La Formula 1 non sta sfruttando al meglio le opportunità commerciali che possono essere offerte dagli Stati Uniti. E’ questo il parere di Zak Brown, CEO della McLaren e primo sostenitore della decisione del team britannico di partecipare per la seconda volta in tre anni alla 500 Miglia di Indianapolis.
Il passaggio della proprietà della Formula 1 nelle mani di Liberty Media e l’assegnazione dei diritti a una diversa rete televisiva hanno contribuito a far crescere l’interesse per la categoria, ma nonostante questi fattori positivi l’organizzazione di una seconda gara in territorio USA non è ancora divenuta realtà. E per la McLaren, si è rivelato necessario un coinvolgimento in IndyCar per cercare di soddisfare le esigenze degli sponsor e cercare nuovi partner.
“Penso che il Nord America rimanga un mercato chiave per la crescita della Formula 1 – ha spiegato Brown – E’ il più grande mercato sportivo al mondo, e lì la Formula 1 ha ampi margini di crescita, ma non sono sorpreso delle difficoltà di mettere in piedi una seconda gara in America. La Formula 1 deve migliorare il suo modello di business, e per i promotori è difficile fare soldi senza sovvenzioni pubbliche. Stanno spendendo un sacco di tempo per cercare di fare una seconda gara negli Stati Uniti e lo sforzo è encomiabile. Ci sono stati dei progressi, ma ci vorrà sicuramente altro tempo. Questa è una delle ragioni per le quali andremo alla 500 Miglia di Indianapolis. Del resto la IndyCar e Indianapolis sono importanti. Per sette sponsor su dieci, la America è un territorio troppo importante. Al momento la F1 non ha l’esposizione desiderata dai molti partner, perciò la IndyCar ci dà una mano a completare il livello di esposizione per i nostri sponsor”.