Il 2018 della superstagione targata FIA WEC si è concluso con un risultato che ricalca il completo andamento stagionale, con la Toyota autentica mattatrice anche sul tracciato di Shanghai. La 6 Ore cinese è stata dominata in lungo ed in largo dai prototipi ibridi nipponici, sempre più lontani in classifica generale dai rivali. Dopo il trionfo al Fuji, è arrivata un’altra affermazione per la TS050 Hybrid #7 di Lopez-Conway-Kobayashi, che ora sono a -5 dai compagni di squadra nel mondiale ( 102 punti contro 97). Al secondo posto proprio l’altra Toyota, la #8 di Buemi-Alonso-Nakajima. Per la casa giapponese si tratta della quinta doppietta in altrettante gare, anche se quella di Silverstone è stata tolta per la squalifica. Il podio è stato completato dalla BR1 AER #11 dell’SMP Racing, guidata da Aleshin-Button-Petrov.
La gara è stata condizionata dalla pioggia per tutta la sua durata. La partenza è avvenuta sotto safety car, con le Toyota che si sono involate subito dopo la partenza. Protagoniste di oggi ( oltre alla vettura di sicurezza) sono state le bandiere rosse, intervenute per ben due volte nel corso della durata dell’evento. La #8 ha tenuto un passo gara insostenibile per tutti, con Buemi salito al comando dopo pochi giri e Lopez incapace di tenergli testa. La #7 era addirittura finita alle spalle di Rebellion ed SMP, prima che Kobayashi salisse in macchina mettendo in atto una splendida rimonta fino alla seconda posizione. Il ritmo dei giapponesi è stato impressionante e nessuno lo ha potuto tenere, nonostante le qualifiche fossero state più tirate del solito. La Rebellion si è complicata la vita da sola, quando la #3 di Beche-Laurent-Menezes è andata a muro causando la prima bandiera rossa.
Fortunamente per loro, a differenza del Fuji sono potuti ripartire e concludere al quinto posto dietro i compagni di squadra. A circa un paio d’ore dal termine si è decisa la sfida tra le due Toyota: è entrata la safety car a causa della rottura del motore della ByKolles, fermatasi in pieno rettilineo. La #7 di Kobayashi è rientrata ai box assieme alla SMP #11 di Aleshin. Al comando in quel momento c’era Fernando Alonso, che è invece rimasto in pista per un giro in più. Questo ha permesso ai due che si erano già fermati di riaccodarsi al termine del gruppone e perdere meno tempo, mentre lo spagnolo una volta rientrato si è ritrovato addirittura al terzo posto. Grazie alla superiorità della Toyota non ci ha messo molto a liberarsi del russo, ma il gap dalla vettura gemella era già nell’ordine dei venti secondi.
Da quel punto in poi la situazione in testa si è plafonata, con le TS050 Hybrid che allungavano fino ad un giro il gap con gli inseguitori. Si è quindi accesa la lotta per il podio, con Andrè Lotterer che si è avvinato sempre di più a Vitaly Petrov. Ad una ventina di minuti dal termine un colpo di scena: la SMP #17 di Isaakyan è andata a sbattere all’uscita dell’ultima curva, cospargendo il tracciato di detriti. Per l’ennesima volta è entrata la safety car che ha riavvicinato le Toyota ed i due in lotta per il podio. Sulle vetture di testa erano saliti per il finale Mike Conway e Kazuki Nakajima, con il britannico che è stato bravo a districarsi tra i doppiati andando a vincere con poco più di un secondo di vantaggio sul compagno di squadra. Ottimo anche il lavoro di Petrov che ha rintuzzato l’attacco di Lotterer portando a podio la vettura del team russo per la prima volta in stagione. Quinta l’altra Rebellion davanti alla DragonSpeed #10 di Allen-Hanley-Van Der Zande.
In classe LMP2 continua il dominio totale del Jackie Chan DC Racing, che ha infilato il terzo successo consecutivo nel post-Le Mans. A trionfare l’Oreca 07 Gibson #38 di Tung-Aubry-Richelmi, bravissimi nel regalare una splendida vittoria casalinga al team dell’attore cinese. Con questo risultato i tre salgono anche in testa alla classifica, scavalcando il terzetto dell’Alpine #36 formato da Lapierre-Negrao-Thiriet che hanno chiuso al terzo posto. In mezzo la #28 del DragonSpeed, pilotata da Gonzales-Maldonado-Davidson. Va sottolineato il fatto che la vettura vincente in questa categoria è arrivata dietro alle GT, segno di una giornata davvero incredibile e pesantemente condizionata dal maltempo. La spiegazione sta nel fatto che le Dunlop usate dai prototipi di questa classe sono molto meno performanti delle Michelin di LMP1 e GT. Un risultato che ha ricordato molto la Petit Le Mans del 2015, quando la Porsche vinse l’assoluta sotto una pioggia battente.
Ora il circus del FIA WEC va in vacanza e tornerà per il sesto appuntamento il 15 marzo 2019 negli Stati Uniti d’America per la 1000 miglia di Sebring.