Marquez: 9. Forse poteva forzare di più all’inizio, ma con i rivali per il titolo KO bene ha fatto a non esagerare, considerando anche il volo del Mugello in un momento della gara totalmente piatto. Bravo a non cedere alla pressione di Crutchlow e dopo Austin rivede la testa del mondiale.
Crutchlow: 9. La Yamaha non può non dargli una moto ufficiale per il 2014. Non alla luce delle recenti prestazioni, sempre convincenti e migliori di quelle di Rossi con la moto del team centrale. Un po’ in difficoltà nel tenere a bada la moto nella fasi iniziali, Cal ha poi rimediato con una bella progressione nelle fasi finali della corsa. E non stava neanche troppo bene dopo le cadute nelle libere.
Rossi: 6-. Su quattro moto ufficiali lui solitamente è quarto. Dato che ce n’erano solo due doveva arrivare secondo e invece Crutchlow non trova particolari problemi nell’arrivargli davanti, cosa peraltro già accaduta nel corso di questa stagione. A differenza del solito il suo inizio di gara è molto valido, mentre è stata la parte finale a mancare.
Bradl: 7,5. Arriva infuriato per aver mancato il podio, ma come gli ha detto il suo team principal Lucio Cecchinello, non c’è mai disonore nell’aver dato tutto. Ha fatto quello che poteva, ha guidato bene e ha divertito gli spettatori tedeschi: dopo qualche prestazione opaca e qualche caduta di troppo può andar bene così.
Smith: 6. Il divario da Crutchlow è ancora abissale, ma qualche timido segnale di miglioramento si inizia a vedere. Aver tenuto dietro tutte le Ducati non può essere considerato negativo.
Dovizioso e Hayden: 5 e 4. Ok: la Ducati proprio non andava in gara, però l’atteggiamento dei due non è stato dei migliori. Il Dovi che dice che non vale la pena rischiare in certe situazioni ricorda il Rossi del 2011-2012, che temendo di cadere chiudeva il gas. Inoltre fino alle qualifiche la moto non sembrava messa così male.
A.Espargaro: 8. Arriva ottavo giocandosi il settimo posto in volata con Dovizioso. Per uno che guida una CRT è fin troppo. Molti team manager hanno il suo nome sul taccuino e fanno bene.
Petrucci e Corti: 6,5. Grandi in qualifica a conquistare la Q2. In gara vengono fuori i limiti delle loro CRT, meno prestazionali rispetto alle ART e a quelle della Kawasaki, ma i due italiani la loro buona figura l’hanno fatta.