La Toyota ce l’ha fatta: Le Mans torna giapponese dopo 27 anni!
17 Giugno 2018 - 16:01
|
Nakajima-Alonso-Buemi dominano e vincono davanti alla gemella. Dominio G-Drive in LMP2 e Porsche in GT

L’incubo è finito. Dopo decine di tentativi andati a vuoto, tra sfortune ed errori, la Toyota ha portato a casa la tanto agognata vittoria alla 24 ore di Le Mans. La casa giapponese è la seconda del paese del Sol levante ad imporsi alla Sarthe, 27 anni dopo l’affermazione della Mazda nel 1991. Kazuki Nakajima, Fernando Alonso e Sebastien Buemi sono stati perfetti sulla TS050 Hybrid #8 a gestire la netta superiorità della loro vettura sulle LMP1 private, precedendo la #7 di Kobayashi-Conway-Lopez che alla fine ha chiuso doppiata di due giri. La Rebellion #3 di Menezes-Beche-Laurent ha completato il podio.

La gara è stata, onestamente, scontata e più noiosa delle altre edizioni. La Toyota ha dominato in lungo e in largo, rifilando 4-5 secondi al giro a Rebellion ed SMP Racing sin dai primi giri. La lotta è stata riservata alle due ibride nipponiche, con un grande stint di Alonso di notte che ha recuperato molto tempo a Lopez, dopo che Buemi si era visto rifilare un minuto di stop and go. Alle prime luci dell’alba Nakajima ha passato molto facilmente Kobayashi ( a pensar male si fa sempre presto) e la #8 è andata indisturbata a vincere la corsa. Un momento di panico c’è stato quando mancava poco più di un’ora e mezza dal termine, con Kobayashi che non è rientrato ai box al momento giusto e percorrendo un giro in pià rischiando di fermarsi in pista senza benzina. Ha percorso tutto il tracciato ad 80 km/h, per poi rientrare e rifornire.

Risolto ciò, le Toyota si sono involate ed hanno concluso in parata con Nakajima davanti al connazionale, anche se staccato di due giri. Un successo che allontana i fantasmi del passato dal box nipponico e che spezza la maledizione che sembrava non aver fine in questi ultimi anni alla Sarthe. La Rebellion non poteva far meglio del terzo e quarto posto, ma certo che 12 giri di ritardo sono forse troppi. Peccato per la SMP Racing, con entrambe le vetture ritirate per problemi di affidabilità ( la #11) e per incidente ( la #17) che si giocava il podio con le vetture elvetiche. Malissimo le Ginetta, ancora acerbe, e ritirate anche la DragonSpeed e la ByKolles, entrambe a causa di incidenti.

Poco da dire anche in classe LMP2, dove la superiorità della G-Drive Racing è stata imbarazzante. Pizzitola-Rusinov-Vergne sono stati inattaccabili, con quest’ultimo vero e proprio mattatore del team russo. Seconda e staccata di 2 giri l’Alpine #36 di Lapierre-Thiriet-Negrao, mai in grado di impensierire la vettura di testa. Il podio è stato completato dalla sorprendente vettura del team Graff #39 di Gommendy-Hirschi-Capillaire. Nel finale, Gommendy è riuscito a tenersi dietro il rimontante Loic Duval, che si è dovuto accontentare del quarto posto sulla #28 del TDS Racing con Perrodo e Vaxiviere. Gara da dimenticare per la Villorba Corse, solo ventiduesima assoluta e tredicesima di classe con il trio composta da Sernagiotto-Lacorte-Nasr. Troppi incidenti e sfortune hanno condizionato il fine settimana della squadra italiana, onore comunque a loro per essere arrivati al traguardo.

La classe GTE PRO ha visto una marcia trionfale delle Porsche 911 RSR. A dettare legge è stata la #92 di Christense-Estre-Vanthoor, che verso le 19 di ieri sera ha preso il comando senza mollarlo più per le restanti ore di gara. Troppo marcata la superiorità delle vetture di Weissach, anche se la #94 e la #93 sono state tagliate fuori dai giochi per problemi di affidabilità. La doppietta tedesca è stata completata dalla #91, quella partita in pole di Bruni-Makowiecki-Lietz. Questa macchina è stata protagonista di un fantastico duello in mattinata con la Ford GT #68 di Bourdais. Il francese ha tentato più volte di passare Makowiecki, ma dopo qualche tentativo ha dovuto desistere e si è delineato lo scenario dell’1-2 delle vetture tedesche. Terzo posto per il francese con Hand e Muller, davanti all’altra Ford #67 di Priaulx-Tincknell-Kanaan. Quarta l’unica Corvette al traguardo, la #63 di Magnussen-Garcia-Rockenfeller.

Un inferno la gara delle Ferrari 488 GTE EVO. La meglio piazzata è la #52 di Vilander-Giovinazzi-Derani, con il pilota italiano splendido protagonista nella serata di ieri dove aveva portato la rossa sino al terzo posto. Purtroppo l’inferiorità della vettura di Maranello è stata netta, specialmente sui rettilinei dove in velocità di punta non riusciva a tenere il passo delle dirette concorrenti. Ottava la #51 di Calado-Pier Guidi-Serra e decima la #71 di Rigon-Bird-Molina.

Anche in GTE AM la Porsche l’ha fatta da padrone. Vittoria della #77 di Campbell-Ried-Andlauer del team di Patrick Dempsey, che è letteralmente esploso di gioia a fine gara. La Ferrari ha salvato il salvavibile in questa categoria, dove ha ottenuto un doppio podio. Seconda la #54 dello Spirit of Race con Castellacci-Fisichella-Flohr, terza la #85 del Keating Motorsport affidata a Bleekemolen-Stolz-Keating. Purtroppo è stato costretto al ritiro Matteo Cairoli, vittima di un incidente stamattina a causa di un problema ai freni all’ultima curva.