La marcia di avvicinamento della McLaren e di Alonso alla 500 Miglia di Indianapolis è finalmente partita. Dopo un inverno di trepidante attesa, la scuderia di Woking ha ultimato la costruzione della monoposto con la quale il pilota spagnolo correrà per la seconda volta in carriera la gara più importante del motorsport americano, e stamattina la McLaren ha ufficialmente presentato la livrea della vettura.
Così come avvenuto nel 2017, il team inglese porterà in pista una monoposto con livrea arancione papaya, colore che rimanda alla tradizione della McLaren. Rispetto a due anni fa, il numero di Alonso è cambiato: il pilota spagnolo sarà contraddistinto dal 66, per onorare il primo successo della McLaren a Indianapolis con Mike Donohue nel 1972, anziché dal 29.
Va inoltre sottolineato come quest’anno la McLaren sarà un’entità a sé stante; lo staff britannico ha realizzato in proprio la DW12 al McLaren Technology Centre di Woking, con la preziosa consulenza di alcuni tecnici del Carlin Racing. A differenza del 2017, la McLaren non porterà in pista una macchina di proprietà dell’Andretti Autosport. Alonso potrà inoltre contare su un pacchetto tecnico diverso rispetto a quello avuto a disposizione nel suo primo assalto alla 500 Miglia di Indianapolis: la DW12 dell’asturiano sarà infatti spinta da un propulsore Chevrolet, e non da quello prodotto dalla Honda.
“Sono felice del fatto che finalmente abbiamo potuto svelare al mondo la macchina numero 66 con la quale correrò alla 500 Miglia di Indianapolis – ha commentato Alonso sul sito ufficiale della McLaren – Il team alla factory della McLaren ha lavorato duramente per poter costruire una macchina nei tempi giusti per arrivare pronti alla gara simbolo della IndyCar, e penso che la vettura abbia un aspetto fantastico coi colori della McLaren 2019. Le mie speranze per la corsa rimangono le stesse: voglio vincere e aggiudicarmi la Tripla Corona, e non vedo l’ora di incontrare i fantastici fan americani che mi hanno accolto in modo eccezionale la prima volta che sono andato a Indianapolis”.