARA DELL’ANNO: Gran Premio degli Stati Uniti – Anche Silverstone, Budapest e Sakhir ci avevano regalato delle gare interessanti e ricche di emozioni, ma Austin merita il riconoscimento per il fatto che tutto il weekend è stato assolutamente imprevedibile ed eccitante. Il tornado che ha costretto i piloti a spingere come pazzi nelle FP3 perché, in caso di permanenza di troppa pioggia, le FP3 potevano essere considerate come qualifiche. Le qualifiche che si sono poi disputate con la pioggia e che hanno dato vita a continui scossoni alla classifica, con la griglia di partenza determinata dai tempi del Q2. E poi la gara. Impossibile fare previsioni, perché ad ogni giro cambiavano le condizioni della pista e i valori in campo, in una gara in cui Hamilton poteva piazzare il colpo mondiale. E a 9 giri dalla fine, grazie all’incredibile errore di Rosberg, Hamilton si è preso la leadership e il terzo titolo in carriera.
SORPRESA DELL’ANNO: La crisi Mercedes a Singapore – A parere del sottoscritto questo è stato il Fact of the year. Non capita tutti i giorni di vedere un team dominante colare a picco, tra l’altro senza uno straccio di spiegazione plausibile. Due settimane prima Hamilton aveva vinto in scioltezza a Monza. A Singapore il pilota inglese e Rosberg sono sempre stati lontanissimi da Vettel (un secondo e mezzo in qualifica, ndr) e in gara non avevano il ritmo di Ferrari e Red Bull. A condire il tutto, l’unico ritiro di Hamilton in campionato e un Rosberg quarto e mai capace di impensierire Raikkonen per il podio.
SORPASSO DELL’ANNO: Verstappen su Perez, Gran Premio del Brasile – Se quest’anno in F1 è spesso mancato lo spettacolo, la colpa non è certamente attribuibile a Verstappen. Il giovane olandese appena vede un varco prova a superare chi lo precede, e in diverse occasioni ha portato a casa dei sorpassi mozzafiato. Quello più bello è senza dubbio quello su Perez, perché difficilmente realizzabile, visto che era all’esterno sul rettifilo principale, e per il coraggio nel tenere aperto il gas anche quando si è ritrovato sul cordolo alto della esse di Senna.
DEBUTTANTE DELL’ANNO: Max Verstappen – Secondo riconoscimento per il pilota della Toro Rosso. Verstappen fin dai test ha mostrato di valere la scommessa di Helmut Marko, che lo ha portato in F1 nonostante l’olandese non avesse ancora raggiunto la maggiore età. Già a Sepang, seconda gara del campionato, Verstappen ha portato a casa i suoi primi punti, con uno straordinario settimo posto. Poi tante prestazioni convincenti, bei sorpassi, e i prestigiosi quarti posti conquistati a Budapest e Austin. Qualche errore di gioventù lo ha commesso (il botto a Monaco con Grosjean, il fuoripista a Silverstone dopo la ripartenza da Safety Car, l’essersi piantato al via a Singapore) e in qualifica non è ancora molto efficace, ma al suo primo anno in F1 Verstappen ha palesato un talento fuori dal comune e una grandissima capacità di reggere pressione e confronto coi mostri sacri del motorsport. Un 2015 da favola, che ha messo a tacere tutti coloro (sottoscritto incluso, ndr) che non lo volevano in F1 così presto.
Da segnalare comunque che tutti i debuttanti si sono mostrati all’altezza della situazione, cosa che non accade spesso. Sainz è stato spesso bersagliato da problemi tecnici, ma ha mostrato di essere veloce, anche in situazioni critiche (il giorno dopo il terribile incidente nelle prove libere di Sochi, ndr). Nasr ha portato a casa dei buoni risultati, specie in Australia e in Russia, ed è stato spesso più consistente del compagno di squadra Ericsson. Non giudicabili i piloti Manor, ma non certo per colpa loro.
PILOTA CHE SI E’ PIU’ MIGLIORATO: Sergio Perez – Messa da parte l’esuberanza che gli ha creato più di un problema coi suoi colleghi e con le squadre con cui ha lavorato (leggasi alla voce McLaren, ndr), Perez ha lasciato intravedere il meglio del suo repertorio. La Force India, da Montreal in poi, gli ha affidato una vettura di buon livello, e Perez ha sfruttato alla grande la situazione, portando a casa tanti punti e rivelandosi più efficace del compagno di squadra Hulkenberg, pilota molto veloce e reduce dalla vittoria alla 24 Ore di Le Mans. Quando poi la chiave di una gara è la gestione delle gomme, state certi che Perez sarà capace di distinguersi. Il podio di Sochi, giunto anche grazie all’incidente fra Raikkonen e Bottas, dimostra che Perez c’è quando il risultato di livello è alla portata.
PERSONAGGIO DELL’ANNO: Lewis Hamilton – Il pilota della Mercedes è stato sicuramente quello che ha creato più spunti d’interesse nel 2015. Si è parlato tanto di lui per quanto fatto vedere in pista, perché ha disputato un mondiale pressoché sublime, dando prova che il suo immenso talento unito alla vettura migliore è una combinazione perfetta. Ai campi di gara è quasi sempre il pilota più tifato, segno della sua immensa popolarità tra i fan di F1. Ma anche fuori dalla pista Hamilton ha sempre catturato l’interesse della stampa specializzata e anche di quella generalista,nonché del pubblico. Ogni sua dichiarazione è riportata, valutata, soppesata, commentata. Ogni suo atteggiamento in pista, nei team radio, o al parco chiuso viene giudicato dagli esperti e dagli appassionati. E la sua vita privata, fatta di party, musica, sfilate e divertimento, ha fatto la fortuna di tanti giornalisti. Può non piacervi il suo look col catenone d’oro al collo, può non piacervi il suo stile di vita, e potete anche ritenerlo fortunato nel guidare una vettura superiore alla concorrenza, ma è fuori di discussione che Hamilton sia stato il personaggio dell’ultimo campionato di F1.
Questa è la mia lista del meglio (e del peggio) della F1 2015, una stagione un po’ sottotono, ma che comunque ha regalato qualche spunto d’interesse. Siete d’accordo con gli Awards? Avreste assegnato diversamente alcuni premi? Esprimete pure la vostra opinione.