A sei anni di distanza dai 1000 km di test privati ma non segreti svolti a Barcellona nei giorni successivi al GP di Spagna per testare le nuove gomme Pirelli, la Mercedes torna nel mirino delle scuderie rivali per una questione prettamente incentrata attorno alle prove svolte in pista lontano dai riflettori.
Nel 2013 la scuderia tedesca finì al centro di un’indagine della Federazione Internazionale dell’Automobile per aver fatto dei test con la vettura dell’anno in corso, contrariamente ai dettami del regolamento che indicavano la possibilità di svolgere delle prove solamente con macchine di almeno due stagioni antecedenti a quella in pieno svolgimento e gomme Pirelli ‘demo’. Stavolta la questione è diversa.
Negli ultimi giorni del mese di gennaio la Mercedes ha annunciato di aver imbastito un programma rivolto a Nikita Mazepin, giovane pilota messosi in luce l’anno scorso della GP3 Series, dove è arrivato secondo in classifica piloti. La scuderia di Brackley non ha assunto ufficialmente il pilota russo, ma ha deciso di supportare la sua crescita dandogli la possibilità di svolgere dodici giornate di prove nel corso del 2019 a bordo della W08, la vettura che ha permesso alla Mercedes di vincere i titoli piloti e costruttori nel 2017. Il programma di test prevede una squadra prove interamente incentrata su Mazepin, che avrà come coach Esteban Ocon, pilota di riserva della Stella a Tre Punte. La scelta della Mercedes ricalca perfettamente quella fatta dalla Williams due anni fa, con la scuderia di Grove che mise in piedi una serie di test per permettere a Lance Stroll di accumulare esperienza su una macchina di Formula 1.
Le sessioni di test cucite su misura per Mazepin hanno però fatto storcere il naso a molti team del Circus, come recentemente riportato da Sky Sport F1 nella rubrica ‘Sky Spy’. In primis perché il pilota russo girerà su circuiti presenti nel calendario di Formula 1, e non su piste “neutre”. In secondo luogo le prove a cui si sottoporrà il pilota della ART Grand Prix verranno svolte lontano dalle telecamere, e saranno blindate alla stampa. Non solo: non saranno nemmeno presenti delegati della FIA a vigilare su quanto accade in pista. La terza ragione che ha scatenato i malumori del paddock riguarda la possibilità che la Mercedes sfrutti questi dodici giorni di prove per testare in pista degli aggiornamenti destinati alla monoposto del 2019, lontano da occhi indiscreti, traendo in questo modo un vantaggio competitivo sulla concorrenza.
Due anni fa queste criticità non potevano emergere per i test allestiti per Stroll, che girava su una Williams del 2014, che aveva specifiche totalmente diverse rispetto alle macchine della nuova generazione. Mazepin invece potrà guidare una vettura del 2017, non molto diversa rispetto a quelle attuali. Una situazione che rappresenta un unicum, perché per la prima volta dopo tanti anni la Formula 1 non ha apportato rivoluzioni tecniche rispetto a due anni prima, fatta salva la revisione di forme e paratie sull’ala anteriore.
La Mercedes potrebbe quindi trovarsi a rispettare formalmente il regolamento, girando in pista con una monoposto vecchia di due anni, e a provare al contempo soluzioni destinate alla W10 schierata nel mondiale 2019.
Secondo Sky, questo argomento potrebbe diventare un oggetto di discussione nel corso dei prossimi incontri fra i team di Formula 1 e la FIA.