Correva l’anno 2001, ero solo un ragazzino di appena 10 anni, ma la mia passione per i motori era già sconfinata. Mio fratello maggiore aveva da poco acquistato Gran Turismo 2, un gioco fantastico ovviamente, pieno zeppo di auto sportive e da competizione, era la mia “enciclopedia a quattro ruote”. Scattò subito un forte interesse a prima vista con la Toyota GT-One…che spettacolo! Fino ad allora seguivo assiduamente la Formula 1, ma quelle vetture a ruote coperte mi affascinavano tanto, così mi informai e venni a conoscenza di una storica ed estenuante corsa: la 24 ore di Le Mans. Scoprii anche che quell’anno l’intero evento sarebbe stato trasmesso in tv, e decisi che a giugno avrei dato un’occhiata. Ne rimasi letteralmente stregato! A parte qualche “crollo” di notte, riuscii a guardare gran parte della gara. Quell’edizione fu dominata, nonostante le condizioni climatiche complicate, dalle Audi R8 con l’equipaggio Pirro, Kristensen, Biela ad imporsi su tutti. Se la GT-One mi aveva avvicinato a quel mondo, l’R8 di Pirro ( divenni subito suo tifoso ) con la livrea grigia e rossa, mi aveva letteralmente fatto innamorare.
Da allora iniziai a seguire quelle gare con la stessa passione e dedizione che avevo per la Formula 1. Col passare degli anni cambiavano le regole, cambiavano le auto, i tracciati, i piloti, ma l’Audi era sempre al top tra i prototipi, anche a causa del non interesse delle altre case costruttrici ( purtroppo ). L’R8 concluse la sua carriera con un’infinità di vittorie, podi e campionati conquistati. Nel 2006 arrivò la rivoluzione, l’R10! Un mostro, nemmeno troppo elegante nelle forme, ma con un motore 5,5 litri turbo diesel da circa 650 cavalli. Se nel 2005 le restrizioni regolamentari all’ormai datata R8 aveva reso quasi un’impresa battere la Pescarolo C60, nel 2006 quel mostro di potenza spazzò letteralmente via la “debole” concorrenza, ancora una volta con Pirro al volante, scrivendo una pagina di storia del motorsport. Nel 2007 finalmente arrivò un vero competitor, uno in grado di impensierire i tedeschi…la Peugeot. La 908 HDI era bellissima, sempre motorizzata con un diesel per via anche delle agevolazioni regolamentari, e con l’abitacolo coperto a differenza di Audi. Il prototipo francese era anche velocissimo, soprattutto sul giro secco, ma la maggiore esperienza dei piloti e del team Joest ( squadra ufficiale Audi ), consentirono alla meno estrema R10 di vincere anche nel 2007 e 2008. Nel 2009 l’Audi si presentò con una nuova arma, la raffinatissima R15, motorizzata con l’immancabile motore diesel, ma questa volta si era puntato tutto su un’aerodinamica estrema.
Il prototipo restava una barchetta ( cioè scoperta ) ma con delle soluzioni davvero mai viste prima, le “pance” soprattutto ricordavano tantissimo quelle di una F1, un vero salto in avanti per la categoria. Purtroppo per l’Audi, quel prototipo si rivelò difficilissimo da mettere a punto e troppo poco affidabile, soprattutto nelle gare più lunghe. Inoltre le 908 potevano contare su un motore molto potente, intorno ai 700/720 cavalli! A Le Mans per esempio, le R15 soffrirono per l’intera gara di problemi ai radiatori che si ostruivano a causa dello sporco raccolto in pista, la gara andò ovviamente alla Peugeot. Da ricordare che quell’anno entrò in LMP1 anche l’Aston Martin, ma con una Dallara modificata in pratica. Nel 2010 l’R15 fu pesantemente modificata, rendendola affidabilissima, ma comunque non proprio un fulmine di guerra in termini di velocità assoluta. Incredibilmente a Le Mans, tutte le Peugeot ufficiali e quella del team Oreca, ruppero il motore a causa di un componente difettoso e fu tripletta Audi! Nel 2011 le regole sarebbero cambiate ancora, e l’Audi diede vita al prototipo ( secondo me ) più spettacolare della sua storia in LMP1, e forse non solo della sua…! La bellissima R18.
Oltre ad essere un piacere per gli occhi ( abitacolo chiuso come richiedevano i nuovi regolamenti ), quel prototipo era un missile, velocissima in tutte le condizioni ed affidabile, come una vera Audi sotto la gestione Ullrich doveva essere. La versione aggiornata della 908 HDI non era però da meno, e ad ogni scontro in pista se ne vedevano delle belle. Tra l’altro Audi aveva quasi del tutto rivoluzionato i propri equipaggi, Pirro si era ritirato e sull’Audi con livrea grigia e rossa erano saliti dei nuovi piloti, giá nel 2010. Si trattava di Lotterer, Fassler e Treluyer… La 24 ore di Le Mans del 2011 fu eccezionale, di gran lunga l’edizione più bella e tirata di sempre. L’Audi perse due delle sue R18 nelle prime ore, causa due terribili
incidenti che a pensarci ora mi vengono ancora i brividi, da quel momento in poi i tre alfieri sulla vettura tedesca numero 2 fecero qualcosa di fenomenale. Riuscirono a tenere testa alle tre Peugeot con una strategia rischiosa e dei duelli in pista leggendari. Se non sapete di cosa parlo andate a recuperare qualche video su YouTube, ce ne sono molti. L’Audi riuscì ad imporsi per appena 13 secondi! Nel 2012 la Peugeot diede forfait, mentre la Toyota faceva il suo ritorno nell’endurance, grazie anche alla nuova denominazione del campionato, che divenne un vero e proprio mondiale…nacque il WEC. Per la prima volta a scendere in pista dovevano essere delle vetture ibride, con motore termico e recupero di energia che alimentava un “secondo motore” elettrico. Da allora è stato solo un crescendo per il mondo dell’endurance, con un campionato che era ed é all’altezza dell’indimendicato mondiale marche, almeno per il livello della competizione. L’arrivo di Porsche in LMP1 e di Ford in GTE poi, hanno confermato quanto di buono c’era nelle idee iniziali.
Tutti questi ricordi, questi episodi, emozioni, sono legati per tanti versi alla presenza di una casa come Audi, che ha sempre creduto ed investito in un mondo per anni denigrato dalle case automobilistiche. Ora che si é arrivati probabilmente al top, da quando i tedeschi hanno ben pensato di entrare nella vecchia LMP900, le voci sul possibile abbandono dell’Audi aumentano di anno in anno. Il dieselgate ha ridimensionato i programmi racing del gruppo VW-Audi, e le nuove power-unit a benzina hanno dimostrato più potenziale in prospettiva del diesel. Le recenti dichiarazioni di Ullrich volte a smentire i rumors di questi giorni, non hanno fatto altro che confermare le indiscrezioni trapelate. La conferma del programma LMP1 2018 per Audi è molto difficile. I costi inoltre sono molto elevati ( considerando anche il programma parallelo di Porsche ), l’ultima conquista del mondiale risale al 2013, e l’ultima vittoria a Le Mans al 2014. Audi ha, e sta comunque collaborando alla stesura del regolamento tecnico 2018, insieme a Porsche e Toyota. se dovessero veramente mollare sul più bello cosa ne sará del WEC? La decisione ricadrebbe anche sulle altre due case? Con la quasi sicura scomparsa delle LMP1 non ibride che ne sarà dell’intera categoria? Scompariranno del tutto o resteranno quattro prototipi a concorrere per un mondiale a quel punto poco attraente? Attualmente il WEC è, secondo la mia modesta opinione, la miglior categoria automobilistica esistente, superiore anche alla Formula 1, che negli ultimi anni é stata resa a dir poco meno attraente e competitiva che in passato. Ma soprattutto il WEC rappresenta il massimo della tecnologia applicata allo sport motoristico! E questo è anche e soprattutto merito dell’Audi e del suo reparto corse. Il futuro dell’endurance di un certo livello è dunque appeso a un filo, che passa purtroppo per le mani di dirigenti ed esperti di marketing. Magari le future regole permetteranno un risparmio economico rispetto ai costi odierni, e case come BMW e Nissan ( quest’ultima è comunque reduce dalla figuraccia con la GT-R LMP1 ), potranno essere interessate alla top-class del WEC. Per “adesso” accontentiamoci di rivedere i bavaresi in GTE nel 2017, magari con Zanardi in uno degli equipaggi.
Detto ciò spero che a dicembre, quando ci sarà la riunione tra i dirigenti per decidere dei futuri investimenti del gruppo VW-Audi, qualcuno possa far cambiare idea alla commissione, dimostrando che soprattutto grazie a loro, l’endurance e il motorsport in generale hanno potuto fare un salto nel futuro.