Un mondiale affascinante e ricco di emozioni è quello appena terminato. Gli spagnoli Jorge Lorenzo (Yamaha) e Marc Marquez (Honda Repsol) hanno dato vita ad una stagione combattuta e senza esclusioni di colpi, sfidandosi per la lotta al vertice dal Qatar a Valencia.
Tra frecciatine e qualche botta di troppo, il debuttante Marquez si è portato a casa il titolo mondiale con soli quattro punti di vantaggio sul connazionale (334 – 330).
Si parte dal Qatar, classico appuntamento in notturna di inizio stagione. Debutta in MotoGP Marc Marquez su Honda, prendendo il posto del “pensionato” Casey Stoner, con Dani Pedrosa punta di diamante del team HRC e speranzoso di potersi portare a casa il titolo. In Yamaha torna Valentino Rossi, con una valigia piena di speranze, ma ben cosciente di avere di fronte un Lorenzo fortissimo e deciso a confermarsi campione. In Ducati la coppia Dovizioso – Hayden farà capire come sulla Desmo 16 ci sarà molto da lavorare.
A Losail vince Jorge Lorenzo, distanziando Valentino Rossi di cinque secondi e Marquez di sei. Giù dal podio un delusissimo Pedrosa, consapevole di aver trovato un altro pilota fortissimo come compagno di squadra.
Marquez si conferma pilota temibile già ad Austin. Nel secondo appuntamento mondiale, il catalano mette a segno una vittoria capolavoro dopo un duello con Pedrosa, giunto secondo, e con Lorenzo sul gradino più basso del podio. Solo sesto Rossi, davanti a Dovizioso, a confermare una stagione in salita per gli italiani.
A Jerez il primo vero scontro tra i due. Durante l’ultimo giro, Pedrosa è tranquillo verso la prima vittoria stagionale, ma è dietro che succede di tutto: Marquez, nel tentativo di passare Lorenzo all’ultima curva, giunge lungo e lo sperona in stile Rossi – Gibernau, proprio a Jerez e proprio in quella curva. Nessun provvedimento per i due: Marquez confermato secondo davanti a Jorge, con il 93 dell’HRC “soddisfatto” nell’emulare il suo idolo, Valentino Rossi. Da qui Lorenzo comincia una guerra psicologica contro Marc, accusandolo di essere un pilota pericoloso per la sicurezza in pista.
A Le Mans, nel festival delle scivolate durante il weekend, Dani Pedrosa centra il secondo successo consecutivo davanti a Crutchlow (Yamaha Tech 3) e Marquez. Solo settimo Lorenzo, autore di una prova scialba sotto la pioggia. Addirittura dodicesimo Rossi, caduto mentre era in zona podio. A questo punto, Dani balza al comando della classifica mondiale con 83 punti, seguito da Marquez a 77.
Al Mugello si corre la quinta tappa del mondiale: Marquez è autore di una bruttissima caduta durante le prove libere sul rettilineo principale, poco prima di entrare alla curva “San Donato”, a 300 Km/h. Per lui accertamenti clinici ma pronto per la gara. Lorenzo vincerà la seconda gara della stagione davanti a Pedrosa e Crutchlow, con Marquez nella ghiaia a soli tre giri dalla fine. Rossi, ormai tagliato fuori per la lotta mondiale, cade durante il primo giro dopo un contatto con la Honda Gresini di Alvaro Bautista.
In Catalogna, a Barcellona, Marquez non riesce a vincere il Gran Premio di casa, andato ancora una volta a Jorge Lorenzo, davanti a Pedrosa e lo stesso Marc. Pedrosa resta al comando del mondiale con 123 punti, ma Lorenzo, forte di due vittorie consecutive, agguanta il secondo posto con 116 punti, mentre Marquez è terzo con 93 punti.
La MotoGP torna in pista di sabato, nel classico appuntamento di Assen, in Olanda. Nelle prove libere del giovedì, caratterizzate da pioggia forte e pista scivolosa, Lorenzo scivola fratturandosi la clavicola. Per lui niente gara.. Almeno fino a prova contraria, perché il maiorchino vola in Spagna, si fa operare, per poi tornare in pista nel Warm-up, piazzando l’ottavo tempo. Crutchlow fa la pole, ma è Valentino Rossi ad avere la meglio su tutti, andando a vincere dopo tre anni, lasciando dietro Marquez e Crutchlow, con Pedrosa quarto. Eroico quinto posto per Lorenzo, il più veloce fino alla caduta.
Da questo momento inizia il “Marquez show”, con quattro vittorie consecutive: Sachsenring, Laguna Seca, Indianapolis e Brno. Il catalano dell’HRC è certamente favorito dalle cadute di Lorenzo e Pedrosa durante il weekend tedesco (Per Lorenzo caduta sulla spalla fratturata), che non hanno permesso ai due di correre in Germania, e di fare un GP di controllo a Laguna Seca, arrivando rispettivamente al sesto ed al quinto posto. Pedrosa prenderà poi due secondi posti, mentre Lorenzo due terzi posti. Addirittura Jorge avrebbe dovuto saltare anche Laguna Seca, ma la caparbietà del maiorchino ha la meglio.
Con questi risultati, Marquez è saldamente in testa alla classifica con 213 punti, segue Pedrosa con 186 e Lorenzo con 169, a ben 44 punti da Marquez.
Entriamo nella fase calda della stagione: mancano sette gare alla fine e Lorenzo dimostra di essere tornato al top, vincendo sia a Silverstone che a Misano, con Marquez sempre secondo e Pedrosa sempre terzo. La costanza di prestazioni del catalano dell’HRC sono risultate fondamentali ai fini della stagione.
Al Gran Premio d’Aragona, quattordicesima prova del mondiale, Marquez torna a vincere davanti a Lorenzo e Rossi. Durante la gara, decisivo è stato il contatto con Pedrosa, con il 26 della Honda costretto al ritiro: “Le scuse le accetto, ma non servono a nulla” dice Dani, che sulla stessa lunghezza d’onda di Lorenzo, non esprime belle parole per il compagno di squadra. La risposta di Marquez è secca: “Non sono spericolato, mi dispiace per Dani, ma quando guido così mi sento a mio agio”.
A Sepang Dani fa tris di successi. Non vinceva da Le Mans, ben 10 gare senza vittorie. Un’annata storta, l’ennesima, per Dani. Non è riuscito, in diverse occasioni, ad approfittare dei problemi degli avversari, come successo ad Assen e Sachsenring. Caratteristica che ha sempre contraddistinto il pilota spagnolo, che dopo Stoner, si è beccato un’altra mazzata da un suo compagno di squadra.
Mancano tre gare alla fine e la situazione in classifica vede Marquez al comando con 298 punti, seguito da Lorenzo a 255 e Pedrosa con 244.
Si vola a Phillip Island, nel bellissimo circuito australiano. Sarà una gara storica: per la prima volta le MotoGP dovranno fermarsi ai box a metà gara per effettuare un cambio gomme (e moto) a causa della forte abrasività dell’asfalto, che distrugge le Bridgestone dopo appena dieci giri. Marquez in questo caso viene squalificato per essere entrato all’undicesimo giro, uno dopo la finestra consentita. Non solo: rientrando in pista dopo il pit-stop, va a contatto con Lorenzo che in un primo momento si autoaccusa, mentre prima del Gran Premio del Giappone, va contro Marquez dicendo di essere spericolato. Insomma, coerenza portami via. Lorenzo vince dunque davanti a Pedrosa e Rossi.
A Motegi si disputa il penultimo Gran Premio stagionale: il venerdì di prove viene cancellato a causa del maltempo e della nebbia che non permettono all’elicottero medico di alzarsi in volo. La gara è contraddistinta dalla netta superiorità di Lorenzo, che vince, ma Marquez dimostra ancora una volta grande costanza di prestazioni, piazzandosi secondo davanti a Pedrosa.
A questo punto arriviamo all’ultima gara stagionale, a Valencia, con i due staccati di soli tredici punti (318 – 305) in favore di Marquez. Marc sarebbe campione del Mondo:
– Se Lorenzo vince la gara , Marquez deve chiudere almeno quarto per diventare campione del mondo;
– Se Lorenzo è secondo, Marquez deve chiudere almeno ottavo per diventare campione del mondo;
– Se Lorenzo è terzo, Marquez deve chiudere almeno dodicesimo per diventare campione del mondo;
– Se Lorenzo è quarto, Marquez deve chiudere almeno quindicesimo per diventare campione del mondo;
– Se Lorenzo non chiude in top4, Marquez sarà automaticamente campione del mondo.
Già dal venerdì comincia il gioco psicologico di Lorenzo, che all’uscita box delle FP1 decide di mettersi subito dietro Marquez col semaforo ancora rosso, toccandolo appena, sperando di mettere pressione all’avversario, invano. Marquez fa la pole ed è deciso a vincere questo mondiale all’esordio in MotoGP.
Pronti via e subito entusiasmo: Lorenzo e Pedrosa si scambiano la testa della corsa svariate volte. Il pilota della Yamaha cerca di rallentare il gruppo per favorire gli altri piloti, sperando che sorpassino Marquez, terzo fino ad ora ed in pieno controllo della situazione. Lorenzo intanto decide di buttare fuori traiettoria Pedrosa, così Marquez va al comando, ma Jorge decide che almeno la gara se la vuole portare a casa, tornando così in testa. Pedrosa è terzo davanti a Rossi.
La gara va così fino alla fine, Marquez è il più giovane campione del mondo della storia della MotoGP, per giunta al debutto (334 – 330).
E’ un successo meritato: Marquez è stato sempre costante, perché quando non vinceva, riusciva a piazzarsi quasi sempre sul podio. Lorenzo, due volte campione della classe regina, ha dimostrato ancora poca umiltà. Il ragazzo, per carattere, non è il massimo della simpatia, ma i campioni sono anche questi. Però il cambio di opinione tra Australia e Giappone la dice lunga sui suoi pensieri. Sperava di vincere psicologicamente, invano. Pedrosa è l’eterno incompiuto, ma anche l’eterno sfigato: dopo Stoner ecco Marquez, sperava di essere il punto di diamante di questa squadra, beh si sbagliava. Rossi torna a vincere, ma onestamente è ben poco. I più ottimisti credono che il 2015 possa essere l’anno in cui vedremo se è tornato o meno per vincere il mondiale, mentre i realisti, anche suoi tifosi, hanno perso le speranze. Crutchlow velocissimo ma poco costante, sempre a terra lui e la sua Yamaha, ed il prossimo anno in Ducati è dura. La Ducati stessa è in mezzo ad una strada: il Dovi e Hayden non sanno che pesci prendere, a dimostrare che solo Stoner e Capirossi, fino ad ora, sono stati in grado di guidarla.