Come ogni anno, a stagione conclusa, è tempo di bilanci. La stagione di motomondiale appena andata in archivio è stata davvero ricca di colpi di scena, ribaltando oltretutto il pronostico della vigilia che vedeva un Maverick Vinales quasi imbattibile, ma andiamo con ordine.
MARC MARQUEZ 10: merita il 10 in pagella per il titolo mondiale nonostante abbia perso alcuni duelli diretti nella sfida mondiale contro Andrea Dovizioso, di certo non il pilota più irresistibile in bagarre. O almeno fino a quest’anno. Lo spagnolo ha messo in luce una velocità incredibile nella seconda e determinante parte della stagione, dopo alcune prestazioni opache e cadute, che inizialmente lo avevano tolto dalla luce dei riflettori.
ANDREA DOVIZIOSO 10: il mondiale sarebbe stato il coronamento di un’avventura cominciata nel 2013, sulle ceneri del divorzio Rossi-Ducati, dopo che l’anno scorso il merito di riportare la Ducati alla vittoria dopo 6 stagioni era andato ad Andrea Iannone. Meraviglioso nelle serratissime bagarre con Marquez, precisissimo e praticamente estraneo all’errore, ad eccezione di Philip Island per quel lungo al secondo giro che forse gli è costato il mondiale. Ma è andata così ed il 2018 sarà l’anno della conferma, impietoso il confronto con il compagno di squadra sicuramente più blasonato Jorge Lorenzo.
MAVERICK VINALES 7: partito con i favori del pronostico, ha saputo concretizzare due vittorie nelle prime due gare, salvo poi cominciare un lento declino che lo ha portato sempre più lontano dalla vetta. L’unica altra vera gioia si chiama Le Mans ma da lì in poi è svanito tutto, fra il nervosismo del debuttante sulla Yamaha e la poca competitività della stessa quando il grip dell’asfalto non era il massimo.
DANIEL PEDROSA 6: da anni milita nel paddock senza stringere mai di più di qualche vittoria, dopo 10 anni in Honda e svariati titoli mondiali da festeggiare per il team e mai per sé stesso sarebbe ora di cambiare aria per dimostrare davvero il proprio valore. Jerez è l’unica vera imposizione, Valencia (che gli è valsa la quarta piazza per soli due punti) più una vittoria condizionata dalla situazione “mondiale”. Incredibile la sua incostanza se confrontata con il compagno di squadra.
VALENTINO ROSSI 6: una stagione travagliata, cominciata con i test invernali davvero difficili, con una moto mai realmente digerita, proseguiti peggio con le gare disastrose di Jerez e Barcellona nonostante il primato in classifica e culminata (negativamente) con i due infortuni prima delle altrettante gare casalinghe. Un mezzo disastro che lo vede parzialmente incolpevole, era stato proprio il dottore a lanciare l’allarme (inascoltato) durante l’inverno.
JOAN ZARCO 8: vera e propria sorpresa dell’anno, un rookie davvero in forma in sella ad una moto molto competitiva che spesso e volentieri (più che altro per lacune tecniche) ha dato paga agli ufficiali. Generosissimo, a volte un filo troppo, ma comunque intrigante. Primo candidato per il dopo Rossi ad una sella ufficiale.
JORGE LORENZO 3: mai competitivo, mai realmente in grado di avvicinarsi ai risultati del compagno di squadra che nel frattempo, con la stessa moto, stava per vincere un mondiale. Unica nota positiva il mancato nervosismo che invece, alla Yamaha, saltava fuori alla prima difficoltà. Per il resto, un disastro.
DANILO PETRUCCI 7: svariati podi e vittoria sfiorata a Misano ed Assen, peccato per un inizio di stagione difficile che ha fatto il paio con delle ultime gare veramente sottotono. Vicinissimo all’ufficiale Lorenzo e alla luce dei risultati sarebbe più consono vederli a parti invertite. Almeno sulla Ducati.
CAL CRUTCHLOW 5: partito benissimo con il podio dell’Argentina e poi dissolto durante la stagione. L’anno scorso con due vittorie era stato lui la sorpresa di stagione, ma quest’anno ha completamente mancato la riconferma fra i big. Il 2018 con un compagno di squadra accanto può dare stimoli diversi.
JONAS FOLGER 6: unico acuto il secondo posto nella gara di casa, per il resto svolge sempre il compitino e porta anche la seconda Yamaha Tech 3 nella top ten. Zarco lo mette in ombra ma il suo debutto è comunque tutt’altro che da buttare.
ANDREA IANNONE 3: deliberato il motore evidentemente sbagliato nei test invernali, il matrimonio fra il pilota italiano e la Suzuki non è mai decollato, persino Rins è sembrato più in palla dell’italiano. Il finale di stagione meno disastroso dell’inizio fa ben sperare e risalire in alto con le concessioni (per non aver raggiunto mai il podio) sarà più semplice.
POL ESPARGARO 6: la crescita della KTM è sicuramente anche merito suo, la moto austriaca comincia a farsi spazio fra i big centrando più di una volta la top ten con lo spagnolo. Il 2018 potrà essere l’anno della definitiva consacrazione della moto e un’ottima opportunità per il pilota di essere riconfermato per puntare in alto.
ALEIX ESPARGARO 4: la sensazione è che l’Aprilia avesse, quest’anno come non mai, realmente la possibilità di arrivare sul podio, obiettivo sempre mancato dallo spagnolo. Nonostante le ottime prestazioni in qualifica, manca costantemente la concretezza in gara.
Jacopo Leopardi