Pit Stop | La Formula 1 che vorrei
07 Novembre 2016 - 11:43
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La Formula 1 negli ultimi anni è cambiata molto, e purtroppo non sempre in meglio, dal 2017 affronterá un nuovo regolamento tecnico volto a renderla più "attraente". Intanto ecco come vorrei che cambiasse tutto il resto

Premessa: la F1 non è la MotoGP e l’automobilismo in generale non è il motociclismo. Non si può pretendere lo stesso “tasso” di sorpassi, duelli ravvicinati e arrivi al fotofinish. A parte alcune serie minori dove le vetture che vi partecipano non eccedono in ricerca aerodinamica, tipo NASCAR o BTCC e serie turismo simili, è quasi impossibile vedere “duelli” rustici per più di qualche tornata. Già il solo ingombro fisico di un’auto è un primo limite, per non parlare poi dell’ inerzia in movimento di mezzi che sfiorano solitamente i quasi mille chili, ed hanno spazi di frenata molto ridotti in confronto alle moto. La Formula 1 soprattutto, è il top del motorsport e già solo guardare una di quelle monoposto girare in pista è uno spettacolo in se. Ovviamente la ricerca della spettacolarità è un must ormai da sempre, e negli ultimi anni si sono purtroppo fatti dei passi indietro e non in avanti, dal punto di vista regolamentare ed anche di marketing. Ecco perchè quindi, ho deciso di condividere (da amante di questo sport) con voi quelle che secondo me potrebbero essere delle giuste “strade” da intraprendere. Basandomi ovviamente anche sulle regole che entreranno in vigore dalla prossima stagione.

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1. AERODINAMICA – Le nuove “direttive” riguardanti l’aerodinamica delle nuove monoposto mi intrigano molto, le nuove monoposto saranno sicuramente molto accattivanti nell’estetica e velocissime in pista. Allo stesso tempo però mi spaventano. Nel senso: avrei forse preferito un’esasperazione minore delle ali, soprattutto quella anteriore che già oggi sono molto complesse e sensibili ai flussi d’aria “disturbati” da chi è davanti, semplificare i profili sarebbe stata una scelta forse più logica. Come sarebbe, forse, più proficuo esaltare il carico derivante dal fondo e dall’estrattore, che è molto meno sensibile alle altre vetture in pista. Fortunatamente una risposta a tutto ciò l’avremmo tra qualche mese, quindi…dita incrociate.

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2. POWER UNIT, MOTORE O CHE DIR SI VOGLIA – Qui si potrebbe discutere all’infinito, perché ognuno probabilmente la pensa in modo diverso. Come detto nella premessa, la F1 deve rappresentare il top del motorsport quindi che piaccia o meno, questo è il futuro e va valorizzato e sviluppato. Inoltre case costruttrici come la Mercedes o Honda (anche se quest’ultima solo come fornitore), non sarebbero state interessate ad un investimento così importante in questa categoria. Detto questo, qualcosa di più interessante si potrebbe proporre, magari un sistema di scarico a due uscite per dare un sound più corposo. Personalmente anche “solo” un V8 2.0 di cilindrata turbo, con recuperi d’energia annessi ecc andrebbe benissimo eh!

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Helmet Cam di Nico Rosberg

3. MAPPATURE ED ELETTRONICA – Per favore basta! Io sono convinto che gran parte del poco appeal che trasmette questa Formula 1 “moderna”, sia dovuto anche e soprattutto a tutte queste “trovate” elettroniche. Avete voluto delle monoposto da “gestire” in gara? Soprattutto dal punto di vista dei consumi e dello sfruttamento delle parti contingentate della power unit? Bene, lasciatelo fare ai piloti e non al box che decide e comunica quale mappatura utilizzare. I motori devono avere una sola “anima”, al massimo una mappatura da bagnato e poi basta. Ormai tutti i motoristi hanno il famoso “manettino”, che può dare il massimo delle prestazioni in qualifica, per Mercedes anche per alcuni giri in gara. A questo punto istituite un sistema tipo “push to pass” come in IndyCar, almeno è più democratico. Rosberg ed Hamilton usano la potenza extra in partenza, o in caso di un improbabile attacco in pista, e poi gestiscono il vantaggio preso in quei pochi giri. Se un pilota è bravo, deve gestire la quantità di carburante ed energia rigenerata disponibile nel modo più efficiente possibile, come accade nel WEC per esempio ( grazie anche a regole molto chiare ). Magari così facendo si semplificheranno anche i volanti, ed i piloti non dovranno imparare a memoria assurde sequenze di tasti da premere e via dicendo.

4. CIRCUITI – Anche in questo caso il progresso è d’obbligo, ed impianti sempre più all’avanguardia e sicuri sono il benvenuto. Possibilmente però evitiamo di dare il monopolio ad un architetto, sicuramente bravo, ma che a quanto pare non brilla per fantasia e conoscenza della storia di questo sport. Va bene il non voler mettere le F1 in condizione di rincorrersi su curvoni veloci, che non favoriscono la vettura che insegue, ma presentare tracciati come Sochi è un vero e proprio oltraggio a questo mondo. Un seguirsi di curve a 90 gradi che tutto fanno, tranne che esaltare le fantastiche caratteristiche delle monoposto più veloci al mondo, e le sensazioni di chi osserva da casa o dagli spalti. Inoltre, va bene voler esportare questa disciplina in tutto il mondo, soprattutto dove i soldi non mancano, ma la patria della F1 è l’Europa e quest’ultima deve restare, soprattutto per la cultura motoristica che c’è qui! Infine le maledette vie di fuga! I piloti in quanto tali devono competere tra di loro, e per farlo devono sfruttare tutte le opportunità possibili per essere più veloci possibile. Se fate tutte le vie di fuga in asfalto, come potete pretendere che “ogni tanto” qualcuno non le sfrutti un minimo? Perché poi si parla di ruote oltre la linea, quindi di centimetri. Oltre il cordolo mettete due metri di ghiaia e poi l’asfalto, la via di fuga sarà comunque sicura e permetterà alle vetture di continuare la gara, ma col cavolo che mettono le ruote oltre il cordolo per guadagnare velocità.

GP BELGIO F1_2010 - SPA FRANCORCHAMPS © FOTO ERCOLE COLOMBO

5. RIDUZIONE COSTI E TEST – Questo punto, tra tutti, è quello probabilmente più difficile ed idealistico, perché la Formula 1 ha dei proprietari che si avvalgono di staff specializzati nel marketing e nella gestione di un brand del genere. Ridurre i costi quando case costruttrici come la Mercedes fanno investimenti faraonici, anche in confronto a Ferrari, Red Bull o Honda (che a loro volta spendono somme esorbitanti a differenza delle restanti squadre) non è certo facile. Fare in modo invece, che i team minori possano avere ricavi non solo dagli sponsor e dai piazzamenti in campionato, ma anche da eventi e diverse tipologie di sviluppo della monoposto si. Prima di tutto reintrodurre altri test in pista, anche durante la stagione, rendendoli veri e propri eventi per gli appassionati, ed il ricavato dai biglietti potrebbe andare in parte al “circuito” ed in parte ai team meno competitivi. Sarebbe infondo un incentivo anche per i top team, visto che è comunque più conveniente e fruttuoso provare in pista che su simulatori costosissimi. Se ci si riflette su infatti, i costi di queste nuove “piattaforme” sono davvero alti e riservati ai soli top team, gli altri infatti si vedono costretti a noleggiare i simulatori. Inoltre potrebbe essere un buon modo per attirare quel pubblico che non può permettersi cifre esagerate per assistere ad un weekend di gara.

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La Virtual Safety Car

6. REGOLAMENTI – Solo qualche piccolo appunto, altrimenti bisognerebbe fare un articolo intero su questa questione, parlerò delle cose più impellenti per quanto mi riguarda. Per prima cosa la VSC, non se ne può più, non è possibile che la Formula 1 non possa “copiare” come si deve una regola cosi semplice. E si, perché la virtual safety car è stata introdotta nel WEC, precisamente solo a Le Mans all’inizio visti i problemi che da un circuito di 13 km quando deve entrare la safety car. Nel mondiale endurance esiste la VSC in un tratto della pista specifico, o la full course yellow, ovvero percorrere tutto il circuito a bassa velocità, come in F1. Nei prototipi però inseriscono il pit limiter e viaggiano tutti a 80 o 60 km/h, poi il direttore di gara comunica il countdown in radio ai piloti e si può riprendere. Perché in Formula 1 una cosa così ovvia non si può fare? Siamo nel 2016 non credo ci voglia troppo…! Poi tutta la questione sui pezzi contingentati della power-unit. Ok va bene, ci sta, ma quattro “pezzi” per parte quando fanno venti gare in una stagione? Io voglio che le Formula 1 vengano spinte al massimo sempre, non voglio vedere piloti che risparmiano benzina, gomme, parti del motore e della meccanica, non mi interessa, per quello ci sono le gare di durata (che per altro sono molto più tirate delle gare di F1 attuali…).

Aggiungo che, visto quanto successo nelle ultime gare (soprattutto in Messico), bisognerebbe parlare anche di come molti regolamenti riguardanti le lotte in pista a 360 gradi, stiano rovinando quel poco di spettacolo e di credibilità rimaste alla Formula 1. Ma questo discorso meriterà un articolo a parte.

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