“Per vincere a Spa-Francorchamps non puoi essere un pilota nella media, devi per forza avere qualcosa di speciale”, così il collaudatore della Scuderia Ferrari, Pedro de la Rosa, definisce a www.ferrari.com lo storico circuito che ospita il Gran Premio del Belgio. “Questa pista è speciale, e per questo tra i piloti è sempre tiratissima. A Spa chi guida può fare la differenza: non a caso è considerata da tutti un circuito da piloti veri. Trionfare qui vale come vincere a Monaco: è qualcosa di unico, se ci riesci sai di essere completo, di essere uno che sa andar forte nelle curve veloci ma sa anche compiere sorpassi e tenere giù il piede”.
“Personalmente – continua Pedro – continuo a ritenere Suzuka il circuito più difficile, ma subito dopo in questa graduatoria viene Spa, che è estremamente duro sia per il pilota, il cui fisico è sottoposto a pesanti sollecitazioni, che per la vettura, soprattutto per quanto riguarda il motore. Nel primo settore si spinge moltissimo e, almeno fino all’anno scorso, si arrivava alla curva Eau Rouge in piena accelerazione. Con queste nuove vetture vedremo se sarà ancora così. Una delle parti che preferisco è la curva Pouhon, in salita che si affronta in sesta marcia: si percorre un tratto molto lungo senza toccare il freno, è molto difficile perché presenta due punti in cui bisogna tenere la corda e per il collo è uno sforzo decisamente importante”.
A Spa la strategia è fondamentale ed è un banco di prova importante sia per il pilota che per la vettura. “Anche tatticamente bisogna essere molto accorti, vanno tenute sempre sotto controllo le temperature. I freni, ad esempio, si usano poco ma sono chiamati a staccate impegnative, come al primo tornantino e, soprattutto, alla Bus stop (l’ultima chicane prima del traguardo) dopo che si è percorso un lungo tratto in piena accelerazione”.