Definire pazzesca questa gara sarebbe persino riduttivo. La pista di Assen ci ha regalato, molto probabilmente, la gara più bella dell’ultimo ventennio. Un numero indefinibile di sorpassi, tentati in ogni punto della pista…e anche fuori! Salvataggi mozzafiato, perdite di anteriore, traversi, il ritorno della Yamaha, un Lorenzo versione “Terminator”: una gara da infarto…che la Moto3, può accompagnare solo!
In tutto questo ambaradan è stato bravo, bravissimo, a spuntarla Marc Marquez. In un tipo di gara che certamente gli si confà, il #93 non si è risparmiato per nulla, aggredendo tutto quello che c’era da aggredire, tentando staccate al limite, subendone…e rialzandosi quando praticamente era già a terra, per l’ennesima volta. Il “tirone” nel finale ha consacrato lo spagnolo come pilota più in forma e più forte del momento (come se ci fosse bisogno di sottolinearlo). E’ lui che detiene le chiavi del mondiale, e spetta proprio a Marquez decidere se tenerle o perderle.
Seconda posizione, e secondo podio di carriera per Alex Rins, davvero molto combattivo e molto agile a far girare la sua Suzuki nelle curve del tracciato olandese. Il pilota spagnolo si è reso inoltre protagonista di un contatto ravvicinatissimo con Marquez, che ha portato il cabroncito a perdere l’equilibrio e quasi a essere disarcionato dalla moto: il tutto scongiurato ovviamente da un ennesimo salvataggio. Rins non è stato comunque penalizzato per questa manovra.
Sul gradino più basso del podio riecco finalmente Maverick Vinales, di nuovo in possesso di un buon feeling con la moto e soprattutto con l’anteriore che oggi, citando Guido Meda, “sembrava di granito”. Un pizzico di delusione per Andrea Dovizioso e Valentino Rossi, autori di una gara stratosferica fino a 2 giri dal termine quando, in curva 1, hanno entrambi forzato la staccata, andando un pelo lunghi, di fatto autoeliminandosi dalla lotta per il podio. I due possono comunque ritenersi soddisfatti, il primo della competitività della Ducati su una pista non storicamente amica, il secondo del ritorno in pompa magna della Yamaha, finalmente agile e scorrevole.
Anonimo sesto posto per Cal Crutchlow davanti ad uno straripante Jorge Lorenzo. Nel corso dei primi giri il maiorchino ha dato prova di essere maturato anche in situazioni di bagarre, sfoderando sorpassi da antologia e ai limiti della fisica. Nella fase finale di gara però sembrano esser tornati i fantasmi pre-Mugello, con un calo evidente delle prestazioni che lo ha relegato mestamente in settima posizione. Chiudono la top ten Zarco, un ottimo Bautista e Miller, vincitore nel 2016. Da segnalare le cadute di Petrucci, Simeon e Abraham.