Le prestazioni avute dalle vetture di Indycar sull’ovale corto di Phoenix sono state a dir poco incredibili. Le DW12 dei vari team della Indycar hanno realizzato tempi velocissimi nel corso dei due giorni di test al Phoenix International Raceway, tanto che ben diciotto piloti su ventuno sono riusciti a scendere sotto il record della pista fatto segnare da Arie Luyendyk nel 1996.
Le vetture erano però molto difficili da guidare e da tenere sulla traiettoria ideale, a causa dell’eccessivo carico aerodinamico delle stesse. Proprio sulla troppa downforce sugli ovali corti si è concentrato Will Power. Il pilota del team Penske ha chiesto a gran voce che la Indycar riduca il carico aerodinamico in favore di una maggiore potenza del motore, per rendere la guida e le gare più interessanti e meno fisiche.
“Ho sempre detto che dobbiamo rendere questi ovali corti qualcosa di più che una semplice sfida di tenuta fisica,” ha dichiarato Power. “Credo che potremmo avere delle gare pazzesche se togliessimo le attuali limitazioni alla potenza del motore sugli ovali brevi (600 cavalli, ndr), utilizzando i cavalli che ci vengono concessi sulle piste tradizionali (750, ndr) e al contempo dimezzando il carico aerodinamico. Non è vero che non possiamo correre con delle ali in configurazione ovale: è un passaggio che dobbiamo assolutamente fare.”
Power ha poi aggiunto: “Phoenix sarà una gara molto fisica a causa delle regole attuali; sicuramente sarà quella più dura della stagione. Il volante è veramente pesante. Devo dire che dopo lo scorso test ho pensato che sarà molto improbabile riuscire a tenere dal punto di vista fisico per tutta la gara se non ci sarà mai una caution. A Phoenix c’è la downforce più grande che una monoposto abbia mai avuto: è per questo che sarà una gara così fisica. I numeri della forza G sono folli. C’è chi dice che abbiamo bisogno di tutto questo carico affinché le macchine possano seguirsi da vicino, e a Phoenix sicuramente si potrà fare, ma vedrete che non ci saranno molti sorpassi, perché andiamo tutti alla stessa velocità e teniamo giù il piede in curva. Buttare giù drasticamente la downforce farebbe una differenza significativa tra tratti rettilinei e curve. Le macchine farebbero slittare di più le gomme, e a fine stint si creerebbe una situazione più interessante in pista, con una più altra probabilità di errori e sorpassi.”
Foto: Marshall Pruett