La Formula 1 rischia grosso. Secondo quanto riportato dal The Times, Anneliese Dodds, membro del parlamento europeo per il Regno Unito, ha chiesto e ottenuto dalla Commissione Competizioni dell’UE l’apertura di un’indagine sulla trattativa di acquisizione della FOM da parte di Liberty Media, ufficializzata a inizio 2017 (vedi – UFFICIALE: l’era Ecclestone è finita). Il voto in aula si è svolto nella giornata di ieri e l’emendamento è stato approvato con 467 voti favorevoli e 156 contrari, mentre 86 parlamentari si sono astenuti.
Le anomalie sulla vicenda interesserebbero più fronti, dal tipo di pagamento effettuato alla distribuzione dei premi in denaro, dal regime di tassazione imposto alla categoria al guadagno della FIA nella cessione delle quote azionarie a Liberty Media, per un totale di 184 elementi.
Una prima denuncia di irregolarità risale al 2015, quando Force India e Sauber si appellarono proprio contro la distribuzione dei premi in denaro, giudicati poco equi a scapito dei piccoli team.
“Sono soddisfatta che il Parlamento Europeo abbia sostenuto la mia richiesta di un’indagine completa ed immediata sulle pratiche anti-concorrenziali presenti in Formula 1 – ha dichiarato la Dodds – In questo sport, le scuderie più piccole subiscono un’ingiusta suddivisione dei premi in denaro, che favorisce sempre di più i top team indipendentemente dai risultati. Infatti, poco tempo fa un’altra scuderia britannica, la Manor, ha dovuto cessare la sua attività dopo che gli amministratori non sono riusciti a trovare un acquirente” (vedi – Manor, è finita: cessata l’attività del team di Banbury).
“Nonostante ciò, i problemi della Formula 1, però, vanno oltre la poco equa assegnazione dei premi in denaro, perché esiste un accordo con la HM Revenue & Customs che gli permette di subire una pressione fiscale solamente del 2%. Per questo vogliamo fare chiarezza, per quanto possibile” ha aggiunto l’europarlamentare laburista.
Il rischio più concreto che la Formula 1 corre in questo momento è quello di una multa salatissima pari al 10% del suo fatturato, una cifra che si aggira intorno ai 168 milioni di euro.