Jean Todt e la FIA vogliono ridare splendore a tutti i costi alla F2. Nelle ultime stagioni la ex GP2 Series ha spesso regalato in pista gare convincenti e spettacolo, ma nessun campione è poi riuscito a fare il salto diretto in Formula 1. E se Palmer e Vandoorne hanno aspettato un anno per ottenere un sedile, piloti come Valsecchi e Leimer sono invece rimasti ben fuori dai radar della massima categoria del motorsport.
Gli ultimi due anni hanno visto diverse squadre in crisi economica, con la griglia di partenza completata da piloti paganti, o presenti one time only grazie ad accordi propiziati da sponsor locali, e in questa stagione ci sono solamente venti monoposto al via, il minimo storico.
Per ridare lustro alla Formula 2, la FIA sta pensando di rendere la categoria un passaggio quasi obbligato ai fini dell’ottenimento della superlicenza, spingendo così piloti e team nell’essere presenti in F2 anziché in altre serie. Bisogna tenere infatti presente che un buon piazzamento in più stagioni di F2 conferirà tanti punti a chi vuole la superlicenza, e la vittoria del campionato darà automatico diritto al riconoscimento della superlicenza (allo stesso modo dei titoli LMP1, IndyCar, DTM e Formula E, ndr).
“Il sistema di punteggio della superlicenza sarà rivisto – ha spiegato Didier Perrin, che vorrebbe portare a 40 i punti necessari per avere il riconoscimento – Diventerà quasi obbligatorio correre in Formula 2. Non sarà del tutto necessario, ma diventerà il percorso più logico e naturale. Ci poniamo un obiettivo importante: mettere al centro la competitività dei piloti, piuttosto che il loro portafoglio. Promuoveremo con tutte le nostre forze la F2, visto che diventerà la categoria che darà più punti per l’ottenimento della superlicenza. La F2 sarà inoltre la serie che preparerà meglio i piloti dal punto di vista tecnico per il passaggio alla F1″.