Push to Pass | Alonso, Abu Dhabi, la sconfitta iridata e le sue colpe
15 Novembre 2014 - 18:21
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Premessa: so già che questo post attirerà diverse critiche sul sottoscritto. Immagino che diversi appassionati avranno un’opinione diversa dalla mia sui fatti di Abu Dhabi 2010, il campionato di F1 di quella stagione e le responsabilità di Alonso nella sconfitta iridata. Una sconfitta che ad Alonso ha bruciato molto, dato che, parole sue, la F10 è stata la miglior macchina avuta in carriera, oggettivamente inferiore solo alla Red Bull e superiore alla McLaren, tranne che nelle gare del mese di maggio-giugno. Io comunque invito tutti coloro che ne hanno voglia a leggere le mie riflessioni: non fermatevi solo al titolo. Io vi esporrò i miei spunti, poi, una volta letti, potete mandarmi pure a quel paese se non li condividete.

Che ad Abu Dhabi la Ferrari abbia commesso un errore di strategia madornale è incontrovertibile. Non accorgersi di far rientrare Alonso dietro a dei piloti che avevano già cambiato le gomme, e che non si sarebbero più fermati, è stato uno sbaglio assolutamente inaccettabile per una squadra prestigiosa come quella di Maranello, che aveva Alonso in testa al mondiale e vicinissimo al titolo. “Come un rigore sbagliato a porta vuota,” (cit Domenicali), e infatti dopo quella gara Chris Dyer, responsabile delle strategie in casa Ferrari, fu messo alla porta. Ma è anche vero che ad Abu Dhabi 2010 pure Alonso ha avuto più di una colpa nella disfatta iridata.

Innanzitutto, nelle libere il pilota spagnolo aveva riscontrato che non c’era alcuna differenza tra l’assetto più carico e quello più “scarico”. I tempi sul giro erano identici. Lo stesso Fisichella, terzo pilota Ferrari, confermò questa cosa. Alonso optò per il set-up con maggiore carico aerodinamico. Una scelta che poi non gli ha permesso di avere una buona velocità di punta in rettilineo nel corso della gara, ma che soprattutto è difficilmente spiegabile: a parità di velocità, sapendo che non sarebbe certamente partito dalla pole, avere un assetto più scarico sarebbe stata una scelta più logica. Comunque questo è molto opinabile.

Di certo una cosa non è opinabile: Alonso sbagliò la partenza. Prima del giro di formazione Andrea Stella, suo ingegnere di pista, gli raccomandò: “Penso che nei primi metri sia meglio partire tenendo una traiettoria dritta, perché il grip è molto buono”.  Alonso, del resto, partiva terzo, dalla parte più pulita della pista. Ma il due volte campione del mondo invece scelse di non seguire il consiglio di Stella: subito scartò a sinistra, ma Button, lo passò e si ritrovò Webber, il rivale più vicino nel mondiale, alle calcagna. Difficile sapere se, rimanendo in mezzo alle due McLaren, la Ferrari avrebbe deciso di richiamare Alonso ai box con troppa fretta, come poi avvenuto, oppure no: di certo il pilota spagnolo, con l’ennesima partenza scialba, non reso di certo la vita facile né a sé stesso né al muretto box.

IL TEAM RADIO TRA ALONSO E STELLA (MINUTO 2:43)

Ultimo punto sulla gara di Abu Dhabi 2010: vero che i sorpassi, con quelle monoposto senza DRS, erano difficili da fare, specie in un circuito come Abu Dhabi, però Alonso è sembrato preso da “una sorta di fatalismo passivo” (cit Antonini). Passare più di metà gara dietro a Petrov provando solo un solo attacco… Paradossalmente, sarebbe stato meglio vedere Alonso sbagliare nel disperato tentativo di superare la Renault: almeno si sarebbe apprezzata la grinta, la voglia del “o la va o la spacca” per cercare di tenere aperte le speranze di titolo. Invece niente. Encefalogramma piatto. E Vettel a festeggiare sul podio il suo primo titolo in carriera.
Ma lasciando stare il Gran Premio di Abu Dhabi: se il mondiale 2010 è finito a Vettel, è perché Alonso ha commesso diversi errori, che, se evitati, avrebbero portato il pilota spagnolo a chiudere il campionato prima di Abu Dhabi. Basti pensare alla partenza anticipata in Cina, alle partenze clamorosamente sbagliate in Australia (spunto pessimo a differenza di Massa, nessuno spazio lasciato a Button, con conseguente contatto e testacoda), Turchia e Gran Bretagna. Il crash sotto l’acqua durante il Gran Premio del Belgio, ma ancor più grave l’incidente durante l’ultima sessione di prove libere a Montecarlo, che lo ha costretto a partire dal fondo, facendogli perdere un’ottima occasione di podio, alla luce dei tempi mostrati nel corso di quel weekend.
L’INCIDENTE DI ALONSO A MONACO

Ecco perché io penso che il mondiale perso da Alonso nel 2010 non sia da imputare solo al muretto box e alla gara di Abu Dhabi, ma anche allo stesso pilota. Anzi: soprattutto a lui. E alla luce di quanto fatto vedere negli anni successivi, ritengo che se avesse guidato bene come ha fatto tra il 2011 e il 2014 (soprattutto nel 2012), Alonso oggi avrebbe un titolo in più nel suo palmares.
PS: i tifosi della Ferrari in particolare e gli appassionati di F1 in generale che vogliano esprimere la propria opinione in merito alle mie riflessioni sono sempre bene accetti.