Pagelle Suzuka | Hamilton bravo (e fortunato). Verstappen in crescita, ennesimo disastro Ferrari
09 Ottobre 2017 - 16:05
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GP Giappone 2017

Lewis Hamilton, voto 10 e lode – Sfrutta al massimo l’ennesimo disastro targato Ferrari e vince senza troppi patemi anche il Gran Premio del Giappone. Dal trittico asiatico il buon Lewis porta a casa ben 68 punti, e considerando una Ferrari nettamente più forte della Mercedes a Singapore e Sepang, almeno sotto l’aspetto puramente prestazionale, può ritenersi più che soddisfatto. Inutile fare proclami o dare speranze, l’inglese ha entrambe le mani sul mondiale, e solo due sgambetti da parte della sua Mercedes nelle ultime quattro gare potranno rimettere in gioco Vettel. Gara condotta senza problemi, solo un po’ di paura nel finale quando Verstappen gli era incollato, ma niente di più.

Max Verstappen, 9 – Sfrutta ancora una volta l’assenza di una Ferrari in prima fila (di fatto Vettel è come se non fosse partito, come Raikkonen in Malesia) ed è l’unico in grado di impensierire seriamente Hamilton. Ostacolato dal solito Alonso, non riesce ad attaccare Lewis per pochissimo, ma il suo ritmo gara è impressionante. La crescita sua e della Red Bull fa davvero paura, e questa è la base giusta per poter ripartire il prossimo anno.

Daniel Ricciardo, 7.5 – Non tiene il passo del compagno di squadra e rischia seriamente il podio, ma Bottas, frenato dal team in un momento cruciale della gara non riesce a prenderlo per nove decimi. Altro podio comunque, anche lui può ritenersi ampiamente soddisfatto.

Valtteri Bottas, 6.5 – Obbedisce senza batter ciglio al team order, facendo passare Hamilton e piazzandosi davanti a Verstappen, ma questo gli costa il podio. Sarà rammaricato, ma ha fatto il suo dovere. Voucher (© Turrini).

Kimi Raikkonen, 6 – Mezzo voto in più per la rimonta dopo la partenza, più di così non poteva fare dopo una partenza dal decimo posto. Dispiace perché aveva il ritmo per stare con gli altri, ma l’errore delle FP3 costa caro, visto che al minimo impatto con le barriere il cambio è stato distrutto. In qualifica torna in pista senza avere dei riscontri sulla convergenza e questo certamente lo penalizza, ma l’errore alla “Spoon” nel primo giro di gara mette definitivamente la parola “fine” ai suoi sogni di poter conquistare il podio. Peccato, ancora una volta.

Esteban Ocon, 7 – Altra gara importante per il francese della Force India, serio candidato a diventare MVP del campionato, almeno per chi scrive sia chiaro.

Sergio Perez, 7 – Stessa gara di Ocon praticamente. I due piloti della Pantera Rosa, con una macchina ancora più competitiva potrebbero tranquillamente impensierire i top driver, ne hanno tutte le capacità.

Kevin Magnussen, 7 – Cattivo al punto giusto, porta a casa quattro punti che fanno certamente morale.

Romain Grosjean, 7 – Idem con patate.

Felipe Massa, 6 striminzito – Parte ottavo ma non riesce a fare più del decimo posto. Dopo il ritiro dello scorso anno e il ritorno immediato, non vuole lasciare il posto in Williams, ma i nomi di Di Resta e Kubica si fanno sempre più insistenti.

Fernando Alonso, 5.5 – Cerca di prendere l’ultimo posto utile per la zona punti con i denti, anche in maniera scorretta, piazzandosi davanti a Verstappen in fase di doppiaggio (evidentemente non digerisce che qualcuno là davanti possa lottare per la vittoria o per il podio, è la seconda volta in sette giorni che fa così), ma deve desistere. Non ha ancora deciso niente sul suo futuro, ma la sensazione è che la McLaren-Renault potrà essere la sua ultima vera occasione per fare bene in Formula 1.

Jolyon Palmer, 5 – Un pilota dovrebbe sempre poter concludere quantomeno il campionato. E’ stato un piacere.

Pierre Gasly, 4.5 – Non bene, ma la Toro Rosso non lo aiuta.

Stoffel Vandoorne, 4.5 – Dopo Sepang ci aspettavamo molto di più.

Pascal Wehrlein, 4 – Sauber troppo lenta per poter valutare il tedesco. I suoi voti sono più che altro dovuti alle prestazioni della macchina, è bene che lo sappiate, ma non possiamo mettere un “Senza voto” a ogni gara. Per ora si becca queste valutazioni, speriamo di vederlo su una vettura performante l’anno prossimo.

Scuderia Ferrari, 2 – Dispiace tremendamente, ma questo trittico asiatico ha mostrato tutti i limiti di una scuderia, quella di Maranello, che durante lo scorso inverno ha compiuto significativi passi da gigante, questo non va assolutamente dimenticato. A fine anno la Ferrari si beccherà il suo bel voto, senza dubbi, ma purtroppo in queste ultime settimane si è buttato via un mondiale per i troppi problemi dovuti all’affidabilità. Tralasciando la partenza di Singapore, dove i piloti sono assolutamente incolpevoli (anche Verstappen lo è), è chiaro che da quel momento la tranquillità è venuta meno. Decisioni volte al risparmio, come la mancata sostituzione del motore in Malesia per entrambi i piloti (ahimé devo dar ragione a qualche amico). La quarta unità probabilmente avrebbe evitato i problemi di Vettel sabato e di Raikkonen domenica, mandando all’aria una doppietta quasi certa (il beneficio del dubbio lo dobbiamo lasciare). La componente sfortuna non è mancata, ma evidentemente quando le cose vanno male entrambi i fattori vanno a braccetto. I problemi in Malesia e Giappone alla fine del campionato costeranno tanto, troppo, ed è incredibile che la Ferrari nel giro di sette giorni abbia dovuto mandare a quel paese due volte la prima fila e la lotta per la vittoria. E’ un danno di immagine incalcolabile. Noi speriamo possa esserci una reazione subito per poter partire al meglio nel 2018, perché questo campionato, a meno di due clamorosi 0 di Hamilton (e potrebbero anche non bastare) è assolutamente da archiviare.