I pronostici sono stati rispettati in pieno. La Toyota ha dominato le qualifiche della 24 ore di Le Mans 2018 andando a conquistare tutta la prima fila, rifilando importanti distacchi alle LMP1 private che possono solo sperare in qualche guasto o errori dei piloti del team giapponese per provare a giocarsela in gara.
Nella Q3 Kazuki Nakajima si è confermato il mattatore di questa settimana fino a questo momento. Il giapponese, al volante della TS050 Hybrid #8 che divide con Alonso e Buemi, ha demolito il tempo ottenuto mercoledì sera andando a fermare il cronometro sul 3’15”377, rifilando la bellezza di due secondi esatti alla vettura gemella #7 di Conway-Kobayashi-Lopez. Kazuki è riuscito a sfruttare pienamente il primo giro lanciato ad inizio sessione, dove la pista libera gli ha permesso di migliorare. Questa fortuna non l’ha avuta invece Kobayashi, che ha visto anche il suo record dello scorso anno vacillare dato che Nakajima si è portato a soli 6 decimi dalla prestazione monstre dello scorso anno.
Alle spalle delle inarrivabili Toyota, troviamo la Rebellion R13 Gibson #1 del terzetto Lotterer-Jani-Senna che però è staccata di ben 4 secondi dalla vetta. Va detto che la vettura gemella, la #3 di Menezes-Beche-Laurent, era stata la più veloce portandosi a 2”8 dalla pole. In seguito è stato tolto il miglior tempo a questa vettura, poichè ha ignorato i controlli della direzione gara ad inizio sessione, non fermandosi sotto il tendone in pit lane. Dunque scatterà dalla quinta piazza, alle spalle anche della BR1 AER della SMP Racing, la #17 di Sarrazin-Isaakyan-Orudzhev. Anche per la Ginetta #5 di Roussel-Simpsonj-Robertson tempi cancellati, dovranno partire dalla quattordicesima posizione.
Dietro ai primi cinque, dalla sesta casella prenderà il via la BR1 Gibson #10 della DragonSpeed con Hedman-Hanley-Van der Zande, davanti all’altra SMP di Button-Aleshin-Petrov. Segue la ByKolles di Webb-Kraihamer-Dillmann che precede la Ginetta che è più avanti in classifica, la #6 di Turvey-Brundle-Rowland.
In classe LMP2 è stata proprio la terza sessione di qualifica a risultare decisiva per l’assegnazione della pole. Questa categoria è talmente combattuta che i primi tre si sono ritrovati racchiusi in appena 76 millesimi. Davanti a tutti c’è l’Oreca 07 Gibson #28 del TDS Racing, che con Duval-Perrodo-Vauxivière ha battuto tutti girando in 3’24”816, per appena 26 millesimi più rapida della #48 dell’Idec Sport guidata da Chatin-Rojas-Lafargue. Terza un’altra Oreca, la #31 della DragonSpeed di Maldonado-Berthon-Gonzales.
Tra le GTE PRO è stato impossibile per tutti tentare un assalto a quanto fatto da Gimmi Bruni, che ha portato in pole la Porsche #91 nella serata di mercoledì. Il pilota romano ha girato in 3’47”504, sbalordendo anche gli stessi compagni di vettura (Lietz e Makowiecki) e rifilando distacchi abissali alla concorrenza. Accanto a questo terzetto scatterà l’altra Porsche in versione ”revival”, la #92 di Christensen-Estre-Vanthoor, staccata di ben 1”593 dalla gemella. In seconda fila Ford GT #66 di Mucke-Pla-Johnson e la Ferrari #51 di Pier Guidi-Calado-Serra, che proprio nella serata di ieri è riuscita a salire in classifica ottenendo tutto sommato un buon piazzamento. Male le altre due rosse, con la #71 solo decima e la #52 dove corre Giovinazzi addirittura quindicesima, alle sue spalle solo le Aston Martin.
Anche in GTE AM un pilota italiano ha fatto saltare il banco, sempre al volante di una Porsche. Si tratta di Matteo Cairoli, che sulla #88 del Demsey Proton Racing ha fermato il cronometro sul 3’50”728. Alle sue spalle altre due Porsche, la #86 del Gulf Racing con Barker-Davison-Wainwright e la #77 di Ried-Campbell-Andlauer. Quarta la prima Ferrari, la #54 dello Spirit of Race di Castellacci-Flohr-Fisichella.