Qualche settimana fa, durante l’annuale pranzo di natale della Scuderia Ferrari, il presidente Sergio Marchionne è ritornato sull’argomento Alfa Romeo in Formula 1. Stranamente una cosa simile accadde anche nel 2015, a pochi mesi dal lancio della Giulia, nuovo modello stradale sul quale Alfa punta tantissimo, questa volta tocca alla Stelvio… A parte il peso “pubblicitario” che hanno determinate affermazioni, a noi interessa ciò che potrebbe accadere nel concreto, e come. L’Alfa Romeo, anche se non più presente nel Circus da circa 30 anni, vanta una storia tutt’altro che “secondaria”. È proprio del marchio del biscione infatti, il primo titolo mondiale assegnato in Formula 1, nel 1950 con Nino Farina alla guida della 158. L’Alfa si riconfermò nel 1951, con la nuova arma 159 e con un certo Fangio come pilota. Nel 1952 il governo italiano si rifiutò di destinare nuovi fondi alla progettazione del modello post 159, che non era altro che un’evoluzione della 158, e l’IRI ( ente pubblico proprietario di Alfa Romeo ) decise di ritirare il team dalla F1. La casa italiana ritornò nel mondiale nel 61, ma come fornitrice di motori fino al 1979, anno in cui ritornò anche con una monoposto ufficiale. Questo ritorno al 100% fu però breve, nel 1985 l’Alfa lasciò, fornendo poi qualche propulsore fino al 1988. Che l’Alfa Romeo abbia dunque un certo legame col motorsport è ovvio, com’è ovvio che tutti gli appassionati del marchio non aspettano altro che vederla in pista. Ma è la Formula 1 la categoria da affrontare?
Onestamente credo proprio di no, o almeno, non alle condizioni che Marchionne ha lasciato intendere nel dicembre scorso. ” È incredibile come il marchio Alfa Romeo resti nel cuore della gente, per questo stiamo pensando ad un suo ritorno come nostro competitore, in Formula 1“. Da questa dichiarazione del presidente, si potrebbe intendere che Alfa e Ferrari potrebbero duellare nonostante l’appartenenza allo stesso gruppo, come accaduto tra Audi e Porsche negli ultimi anni nel WEC. Marchionne ha però poi approfondito, affermando che il biscione potrebbe ricoprire il ruolo di team satellite, una sorta di Toro Rosso insomma. Partendo dal presupposto che anche nel primo caso, troverei davvero assurdo e sbagliato far gareggiare due marchi storici dello stesso gruppo alla pari in F1, ma far fare all’Alfa il “junior team” sarebbe anche peggio. Far correre l’Alfa Romeo in Formula 1, significherebbe condividere tutto o quasi con la Scuderia di Maranello, power unit, telaio, parte della squadra, conoscenze e tecnologie. In caso contrario, si andrebbe incontro a spese folli per sviluppare due progetti paralleli, rischiando di limitare poi entrambi. Avere uno Junior Team, o comunque una squadra di “appoggio” per giovani piloti, tecnici ecc, sarebbe ottimo per la Ferrari. Ma di sicuro non deve ricadere su un marchio come Alfa Romeo questo ruolo “secondario”. Come detto da Marchionne, gli appassionati del biscione sono rimasti tali e con la stessa passione negli anni, anche quando sono state prodotte vetture stradali non certo all’altezza del passato, e quando il motorsport è stato accantonato definitivamente. Ecco tutto questo affetto andrebbe ripagato, se proprio ne hanno intenzione, in altro modo, secondo il mio modesto parere. L’Alfa non deve essere il ripiego della Ferrari, e tantomeno deve togliere risorse al cavallino, che ha già le sue difficoltà per competere al top, purtroppo.
Il marchio milanese merita assolutamente un programma sportivo, ma non certo in Formula 1. Il rilancio dell’Alfa, passa dalle vetture stradali in grado di essere una valida alternativa alle rivali tedesche, e sarebbe bello poter valorizzare queste auto tramite il motorsport, o almeno tecnologie più vicine alla produzione di serie. Il DTM potrebbe essere un ottimo ritorno, anche se la serie tedesca ultimamente non vive certo un momento d’oro, e resta per l’appunto, una serie made in Germania. I regolamenti garantiscono prestazioni quantomeno simili, conservando l’estetica dei modelli stradali, e potrebbe risultare una buona scuola per giovani piloti, vedi Wehrlein. Inoltre, le battaglie degli anni novanta con la splendida 155, sono ancora ben presenti nei ricordi dei tifosi. Oltre al campionato tedesco, si potrebbe pensare anche ad un approdo nelle GT3. BMW negli anni, ha sviluppato per la categoria prima la Z4 e recentemente l’ha sostituita con l’M6, non proprio delle supercar estreme, anzi. Alfa potrebbe fare qualcosa di simile, magari con una variante coupè della Giulia Quadrifoglio. Inoltre, i fondi per sviluppare tali vetture non sono affatto elevati, e visto che una volta costruiti, gli esemplari vanno venduti a team privati, si potrebbe collaborare tranquillamente con la Ferrari ( in questo caso si ). Le GT3 partecipano ormai alla maggior parte dei campionati endurance e GT nazionali, facendola da padrone in gare prestigiosissime, come 24 ore di Spa o Nurburgring. Infine, nel caso Marchionne avesse veramente intenzione di investire tanto in un programma sportivo per Alfa Romeo, allora mandiamo il biscione a Le Mans e contenti tutti! Sarebbe fantastico per gli appassionati, e forse molto più conveniente per il marchio milanese. Il V6 2.9 della Giulia e Stelvio Quadrifoglio potrebbe essere tranquillamente utilizzato per un prototipo LMP1, con l’aggiunta dei sistemi ibridi, ma anche utilizzato per una LMP2 o LMP1-L, con qualche modifica. Insomma “super si” ad un ritorno dell’Alfa alle corse, ma la Formula 1 personalmente, non è proprio la scelta più adatta, anzi.