Jerome D’Ambrosio (Mahindra Racing, 1° posto), voto 10
Nessuno ci avrebbe mai scommesso, ma nel caos del Marrakesh ePrix a vincere è stato proprio Jerome D’Ambrosio, che conquista la sua terza vittoria in carriera in Formula E, la prima in Mahindra e la prima celebrata in pista visto che i suoi due successi precedenti sono arrivati dopo squalifiche altrui. Il pilota belga scatta dalla decima posizione in griglia e disputa una gara accorta senza commettere errori, evitando i guai al via e guadagnando posizioni grazie anche all’Attack Mode che gli ha consentito di passare i due piloti della Virgin portandosi in terza posizione prima del patatrac in casa BMW. JDA ne approfitta per portarsi in testa alla gara, e all’ultimo giro dopo la Safety Car è bravissimo a difendersi da Frijns che ha provato ad insidiarlo fino alla volata sotto la bandiera a scacchi. Anche D’Ambrosio finalmente dispone di una monoposto competitiva con la quale può mettersi in mostra facendo valere la sua enorme esperienza, che dal suo arrivo in Mahindra gli ha fruttato due podi in due gare e ora è addirittura in testa al campionato. Chi l’avrebbe mai detto?
Robin Frijns (Envision Virgin Racing, 2° posto), voto 9
Velocissimo sin dalle prove libere, anche l’olandese è stato autore di una bella rimonta in gara dall’ottava posizione in griglia di partenza. Frijns si mette da subito nel gruppo di testa e combatte con Bird, D’Ambrosio e Di Grassi per un posto sul podio, prima che la Safety Car finale gli regalasse addirittura la possibilità di giocarsi la vittoria, con l’olandese che ha provato in tutti i modi a farsi vedere nei confronti di D’Ambrosio nell’ultimo giro di gara ma senza successo. Dopo una stagione di assenza dal circus elettrico, Frijns conquista il suo secondo podio in carriera in Formula E, e con questa Virgin motorizzata Audi anche lui potrà togliersi qualche soddisfazione da qui a fine stagione. Welcome back Robin!
Sam Bird (Envision Virgin Racing, 3° posto), voto 7,5
Il buon vecchio Sam dopo una prima gara opaca è tornato di gran carriera a Marrakesh facendo registrare una fantastica pole position nonostante la vettura danneggiata dopo un’incomprensione ai box con Frijns e Dillmann. In gara parte bene rimanendo in testa nonostante l’attacco kamikaze di Vergne ma poi non ha il ritmo dei migliori e i due della BMW lo sverniciano dopo alcuni giri in cui l’inglese ha fatto da tappo. Viene passato anche da Frijns e D’Ambrosio e quando ormai sembrava tagliato fuori dalla lotta per il podio arriva il suicidio BMW con Sims che retrocede dietro di lui in quarta posizione, ma dopo la Safety Car Bird è bravissimo a chiudere tutti i buchi al suo connazionale che nell’ultimo giro ha usufruito dell’Attack Mode. Completa il podio per regalare una grande gioia alla Virgin (voto 9) che dopo essere rimasta a bocca asciutta ad Ad Diriyah conquista un doppio podio per la prima volta nella loro storia vincendo il confronto con gli ufficiali Audi, confermandosi ancora una volta come uno dei migliori team del campionato.
Alexander Sims (BMW Motorsport, 4° posto), voto 6,5
Difficile dare un voto ai due piloti della BMW visto quanto è successo, ma tutto sommato credo che Sims meriti questo voto per quanto fatto vedere in tutto il sabato di Marrakesh. Veloce in qualifica, in gara si conferma insieme a Da Costa come uno dei più competitivi sul passo gara scappando insieme al suo compagno di squadra formando un 1-2 che sembrava saldamente nelle mani del team tedesco prima dell’incidente a meno di 10 minuti dalla fine: Sims attacca Da Costa per la testa della gara, entrambi frenano tardissimo con il portoghese che prima copre l’interno e poi si allarga andando a colpire il suo compagno di squadra finendo a muro. Sims riesce a tornare in pista andando poi a chiudere in quarta posizione che gli vale i suoi primi punti in Formula E, ma con il rammarico di aver perso l’occasione di conquistare un podio che era certo fino a 10 minuti dalla fine.
Jean-Eric Vergne (DS Techeetah, 5° posto), voto 6
Chi vi scrive era fermamente convinto che JEV avrebbe vinto questo ePrix, ma questa mia convinzione è andata a farsi benedire alla prima curva quando il campione del mondo in carica ha provato a infilare Bird all’interno dove lo spazio non c’era e finendo in testacoda “stile Vettel” con il gruppo che lo sfila. Merita però la sufficienza per la rimonta che fa dal fondo della classifica fino al quinto posto finale che lo mantiene al secondo posto in campionato, stavolta però con molti rimpianti rispetto ad Ad Diriyah.
André Lotterer (DS Techeetah, 6° posto), voto 8
Gara in rimonta anche per Lotterer con l’altra Techeetah, ma di natura molto diversa rispetto a Vergne, visto che il tedesco è partito dalla 20° posizione dopo un errore nel giro di qualifica ma poi in gara è riuscito a risalire la classifica sfruttando tutto il potenziale della sua DS Techeetah arrivando in sesta posizione proprio dietro al suo compagno di squadra.
Lucas Di Grassi (Audi Sport ABT Schaeffler, 7° posto), voto 6
Ancora sottotono le due Audi ufficiali, con Di Grassi che non riesce a fare meglio del settimo posto finale nonostante fosse stato in lotta per il podio nella prima parte di gara dopo aver tamponato Wehrlein in partenza costringendo il tedesco al ritiro. Magra consolazione per il brasiliano la conquista del giro più veloce, ma in classifica adesso è già attardato rispetto a D’Ambrosio e Vergne.
Sebastien Buemi & Mitch Evans (Nissan e.Dams & Jaguar Racing, 8° e 9° posto), voto 6
Entrambi hanno visto la loro gara rovinata dal testacoda al via di Vergne che, rimasto in mezzo alla pista, ha costretto Buemi ed Evans a girare al largo per evitare di centrare la monoposto del francese perdendo molte posizioni rispetto a dove partivano; i due combattono per recuperare e riescono a conquistare dei punti, ben lontano però dalle loro aspettative iniziali.
Daniel Abt (Audi Sport ABT Schaeffler, 10° posto), voto 5,5
Anche lui sottotono rispetto al potenziale della sua monoposto, così come il suo compagno di squadra Di Grassi. Gara anonima per Abt che chiude la zona punti ma non convince del tutto. Dov’è finito il pilota ammirato nella seconda parte di Season 4?
Maximilian Gunther (GEOX Dragon, 12° posto), voto 6,5
Buona prova del rookie tedesco, il pilota più giovane del campionato, che dopo un esordio incolore ad Ad Diriyah a Marrakesh riesce a fare una gara convincente che dalla 21° posizione lo porta al 12° posto finale dietro al suo compagno di squadra più esperto Jose Maria Lopez (11°, voto 6).
Felipe Massa (Venturi GP, 18° posto), voto 4
Appuntamento da dimenticare per Felipe che chiude in 18° posizione e ultimo dei piloti al traguardo, complice di mille problemi avuti sulla sua vettura sin dalle FP1 del mattino. Purtroppo per lui, si è fatto notare in un’inconveniente al mattino con Nelson Piquet JR (14°, voto 4,5) che via radio lo ha definito “ridicolo amatore”. Da che pulpito poi…
Antonio Felix Da Costa (BMW Motorsport, ritirato), voto 4
A differenza di Sims, Da Costa non è riuscito a rimanere in gara dopo quel contatto fratricida finendo a muro e buttando via la possibilità di replicare la vittoria di Ad Diriyah e di dare una prima mazzata sul campionato. Un vero peccato per AFDC che nonostante la penalità di tre posizioni subita dopo la qualifica, in gara è stato velocissimo portandosi in testa con un bel sorpasso su Bird e involandosi in vetta proprio insieme a Sims fino al momento dell’incidente; le immagini non mentono, con il portoghese che in quella frenata non ha tenuto una linea dritta andando a toccare il suo compagno di squadra, che si era portato all’esterno, prima di finire contro il muretto nello stesso punto in cui l’anno scorso andò a sbattere in qualifica. Da Costa sa di aver sbagliato e di aver perso un’occasione d’oro e a fine gara ha avuto la lucidità di scusarsi con tutta la squadra per quanto accaduto. Ciò non toglie che BMW ha un potenziale altissimo e che insieme a DS Techeetah al momento è la migliore vettura del lotto.
HWA Racelab (Gary Paffett & Stoffel Vandoorne, ritirati), voto 2
Entrambi i piloti KO dopo tre giri andati in collisione tra di loro alla partenza, il tutto sotto gli occhi di Toto Wolff nel giorno del suo compleanno. Non il massimo.