Prove di fuga per il Cabroncito in quel del Sachsenring. Il #93 di casa Honda ha infatti recuperato la leadership e si è issato in cima alla lista tempi con un 1.20:705, ottenuto su configurazione M-S, ma non è tutto. Marc Marquez è parso, per distacco, il pilota con il passo migliore, sia con gomme nuove che usate (preferibilmente H). Il time attack suggella, semplicemente, la superiorità rispetto al resto del plotone.
Che, tuttavia, si difende come può. Il primo degli inseguitori, Alex Rins, paga già 3 decimi e mezzo di ritardo, su stessa configurazione gomme. C’è da dire come, però, il solo Marquez sia riuscito a far lavorare perfettamente le gomme più morbide: il resto si è mantenuto, mettendo a referto long run interessanti, sugli stessi riferimenti cronometrici siglati con compound più duri. Stesso discorso vale per Fabio Quartararo che però, oltre ad essere indiavolato sul ritmo, lo è anche per il traffico in pista. In due occasioni di time attack è stato rallentato, involontariamente, da Franco Morbidelli e Takaaki Nakagami. Molto teatrale la reazione del francese, probabilmente fiducioso di poter chiudere un gran giro, anzi due.
Scendendo lungo la classifica ecco Maverick Vinales in 4°, autore di numerosi “vietato fumare“, purtroppo poco redditizi, in curva 5. Ottimo Pol Espargaro con la KTM, 5°, davanti ad un malconcio Cal Crutchlow e alla prima delle Ducati, quella di Jack Miller. Soffrono, soprattutto negli ultimi due settori, le Ducati ufficiali, con Danilo Petrucci 8° e Andrea Dovizioso 9°, ad aprire un terzetto tutto italiano chiuso da Valentino Rossi 10°, meno esplosivo rispetto al mattino. Scende nel finale l’Aprilia di Aleix Espargaro, stabilmente terzi per buona parte di sessione. Più indietro Franco Morbidelli, 12°, e Andrea Iannone, 16° ma ad appena due decimi dalla top 10. Prestigiosa la prestazione, sin’ora, di Stefan Bradl, 14°.