Questa volta colgo l’occasione per raccontare di un campione che finora, a mio parere, non ha ricevuto dai media italiani quell’attenzione che meriterebbe: Antonio Cairoli, chiamato anche “Tony”. Domenica in Brasile ha colto l’ottavo titolo mondiale motocross, definendosi ormai come una vera e propria leggenda di questa specialità.
Un ottavo iride conquistato senza troppe storie, riuscendo a vincere quasi la metà delle trentadue gare finora disputate e mettendo ko (anche fisicamente) i suoi grandi rivali quali Clement Desalle e Gauthier Paulin. Il suo momento più difficile del 2014 è stato ritornare a gareggiare dopo la brusca scomparsa di suo papà, Benedetto, avvenuta a metà maggio per un malore e nonostante il dolore (nel 2011 morì anche sua madre per un male incurabile, ndr), dieci giorni dopo è riuscito, comunque, a portarsi a casa una vittoria nel GP di Gran Bretagna.
Antonio ha debuttato nel mondiale MX2 nel 2004 ed ottenne la sua prima vittoria a Namur, in Belgio, definita la Montecarlo del motocross. Domina da diverse stagioni nella MXGP, dopo i due campionati in MX2 (2005 e 2007); primo titolo nella classe regina nel 2009 con la Yamaha al debutto, poi decise nel 2010 di passare alla KTM. La classe MX1 (ora MXGP) prevede l’utilizzo di moto 450 per le quattro tempi, invece Tony partecipa con una KTM 350, meno veloce ma più potente. Nonostante sia una 350, Cairoli detta legge a tutti. Il suo punto di forza: oltre a velocità e forza mentale, c’è anche la sua suprema superiorità sulla sabbia, un terreno poco amato dagli italiani a differenza dei belgi, veri specialisti. Il motivo: abbandona la sua terra natìa, la Sicilia (è originario di Patti, in provincia di Messina), per trasferirsi in Belgio, a Lommel, con il fine di allenarsi e di migliorare la sua tecnica ed ora bastona ad ogni Gran Premio belgi e francesi.
La sua fame di vittoria non è per nulla svanita, visto che il suo obiettivo ormai è raggiungere i record di titoli mondiali e di vittorie detenuti da Stefan Everts (10 titoli e 101 vittorie) e data la sua ancora giovane età, 28 anni, ha ancora diverse stagioni davanti.
Tony Cairoli è ormai uno dei pochi italiani, se non l’unico, che tiene ancora alta la bandiera italiana nel motorsport italiano in un periodo di crisi profonda. A conferma di ciò, basti pensare l’assenza di piloti italiani in F1 ed il digiuno dal titolo mondiale nel Motomondiale dove l’ultimo a conquistarlo fu Valentino Rossi in MotoGP nel 2009. Fa un po’ male vedere nei TG sportivi come prima notizia la debacle Ferrari a Monza con querelle Montezemolo-Marchionne e solo dopo raccontare il successo di questo ragazzo, un vero campione, grande esempio per tutti i ragazzi e che, come detto all’inizio, non ha qui quell’attenzione che meriterebbe.