Una gara semplicemente perfetta. Esatta fotocopia di quella del Mugello. Jorge Lorenzo si è letteralmente sbloccato, ed è un peccato che ciò sia avvenuto proprio poco dopo il divorzio tra il maiorchino e la Ducati. Fa rabbia, per dirla alla Sanchini, perché con queste premesse il 2019 sarebbe potuto essere molto più che roseo sia per la scuderia di Borgo Panigale che per il Por Fuera, che invece ha scelto, preventivamente, di accasarsi in Honda, di fianco a Marc Marquez. Ritornando alla gara, oggi niente ha potuto fermare Lorenzo e la sua coppia di gomme soft, che oggi parevano essere di titanio: nemmeno Marc Marquez, secondo a 4 ere, di cui tutti si aspettavano un attacco nei giri finali, grazie anche all’ipotetica minore usura delle sue gomme hard. Il cabroncito ha agito da ragioniere, confermandosi leader del mondiale. Terzo posto per un coriaceo Valentino Rossi che, alla faccia dei suoi quasi 40 anni, riesce ancora a fornire prestazioni eccellenti e soprattutto che vanno oltre i difetti strutturali della moto. È innegabile: la Yamaha, per il momento, è un gradino sotto Ducati e Honda, e lo si può notare benissimo dal sesto e settimo posto di Vinales e Zarco. Valentino, forte della sua esperienza, mette punti fieri in cascina e conserva il secondo posto nel mondiale.
Quarto posto per Cal Crutchlow, migliore dei privati, davanti ad un redivivo Dani Pedrosa e la coppia Yamaha firmata da Vinales e Zarco. Prestazione deludente soprattutto dello spagnolo, che per l’ennesimo weekend, a partita di moto e gomme, esce pesantemente sconfitto dal confronto col compagno di squadra. Chiudono la top ten Petrucci, Bautista e Iannone, che ha perso progressivamente posizioni dopo un inizio molto incoraggiante. Caduto Andrea Dovizioso mentre occupava la terza posizione: una seria mazzata che riduce sempre più le speranze mondiali.