Premessa: so già che questo post attirerà diverse critiche sul sottoscritto. Immagino che diversi appassionati avranno un’opinione diversa dalla mia sui fatti di Abu Dhabi 2010, il campionato di F1 di quella stagione e le responsabilità di Alonso nella sconfitta iridata. Una sconfitta che ad Alonso ha bruciato molto, dato che, parole sue, la F10 è stata la miglior macchina avuta in carriera, oggettivamente inferiore solo alla Red Bull e superiore alla McLaren, tranne che nelle gare del mese di maggio-giugno. Io comunque invito tutti coloro che ne hanno voglia a leggere le mie riflessioni: non fermatevi solo al titolo. Io vi esporrò i miei spunti, poi, una volta letti, potete mandarmi pure a quel paese se non li condividete.
Che ad Abu Dhabi la Ferrari abbia commesso un errore di strategia madornale è incontrovertibile. Non accorgersi di far rientrare Alonso dietro a dei piloti che avevano già cambiato le gomme, e che non si sarebbero più fermati, è stato uno sbaglio assolutamente inaccettabile per una squadra prestigiosa come quella di Maranello, che aveva Alonso in testa al mondiale e vicinissimo al titolo. “Come un rigore sbagliato a porta vuota,” (cit Domenicali), e infatti dopo quella gara Chris Dyer, responsabile delle strategie in casa Ferrari, fu messo alla porta. Ma è anche vero che ad Abu Dhabi 2010 pure Alonso ha avuto più di una colpa nella disfatta iridata.
Innanzitutto, nelle libere il pilota spagnolo aveva riscontrato che non c’era alcuna differenza tra l’assetto più carico e quello più “scarico”. I tempi sul giro erano identici. Lo stesso Fisichella, terzo pilota Ferrari, confermò questa cosa. Alonso optò per il set-up con maggiore carico aerodinamico. Una scelta che poi non gli ha permesso di avere una buona velocità di punta in rettilineo nel corso della gara, ma che soprattutto è difficilmente spiegabile: a parità di velocità, sapendo che non sarebbe certamente partito dalla pole, avere un assetto più scarico sarebbe stata una scelta più logica. Comunque questo è molto opinabile.
Di certo una cosa non è opinabile: Alonso sbagliò la partenza. Prima del giro di formazione Andrea Stella, suo ingegnere di pista, gli raccomandò: “Penso che nei primi metri sia meglio partire tenendo una traiettoria dritta, perché il grip è molto buono”. Alonso, del resto, partiva terzo, dalla parte più pulita della pista. Ma il due volte campione del mondo invece scelse di non seguire il consiglio di Stella: subito scartò a sinistra, ma Button, lo passò e si ritrovò Webber, il rivale più vicino nel mondiale, alle calcagna. Difficile sapere se, rimanendo in mezzo alle due McLaren, la Ferrari avrebbe deciso di richiamare Alonso ai box con troppa fretta, come poi avvenuto, oppure no: di certo il pilota spagnolo, con l’ennesima partenza scialba, non reso di certo la vita facile né a sé stesso né al muretto box.
IL TEAM RADIO TRA ALONSO E STELLA (MINUTO 2:43)