Non si può dire che stesse dominando, dato che il suo vantaggio sugli inseguitori non è mai andato oltre i cinque secondi, ma sul fatto che Will Power meritasse la vittoria del Grand Prix of Alabama non si può dire nulla a riguardo. Il pilota australiano del Team Penske, dopo aver conquistato la pole position e aver tagliato il traguardo al primo posto in 60 dei 90 giri in gara, sembrava poter finalmente portare a casa la prima vittoria stagionale. Una lieve foratura ad uno dei suoi pneumatici, a 13 giri dalla fine, lo ha costretto ad effettuare una sosta aggiuntiva che lo ha portato in 17esima posizione e fuori dai giochi per la vittoria. Terza gara su tre in cui il campione 2014 della IndyCar Series ha avuto a che fare con la sfortuna. Dopo il drive through a St. Petersburg, il contatto a Long Beach, ora anche una foratura in Alabama costringe Power ad un campionato sempre più in salita. La vittoria è andata quindi a Josef Newgarden che per tutta la gara ha lottato con Scott Dixon, il quale alla fine si è dovuto arrendere accontentandosi della seconda posizione.
Will Power è riuscito a mantenere la testa della corsa anche alla ripartenza dei due periodi di caution, il primo legato a un detrito lasciato in pista da Ryan Hunter-Reay al primo giro, dopo un contatto con Hinchcliffe, e il secondo per la vettura di Pigot ferma fuori dalla pista. Il secondo periodo di Safety Car è stato parzialmente tragico per Newgarden che fino ad allora aveva mantenuto la posizione su Dixon. Il pilota del team di Roger Penske, a causa delle numerose vetture in pit lane, è stato scavalcato dal neozelandese. Dixon è però rimasto in seconda posizione virtuale (in quel momento in vetta c’era Kimball che non si è fermato, ndr) solo per poco tempo. Alla ripartenza infatti lo statunitense ha avuto la meglio sul suo avversario a cui ha strappato la posizione.
Alle spalle dei due hanno concluso Pagenaud e Castroneves, con il francese in difficoltà nella prima parte di gara, è stato costretto ad una lieve rimonta che lo ha portato a guadagnare il terzo gradino del podio. Il campione in carica è soprattutto stato protagonista di un acceso duello con James Hinchcliffe durante gran parte della corsa. Il suo teammate Castroneves, invece, dopo essere scattato dalla seconda posizione, ha faticato a mantenere il passo dei compagni di team, perdendo continuamente posizioni. Il livello delle vetture Penske però ha permesso al brasiliano di chiudere in quarta posizione precedendo Alexander Rossi con la prima delle vetture del team Andretti. Seguono Hinchcliffe che, dopo aver tentato il sorpasso su Pagenaud a 20 giri dalla fine, ha perso posizione anche sui due piloti che lo hanno preceduto a causa di una lieve uscita di pista forzata proprio dal francese. Settimo posto per Tony Kanaan che per tutto il gran premio ha lottato con Sebastien Bourdais, sul quale ha avuto la meglio. Il francese quattro volte campione Champ Car continua a mantenere la vetta della classifica piloti dopo tre gare. Takuma Sato e Mikhail Aleshin chiudono la top ten.
Gara parzialmente da dimenticare per il team di Michael Andretti. Ad esclusione del quinto posto di Rossi e il nono di Sato, infatti, non si possono segnalare altri grandi risultati. Hunter-Reay, dopo la quinta posizione in qualifica, ha dovuto rientrare anticipatamente per sostituire l’ala danneggiata nel contatto del primo giro, andando a stravolgere la strategia che lo ha fatto chiudere in 11a posizione. Marco Andretti, invece, ha accusato un problema alla vettura nel corso del primo giro che lo ha portato a stare fermo al box per tre giri. Il nipote e figlio d’arte ha quindi ripreso la via della pista, ma conducendo una gara in solitaria fino alla fine per colpa del suo gap di 3 giri dagli avversari.
Appuntamento a questo sabato quando la IndyCar affronterà il primo ovale della stagione in Arizona. Si arriverà a Phoenix alla caccia di Sebastien Bourdais ancora in vetta con 117 punti, seguito da Scott Dixon a 111 e Josef Newgarden a 110.
1 | Josef Newgarden | 2 | 7 | 90 | 01:54:08.7076 | 14 | Running | 51 | 108.809 | 3 |
2 | Scott Dixon | 9 | 4 | 90 | 01:54:09.7571 | 3 | Running | 41 | 108.792 | 3 |
3 | Simon Pagenaud | 1 | 3 | 90 | 01:54:11.2782 | – | Running | 35 | 108.768 | 3 |
4 | Helio Castroneves | 3 | 2 | 90 | 01:54:19.8668 | 2 | Running | 33 | 108.632 | 3 |
5 | Alexander Rossi | 98 | 18 | 90 | 01:54:20.7545 | – | Running | 30 | 108.618 | 3 |
6 | James Hinchcliffe | 5 | 6 | 90 | 01:54:21.2981 | – | Running | 28 | 108.609 | 3 |
7 | Tony Kanaan | 10 | 10 | 90 | 01:54:24.1181 | – | Running | 26 | 108.565 | 3 |
8 | Sebastien Bourdais | 18 | 12 | 90 | 01:54:24.7727 | – | Running | 24 | 108.554 | 3 |
9 | Takuma Sato | 26 | 14 | 90 | 01:54:28.8840 | – | Running | 22 | 108.489 | 3 |
10 | Mikhail Aleshin | 7 | 8 | 90 | 01:54:29.4140 | – | Running | 20 | 108.481 | 5 |
11 | Ryan Hunter-Reay | 28 | 5 | 90 | 01:54:30.9137 | – | Running | 19 | 108.457 | 4 |
12 | Max Chilton | 8 | 9 | 90 | 01:54:31.6789 | – | Running | 18 | 108.445 | 3 |
13 | Graham Rahal | 15 | 21 | 90 | 01:54:33.0533 | – | Running | 17 | 108.423 | 4 |
14 | Will Power | 12 | 1 | 90 | 01:54:35.0253 | 60 | Running | 20 | 108.392 | 4 |
15 | Charlie Kimball | 83 | 15 | 90 | 01:54:44.1944 | 11 | Running | 16 | 108.248 | 4 |
16 | Ed Jones | 19 | 11 | 90 | 01:54:48.2720 | – | Running | 14 | 108.184 | 6 |
17 | Carlos Munoz | 14 | 16 | 90 | 01:54:59.0755 | – | Running | 13 | 108.014 | 6 |
18 | Conor Daly | 4 | 20 | 90 | 01:54:59.9105 | – | Running | 12 | 108.001 | 3 |
19 | Zach Veach | 21 | 19 | 90 | 01:55:04.9621 | – | Running | 11 | 107.922 | 6 |
20 | Spencer Pigot | 20 | 17 | 89 | 01:54:50.2991 | – | Running | 10 | 106.95 | 3 |
21 | Marco Andretti | 27 | 13 | 87 | 01:54:49.2025 | – | Running | 9 | 104.564 | 3 |