Il 2018 è un anno importante per la sicurezza nel motorsport. La Formula 1 avrà una stabilità regolamentare rispetto alla passata stagione, ma il prossimo campionato vedrà il debutto ufficiale dell’Halo, il sistema di protezione del pilota che tanto somiglia a una ciabatta infradito. Anche la IndyCar ha svolto un lavoro incredibile volto a studiare la miglior soluzione possibile per tutelare maggiormente la salute dei piloti, prevenendo conseguenze dannose in caso di urti frontali contro altre monoposto o detriti. La serie americana ha però scartato in partenza l’ipotesi di ricorrere all’Halo, percorrendo invece la strada che porta all’aeroscreen, una sorta di parabrezza.
Oggi la IndyCar ha finalmente sciolto ogni riserva sull’aeroscreen, svelando ufficialmente i primi scatti di questo particolare tecnico che verrà installato su tutte le vetture realizzate dalla Dallara, partner ufficiale della categoria e fornitore unico dei telai della competizione. L’aeoscreen è stato realizzato dalla PPG, importante azienda con sede a Pittsburgh specializzata nella progettazione di carrozzerie e nel ramo del vetro. Secondo i tecnici della serie, il windscreen sviluppato dalla PPG è una soluzione più efficiente dell’Halo e di qualunque tipo di progetto basato sul policarbonato, dato che non rallenta i tempi di estrazione del pilota dalla macchina in caso di incidente, oltre ad avere sulla carta uno scarso impatto sul campo visivo di chi sta nell’abitacolo. La compagnia, nella costruzione dell’aeroscreen, ha utilizzato un materiale particolare di nome Opticor, lo stesso usato per le calotte degli aerei.
Proprio la volontà di non intaccare la visibilità dei piloti è stato il leitmotiv del lavoro biennale svolto da PPG e dallo staff tecnico della IndyCar. Per fugare gli ultimi dubbi in tal senso, la serie ha deciso di testare in pista l’aeroscreen nei prossimi giorni. L’8 Febbraio, sull’ovale di Phoenix, il quattro volte campione IndyCar Scott Dixon avrà la possibilità di girare in una giornata originariamente riservata solamente ai rookie, e avrà il compito di battezzare il sistema di protezione del cockpit. Il pilota neozelandese dovrebbe cominciare il programma di lavoro nel tardo pomeriggio.
“E’ stato un processo molto lungo, uno di quelli veramente significativi e importanti – ha detto Jay Frye, presidente delle operazioni in pista della IndyCar – Ci siamo sforzati moltissimo per realizzare un prodotto finale che fosse sicuro, in grado di essere allo stesso tempo accettabile dal punto di vista estetico e di lavorare bene in ogni condizione. Ogni pezzo che installiamo sulle macchine della IndyCar deve funzionare correttamente in ogni tipo di scenario e in tutte le condizioni possibili di clima, pista e illuminazione. Dev’essere versatile. L’aeroscreen lo abbiamo già provato al simulatore della Dallara (in una giornata di lavoro con Gabby Chaves e il personale dell’Harding Racing, ndr), ma quello di Phoenix sarà il primo vero test. E’ il prossimo passo del processo”.