Max Verstappen, voto 10 e lode – Vittoria e ventesimo compleanno, tutto nello stesso weekend. Non poteva concludersi in maniera migliore la domenica di Max, alla sua seconda vittoria in Formula 1 dopo Spagna 2016. Quando connette il cervello senza essere impulsivo, specialmente in partenza dove spesso risulta essere disastroso per sé e per gli altri, è uno dei più forti del circus, e lo ha dimostrato anche in altre occasioni. Una vittoria meritata e che gli dà una spinta morale incredibile dopo un’annata particolarmente complicata. La Red Bull è in crescita e può togliersi altre soddisfazioni da qui ad Abu Dhabi, sperando che nel 2018 Adrian Newey gli dia una macchina in grado di lottare per il campionato mondiale. Forse sta maturando.
Lewis Hamilton, 8 – Parte dalla pole position e non resiste più di tanto all’attacco di Verstappen. Gestisce la seconda posizione e guida praticamente col gomito fuori dal finestrino. Normale amministrazione, pensa al campionato e fa bene, anche se preferiremmo sempre vedere battaglia in pista. Aumenta il suo vantaggio su Vettel, non avrebbe mai pensato dopo le qualifiche di Singapore di tornare dalla Malesia a +34 sul suo diretto avversario in campionato. I mondiali si vincono anche così, ma attenzione a dare per spacciato Vettel.
Daniel Ricciardo, 7 – Penalizzato più del dovuto dalla strategia Red Bull che lo tiene in pista troppo tempo nel primo stint, si difende senza troppe difficoltà e con un pizzico di furbizia dal ritorno di Vettel. E’ comunque contento di questo podio, sa di avere sotto il sedere una macchina competitiva.
Sebastian Vettel, 9.5 – Vorremmo dargli 10, ma cavolo, quel podio sfumato sarebbe stato la ciliegina sulla torta nella sua gara perfetta. Peccato, perché ha letteralmente buttato al vento due vittorie pressoché sicure tra Singapore e Malesia, ma la sfortuna e gli episodi lo hanno condannato ad avere ben 38 punti in meno del previsto alla fine di queste due gare. Può essere una svolta negativa sul mondiale? Sicuramente, ma sappiamo che non si darà per vinto, e già a Suzuka proverà a vincere la prima di cinque gare, ci è già riuscito in passato, ma questa volta è tremendamente più complicato. Il momento no suo e della Ferrari lo possiamo riscontrare nell’incredibile incidente con Stroll dopo il traguardo e che costa a Vettel il cambio. Starà alla Ferrari portare dalla sua parte una falla del regolamento per evitare la penalità a Suzuka, sarebbe di fondamentale importanza.
Valtteri Bottas, 4.5 – Ha preso 44 secondi dal compagno di squadra e si è ritrovato davanti Vettel senza nemmeno rendersene conto probabilmente. Peggiore prestazione stagionale per il finnico della Mercedes. Penalizzato dal nuovo pacchetto? Forse, ma avrebbe potuto tranquillamente cambiarlo come ha fatto il suo compagno di squadra. Male male male.
Sergio Perez, 8 – Ha corso in condizioni fisiche precarie per colpa di un virus che lo ha colpito sabato, ma ha comunque conquistato un sesto posto di assoluto livello, bravo.
Stoffel Vandoorne, 8 – Prestazione maiuscola per il campione 2015 di GP2: è stato sempre in top ten e ha dato una bella legnata al compagno di squadra. In pochi hanno parlato di Vandoorne quest’anno, perché tutti probabilmente si sono dimenticati del suo esordio in Formula 1. Ve lo ricordate? Bahrain 2016? Zona punti? McLaren Cancello Honda? Diamogli tempo e una macchina degna di questo nome. Bravo.
Lance Stroll, 6.5 – Buon ottavo posto, nonostante la Williams lo abbia agevolato sul compagno di squadra attraverso un team radio assolutamente insensato per questa posizione. Tra l’altro il tutto, così come detto dal buon Villeneuve, ha agevolato Vandoorne. Un po’ polli in Williams.
PS – Gli specchietti si guardano, sempre, anche a gara finita.
Felipe Massa, 6.5 – Non può prendere meno di Stroll, è stato praticamente alla pari e per giunta penalizzato per il contatto al via con Ocon.
Esteban Ocon, 6 – Penalizzato dal contatto al via riesce comunque a portare la sua Force India in zona punti.
Fernando Alonso, 4 – Weekend no per il pilota spagnolo della McLaren. Solitamente riesce a mettere una pezza quando la macchina glielo consente, ma questa volta le prende di santa ragione dal compagno di squadra e non si fa mai notare se non in due circostanze: nella prima è bravissimo a mantenere dietro Vettel per alcuni giri, non mollando fino alla fine. Nella seconda però la fa fuori dal vaso, chiudendo volontariamente la porta a Vettel in curva 1 in fase di doppiaggio. Poco da dire, perché le immagini sono chiarissime e Alonso ha sempre dimostrato di non rispettare più di tanto Vettel come pilota. Va bene così, ma non venga a dire “Vettel si lamenta per tutto”, perché la fa ancora di più fuori dal vaso. Ah, la sportellata a Magnussen è sacrosanta.
Kevin Magnussen, 4 – “Hulkenberg ha ragione” è il commento inequivocabile di Alonso. Il danese non sa difendere e vuole pure conto. C’è qualcosina da rivedere nella sua formazione professionale evidentemente.
Romain Grosjean, 4.5 – Prende più di Magnussen solo perché non fa cappellate, ma sia lui che la Haas sono in netto calo.
Pierre Gasly, 6 – Non fa una prestazione eccezionale, ma essendo il suo esordio in Formula 1 merita la sufficienza. Peccato anche perché ha avuto seri problemi alla schiena da metà gara in poi, e inoltre non ha potuto bere per problemi alla cannuccia, e in Malesia questo genere di complicanze sono devastanti, quindi bravo.
Joylon Palmer & Nico Hulkenberg, 4 – Loro e la Renault decisamente insufficienti. Palmer si è addirittura girato due volte a distanza di tre curve.
Pascal Wehrlein & Marcus Ericsson, 4 – Il tedesco si fa notare solo per il passaggio a Vettel nel dopo gara. Che dire? E’ il più “memato” del weekend.
Carlos Sainz, S.V. – Si ritira per un problema tecnico sulla sua Toro Rosso.
Kimi Raikkonen, S.V. – Ovviamente non essendo nemmeno partito non è giudicabile, ma aveva tutte le carte in regola per tornare alla vittoria dopo più di quattro anni. Niente, ha una sfiga immensa, non ci sono altre parole per commentare il suo weekend.
Il Gran Premio della Malesia, 10 e lode – 19 edizioni tutto sommato belle, in una delle pochissime piste riuscite dal buon Tilke, che tra un aborto e l’altro è riuscito a disegnare un tracciato degno di questo nome. Peccato non averlo più nel calendario di Formula 1 nel prossimo futuro, speriamo sia solo un lungo arrivederci.