Parla Philippe Bianchi, padre di Jules: “Situazione disperata. Stiamo vivendo un incubo”
14 Ottobre 2014 - 8:58
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Phillipe Bianchi, padre di Jules Bianchi, ha parlato della situazione clinica del figlio ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Phillippe ha spiegato che le condizioni del figlio restano ancora gravi e che i medici non sanno quando e se Jules riuscirà a superare i suoi danni al cervello. Ricordiamo che il giovane pilota francese è ancora ricoverato al Centro Universitario di Yokkaichi, in Giappone.

Ecco le parole di Philippe Bianchi: “Il mio Jules vincerà la qualifica della vita. La situazione è disperata, ogni telefonata mi fa sussultare, temo sia dell’ospedale. Non si arrende, i dottori ci hanno detto che già questo è un miracolo: nessuno è mai sopravvissuto a un incidente così grave. E’ dura, in una settimana la vita della nostra famiglia è stata distrutta. Cosa faremo, come faremo adesso qui, lontani da tutto? Viviamo un incubo. Magari quando Jules starà meglio potremo darci il cambio, qualche settimana a testa, forse potremo trasferirlo a Tokyo e sarà un po’ più facile… Ma chissà quando accadrà. Non abbiamo certezze, bisogna solo aspettare”

Phillipe ha poi parlato di Schumacher, dichiarando: “Sono stato male quando si è fatto male. E anche io come tutti mi chiedevo perché non ci dicessero le cose, come stava. Ma ora che è successo a me, capisco. Tutti mi chiedono come sta Jules, ma non posso dare una risposta. E’ gravissimo, ma stabile. Un giorno sembra un po’ meglio, uno un po’ peggio. I medici non si pronunciano, il danno avuto nell’impatto è stato grande, ma non sanno come evolverà. Anche con Schumacher ci sono voluti mesi prima che uscisse dal coma, eppure ho letto che anche Jean Todt spera che possa avere un vita quasi normale. Ecco, un giorno spero di poter dire lo stesso”.

“Non è il momento. Il video non l’ho visto e non lo voglio vedere, diventerei matto. Mentre io e la mia famiglia abbiamo bisogno di tutte le energie per darle a Jules, per fargli sentire che siamo qui e che vogliamo riportarlo a casa. Adesso conta lui” ha concluso.