Domenica 8 settembre, Autodromo Nazionale di Monza. Alle 9 della mattina arrivo nel Parco di Monza e dopo una lunga passeggiata arrivo alla tanto aspettata destinazione: l’autodromo. Il primo particolare che noto all’entrata è l’impressionante pendenza del vecchio anello di velocità ora ricoperto di erbacce che fanno piangere il cuore. Fatta qualche foto proseguo e comincio a sentire il rombo dei motori delle vetture GP3 Series e anche l’odore della benzina era abbastanza forte, cerco di vedere qualcosa ma le tribune della Parabolica me lo impediscono, quindi continuo e arrivo al cancello, finalmente riesco a trovare uno spazio vuoto da cui ammirare la pista.
Passa qualche vettura e dentro di me penso “Fino a ieri ho visto queste vetture in televisione e ora ho la possibilità di vederle sfrecciare a pochi metri da me”. Un’emozione inimmaginabile. Passato il gruppo di vetture, proseguo la mia passeggiata verso la Tribuna Laterale Destra. Passato sopra il ponte del rettilineo che porta alla Parabolica, e fatto qualche passo in più mi ritrovo davanti al parcheggio delle auto dei piloti e dei tecnici. Non ci faccio più di tanto caso, fino a quando dal parcheggio non esce Valtteri Bottas.
Il pilota finlandese, scortato dalla security, riesce a raggiungere a fatica l’entrata del Paddock, infatti seppur sia un pilota poco conosciuto e di una scuderia che lotta per le retrovie, c’era tanta gente che cercava di fargli una foto, questo sottolinea che nei posti in cui la Formula 1 è nata, la passione è intensa. In paesi come Corea, India o altri ultimi arrivi, se avessero visto Bottas, forse non lo avrebbero nemmeno riconosciuto.
Neanche un passo e mi ritrovo a pochi centimetri dalla Mercedes di Lewis Hamilton. Il pilota anglo-caraibico fa impazzire l’onda di tifosi presenti in quel punto a tal punto da rendere quasi impossibile il lavoro alla security. Purtroppo era seduto sul sedile posteriore dalla parte opposta rispetto a quella in cui mi trovavo io e quindi non sono riuscito a fargli una foto. Abbastanza dispiaciuto dal fatto di non essere riuscito ad ottenere la foto del mio pilota preferito, decido di continuare per il sotto passaggio che si trova poco dopo l’uscita dalla Parabolica. In quel punto, sempre in macchina, vedo anche Jean Alesi. In pochi passi sono riuscito a vedere piloti che hanno fatto, stanno facendo e faranno la storia della Formula 1.
Arrivato dall’altra parte del sotto passaggio mi ritrovo alle spalle delle tribune del rettilineo. La televisione rende poco la grandezza, ma vederle dal vivo fa impressione, una struttura enorme. Prima di salire decido di fare un giro agli stand ufficiali, poca roba, il punto più deludente di tutti. Intanto vedo tifosi da ogni parte del mondo pronti a tifare per i loro idoli. Brasiliani con le maglie dell’Atletico Mineiro e striscione pronti per supportare Felipe Massa, finlandesi con i parrucconi rappresentanti la loro bandiera, addirittura un gruppo di tifosi spagnoli ognuno dei quali aveva sulla propria maglietta una lettera che unita alle altre avrebbe formato la scritta “FERNANDO ALONSO!”. Molti erano i tifosi di Nico Rosberg, quelli di Sebastian Vettel, ma anche di Red Bull e McLaren in generale. Ovviamente non poteva mancare il tifo per la Ferrari. Si pensa che a Monza, patria della rossa, ci sia in predominanza un tifo Ferrari ma a dire il vero, era di poco superiore rispetto a quello per gli altri team.
Finito il giro decido di salire in tribuna e intanto assisto alla premiazione dei piloti della gara di GP3 Series appena conclusa. Vado alla ricerca del mio posto e appena trovato mi siedo e penso “Finalmente ho coronato il mio sogno, andare a Monza per assistere dal vivo a un Gran Premio”. Pochi minuti più tardi cominciano ad accendersi i motori delle Dallara di GP2 che una dopo una scendono in pista per schierarsi sulla griglia di partenza. Se il rombo dei motori della GP3 era sopportabile, quello delle GP2 era decisamente più forte e richiedeva l’uso dei tappi per non rischiare di diventare sordo. Arrivano le 10:30 e i piloti sono pronti a partire. Quando tutti i 26 drivers cominciano a spingere sul pedale dell’acceleratore, la tribuna comincia a tremare tanto è alta la potenza dei motori GP2. Partono e dopo pochi secondi sono già spariti. Guardo qualche giro e poi decido di andare a fare una passeggiata in attesa della partenza di Formula 1.
Fuori dalle tribune, nella sezione riservata alle televisioni, vedo Gianfranco Mazzoni, il telecronista che dal 2003 fino al 2007 e poi negli ultimi 3 anni ha accompagnato le mie domeniche di Formula 1 con il suo commento.
Attraverso il sotto passaggio dell’uscita dei box e dopo qualche minuto di passeggiata mi ritrovo ad un’altra entrata del Paddock, cerco di scorgere qualcosa ma riesco solamente a vedere le ospitality di Marussia, Catheram, Williams e la famossisima Energy Station della Red Bull. Decido di farmi fare una foto davanti all’entrata del Paddock, come ricordo, sperando che in futuro, anche solo una volta, avrò la possibilità di poterci accedere.
Intanto passa il tempo, finisce la Gara di GP2, da lontano si sente l’inno del vincitore, mentre fuori dal paddock ci sono i vari team di Porsche Supercup che portano i pneumatici nei box. Dopo qualche decina di minuti sento i motori Porsche accendersi, sono decisamente meno potenti in termini di sound, rispetto ad un motore di GP2, cerco un varco per poter scattare qualche foto, ne trovo uno, un cancello vicino all’uscita del box, in quel preciso momento a pochi metri da me passa la Safety Car, una macchina stupenda! Dopo poco il rombo delle Porsche comincia a farsi più forte e dopo che i semafori si sono spenti, parte la gara e tutte le 911 passano come dei missili. Riesco a “rubare” qualche foto ed anche questa è fatta.
Si è fatto mezzogiorno, vado a mangiare. Non è come al solito, mangiare con il sottofondo dei motori Porsche è incantevole, fa rimanere sbalorditi e increduli di essere lì, a Monza, di aver raggiunto finalmente il momento della prima volta.
Poco prima dell’una si ritorna in tribuna e in quel preciso momento comincia a piovere, qualche gocciolina, per poi arrivare alla vera pioggia intensa, che però finisce dopo poco e quindi non impone ai commissari di gara di dichiarare corsa bagnata. Cerco il mio posto, mi vado a sedere e in attesa che il semaforo della pit lane diventi verde osservo attentamente il lavoro dei meccanici e degli ingegneri all’interno dei box. Grazie alla fotocamera del mio amico riesco anche ad intravedere qualcuno che si è “rifugiato” in fondo al box, oppure qualcun’altro che viene intervistato. Persone che fino a 24 ore prima avevo visto solo in tv ora erano davanti ai miei occhi. Hamilton, Gutierrez, Di Resta, Alonso, Massa, Lauda, Coulthard, Jordan, Surtees, Todt tutti in pit lane. Chi si preparava per correre chi lavorava per offrire il proprio servizio ai telespettatori.
Arrivano le 13:30 e finalmente i motori si accendano, il rombo è incredibile, una sensazione meravigliosa, pilota dopo pilota escono tutti dalla pit lane e si vanno a posizionare sulla griglia di partenza. Ogni pilota che passava una foto, ovviamente alla Ferrari, ne ho dedicata qualcuna in più. Il tempo scorre, i semafori della griglia cominciano a spegnersi, uno dopo l’altro, arrivano le 14 ed è tempo del giro di ricognizione. Tre minuti più tardi ritornano sulla griglia, gli ultimi burnout per scaldare le gomme e da Vettel e Chilton tutti si schierano al proprio posto.
In quel momento tutto si ferma, il tempo passa lentamente, neanche fosse un replay con lo slow motion. La gente si alza in piedi, chi armato di fotocamera, chi di cellulare, tutti a riprendere la partenza. 5, 4, 3, 2, 1, i semafori si spengono, il Gran Premio d’Italia è partito, pochi secondi e le vetture sono sparite, tutte in Prima Variante. La gente fissa il maxi schermo di fronte alla tribuna. Tutti saltano in piedi per il sorpasso di Massa ai danni di Webber, quindi un “oooooh” generale per l’incidente di Paul Di Resta alla Variante della Roggia. Dopo un minuto e mezzo transitano tutte le vetture e i meccanici Lotus sono fuori insieme a quelli Ferrari. Gli uomini di nero-oro vestiti si preparano per il cambio di Ala e di gomme di Kimi Raikkonen. Il rombo di un motore di F1 con il limitatore attivato è incredibile. Al terzo giro, si scatena la tribuna per il sorpasso di Fernando Alonso ai danni di Mark Webber alla Variante della Roggia, al passaggio dello spagnolo sul traguardo, la gente esultava.
Giro dopo giro però si vedeva Vettel che passava e le due Ferrari che arrivavano sempre più staccate, soprattutto dopo il primo pit-stop. Ad un certo punto si riusciva a notare il passaggio di Vettel sul traguardo mentre Alonso e Webber ancora dovevano inserirsi nella Parabolica. Per me, che sono Ferrarista nato, era un dispiacere, ma almeno questa delusione riuscivo a colmarla con la felicità di vedere sfrecciare questi bolidi davanti a me. La loro velocità è impressionante. Guardare le vetture correre in televisione non rende assolutamente l’idea, dato che le telecamere seguono le monoposto, ma dalla tribuna vedi arrivare una macchina e dopo poco è già sparita. Le uniche vetture che si riuscivano a vedere per più tempo erano le Marussia, sempre in coppia ad ogni giro accumulavano un distacco sempre maggiore rispetto alle Catheram. Erano talmente lente, e in questo caso la TV le fa sembrare più veloci, che quasi quasi sembravano vetture di GP2. In pochi giri Kimi Raikkonen, staccato di una ventina di secondi dalle vetture russe, ne ha fatto un sol boccone.
Al termine del Gran Premio, ho lasciato il mio sedile per avvicinarmi al podio ed assistere all’arrivo di Vettel e dei piloti che lo seguivano da una distanza più ravvicinata. Quando i motori erano tutti spenti, l’onda di tifosi che è andata in pista era spettacolare. Chi si è avvicinato al cartello del DRS per cercare di strapparlo e portarselo a casa, chi si è seduto sul nastro di asfalto fingendo di essere un pilota pronto a prendere il via a un Gran Premio. Tutte cose che in TV le vedi normalmente ma osservate dal vivo è tutta un’altra cosa. Si respira l’aria della Passione.
Passati 10 minuti dal termine del Gran Premio, i piloti arrivano sul podio e i tifosi che si trovano in pista inneggiano a Fernando Alonso. Durante le interviste, nel momento in cui il microfono passa nelle mani di Vettel si sente una marea di fischi. Io ho rivisto la gara in televisione il giorno dopo ma posso assicurare che quello che si è sentito in tv è nulla rispetto al vero boato di fischi che ho ascoltato dal vivo. A differenza del pilota Red Bull, quando il protagonista era Fernando Alonso, la tifoseria si scaldava e il boato nel momento in cui il ferrarista ha scattato le foto ai piloti era indescrivibile.
Terminate premiazioni e interviste è arrivato il momento di tornare a casa e il dispiacere è tanto perchè dopo aver vissuto un’esperienza tale non vorresti mai più ritornare alla normalità. L’atmosfera è magnifica e la passione che si vede è emozionante e coinvolgente. Quindi se non avete mai assistito ad un gran premio dal vivo, vi consiglio di farlo! Quando avrete la possibilità, non lasciatela sfuggire, è un momento che rimane impresso per tutta la vita!