Le curve pericolose del Motorsport
08 Gennaio 2013 - 19:42
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Michela CerrutiUno dei più grandi dilemmi del motorsport è sempre stato il ruolo della donna all’interno delle categorie motoristiche, dare fiducia o no alle ragazze in un mondo prettamente maschile. Molte volte la figura della ragazza viene usata come strumento per avvicinare sponsor per via dell’aspetto invitante che produce molta più attenzione sul team, sullo sponsor o che magari fa come punto di forza la diversità dal quotidiano. La domanda sorge spontanea: va vista solamente in quest’ottica? Può il ruolo della donna fermarsi solo qui? I tifosi del motorsport si dividono nel rispondere a questa domanda. La donna ha dimostrato (soprattutto negli ultimi anni) di saper andare forte in pista e, proprio in tal senso, i risultati di Danica Patrick in America e di Michela Cerruti parlano chiaro. Nonostante questo però, ancora oggi, nella testa di alcuni appassionati continuano a svolazzare dubbi. Perchè? Vediamo di affrontare l’argomento.

Cyndie AllemanLA DONNA IN PISTA, PERCHE’ SI?: Perchè sarebbe sbagliato negare questo diritto, le donne dopotutto hanno gli stessi diritti dell’uomo e non esiste nessuna regola che vieta l’impegno delle ragazze nel motorsport. In pista conta solo la prestazione, il risultato finale e la donna ha dimostrato che può tenere lo stesso passo dell’uomo. Quindi perchè negare la possibilità di mettersi in vettura a battagliare? Da italiani possiamo vantare anche due campionesse come Michela Cerruti e Vicky Piria, il presente e il futuro del motorsport italiano versione “rosa”. E’ assolutamente ridicolo andare contro questa idea, perchè i fatti parlano chiaro. Le ragazze sono passate in quasi tutte le categorie motoristiche, manca solamente un ultimo passo: una donna in F1 con un ruolo da pilota fisso.

Vicky PiriaLA DONNA IN PISTA, PERCHE’ NO?: E’ difficile trovare una motivazione a favore del no. L’unico nodo della questione è la fisicità della donna. Il motorsport di oggi è molto più esigente per quanto riguarda la preparazione delle manifestazioni e la massa muscolare più minuta delle donne può essere un impedimento non di poco conto.

In realtà il vero impedimento sono i pregiudizi verso il ruolo delle ragazze in auto. Non si da fiducia e quindi automaticamente le donne non hanno la possibilità di dimostrare ciò che possono fare. Gli stessi team preferiscono dare il proprio sedile a un uomo che magari scommettere su una figura femminile. Riporteremo alcuni esempi di donne che hanno dimostrato che la figura femminile può tranquillamente stare all’interno del mondo delle corse.

Susie WolffMichela Cerruti nasce a Roma il 18 Febbario 1987. Si innamora della velocità fin da bambina visto che suo papà Aldo Cerruti è stato campione dell’automobilismo italiano negli anni ’60 e ’70, conosciuto con il soprannome di Baronio. Nel 2006 la Cerruti sceglie di fare un corso di guida sicura ed è qui che entra in contatto con Romeo Ferraris. Ferraris rimane colpito dal talento della ragazza e decide di ingaggiarla come pilota della sua scuderia. L’avventura nel motorsport comincia così: nel 2008 esordisce nel Campionato Italiano Turismo Endurance al volante di un’ Alfa 147 Cup in coppia con Mario Ferraris e visto i risultati positivi ottenuti il team Romeo Ferraris investe sulla ragazza affidandole per la stagione successiva parte dello sviluppo e la guida di una Fiat Abarth 500 24h Special. Nel 2009 il team partecipa nuovamente al Campionato Italiano Turismo Endurance e il duo Ferraris-Cerruti ottiene 4 vittorie e Michela si ripeterà alla 6 ore di Vallelunga con al vittoria nella propria classe. Nel 2010 partecipa alle SuperStars Series al volante di una Mercedes C63. Un anno dopo  arriva la prima vittoria proprio nella gara di esordio sul circuito di Monza. Questo risultato fa entrare Michela Cerruti nella storia in quanto prima e sinora unica donna ad avere vinto una gara nelle SuperStars Series dopo che la serie è diventata internazionale.

Danica PatrickDanica Sue Patrick nasce a Beloit il 25 marzo 1982. È la donna di maggior successo nella storia dei campionati automobilistici statunitensi con vetture a ruote scoperte. Detiene il primato per la più alta posizione al traguardo (3º posto) ottenuta da una donna nella corsa più importante d’America, la Indianapolis 500. Ha corso nel campionato IndyCar dal 2005 al 2011 ed è attualmente impegnata nella Nascar Sprint Cup. Il 20 aprile 2008 conquista la sua prima e unica gara in Indycar nell’ovale di Motegi, in Giappone, diventando così la prima donna a vincere una corsa in una delle maggiori categorie automobilistiche americane.

Cyndie Allemann nasce a Mountier il 4 aprile 1986. Nei suoi 18 anni di carriera ha partecipato a numersoe competizioni nazionali e internazionali, sempre ben figurando e ottenendo sempre ottimi risultati. Karting (titolo europeo juniores a soli tredici anni), categorie a ruote scoperte (EuroF3, Indy Lights), categorie GT (FIA-GT1 World Championship). Vanta inoltre alcune partecipazioni a gare di durata (conquista il podio nella GT1 nell’appuntamento di Spa e una partecipazione alla 24 Ore di Le Mans).

Simona de SilvestroSusie Stoddart (per il gli amanti del DTM, forse sarà ben più chiaro questo personaggio con il nome Wolff, Susie Wolff). Nasce a Oban il 6 dicembre 1982.  Ha progredito attraverso le fila del motorsport grazie al proprio talento, partendo dal karting per poi passare alla Formula Renault e alla Formula 3 sempre con ottimi risultati. Nel 2006 avviene il passaggio nel DTM con Mercedes. Ha finito la propria esperienza nella categoria tedesca due anni fa e dalla scorsa stagione risulta terzo pilota del team Williams.

Queste sono le donne che hanno ottenuto maggiori risultati nel mondo del motorsport, ma citiamo anche Vicky Piria, Valentina Albanese, Rahel Frey e Simona de Silvestro, donne che hanno ben figurato nelle rispettive categorie. I risultati ci sono, adesso tocca aspettare l’ultimo passo. Quando rivedremo una donna in F1?