La 500 Miglia di Indianapolis è di Pagenaud dopo un duello spettacolare con Rossi
26 Maggio 2019 - 22:39
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Il pilota del team Penske si aggiudica la gara più importante della IndyCar. Grandi rimonte per Sato, terzo, e Power, quinto. Ericsson a muro in pit lane

INDIANAPOLIS – Simon Pagenaud ha coronato nel migliore dei modi un mese di maggio iniziato alla grande, e dopo la vittoria nel GP d’Indianapolis si è aggiudicato anche la 500 Miglia di Indianapolis, gara nella quale è partito dalla pole position grazie a quattro giri spaziali piazzati nel Fast Nine Shootout di domenica scorsa. Il pilota francese ha conquistato per la prima volta in carriera la gara più importante del campionato IndyCar, primo a farlo negli ultimi 10 anni partendo dalla prima posizione, e dopo essere stato al comando della corsa per larghissimi tratti e guidando sempre con un ritmo molto forte.

Il pilota del team Penske ha dovuto però sudare le proverbiali sette camicie per strappare il secondo successo stagionale, perché la caution provocata da un botto di Ericsson in pit lane ha permesso al gruppo di ricompattarsi. Alla ripartenza Pagenaud è stato superato da Newgarden, uno dei piloti che ha tratto maggiore profitto dal congelamento della corsa a differenza di Dixon, che ha visto andare in fumo la sua strategia basata sul risparmio dell’etanolo e su stint molto più lunghi degli altri. Il campione IndyCar 2017 è rimasto in testa per qualche tornata, ma Pagenaud si è ripreso la leadership al giro 168 prima di rientrare ai box per il rifornimento, anticipando i suoi avversari come fatto in ogni occasione durante la gara. Dopo l’ultimo valzer di pit stop Pagenaud si è ritrovato in prima posizione, venendo superato da Rossi. Al giro 180 però la gara è stata interrotta a causa di un incidente che ha visto coinvolti BourdaisRahal. Il pilota statunitense ha provato a superare l’alfiere del Dale Coyne Racing, che gli ha chiuso la porta in faccia: inevitabile in contatto e il crash. Alle loro spalle c’è stato un’ulteriore carambola, che ha coinvolto Rosenqvist, Veach e in misura minore anche KimballDixon.

 

Andretti Autosport/Official Twitter

 

Alla ripartenza da bandiera rossa al giro 188, Pagenaud ha superato Rossi, mentre Carpenter è scivolato in quinta piazza, venendo sopravanzato da NewgardenSato. Il pilota giapponese si è poi sbarazzato anche di Newgarden, ponendosi all’inseguimento di Rossi e Pagenaud. Il francese negli ultimi giri ha quasi sempre scelto la traiettoria interna sui rettifili per proteggersi dai possibili attacchi di Rossi, e per diverse tornate la sua tattica ha funzionato, ma a due passaggi dal termine il pilota dell’Andretti Autosport ha perforato il muro difensivo di Pagenaud e si è preso la prima posizione. Il pilota del team Penske non si è però dato per vinto, e con uno spettacolare sorpasso all’esterno ha compiuto il sorpasso decisivo per la vittoria. Rossi, che era stato capace di recuperare diverse posizioni dopo aver avuto un problema al bocchettone nel quarto pit stop, ha così dovuto accontentarsi della seconda posizione. Terzo sul traguardo un grandissimo Sato, abile a diversificare la strategia e a lottare ad armi pari coi migliori nelle fasi conclusive della Indy 500.

Quarto Newgarden, che ha ottenuto un buon risultato in chiave campionato, ma è mancato nel momento decisivo della gara dopo essersi trovato in testa per circa fra il 151esimo e il 168esimo passaggio. Quinta posizione per Power, uno dei più delusi di giornata. Il vincitore della 500 Miglia di Indianapolis 2018 era stato autore di un’ottima partenza e di una solida prima parte di gara, ma al secondo pit stop è finito lungo andando oltre la sua piazzola e creando una situazione di pericolo. La direzione gara lo ha sanzionato spedendolo in fondo al gruppo, e l’australiano ha dovuto rimontare da dietro, e grazie a diversi bei sorpassi e a una strategia azzeccata è tornato in alto, e si è preso la quinta posizione nel finale sverniciando Carpenter, che ha preso la bandiera a scacchi in sesta posizione.

 

Team Penske/Official Facebook

 

Settima posizione per Ferrucci, miglior rookie e sempre a ridosso della top ten. Il pilota del Dale Coyne Racing ha provato la stessa strategia di Dixon, allungando gli stint per risparmiare etanolo, ma la caution scatenata dall’incidente di Ericsson gli ha tagliato le gambe. L’ex pilota della Trident è però rientrato nel giro dei primi dieci, e nel finale ha dato vita a un bel duello con Hunter-Reay per la settima piazza, avendo la meglio sul campione IndyCar 2014. Hunter-Reay è così arrivato ottavo, davanti a KanaanDaly: quest’ultimo aveva sperato in un risultato migliore, dopo essersi ritrovato anche vicino alla zona podio fra il centesimo e il centocinquantesimo giro, ma dopo la bandiera rossa non ha trovato il ritmo per ambire a un piazzamento importante. Undicesimo Hinchcliffe, abile a recuperare dalla trentaduesima posizione di partenza.

 

Andretti Autosport/Official Twitter

 

Giornata deludente per il team Ganassi: Rosenqvist si è ritirato per l’incidente provocato dal contatto fra Rahal e Bourdais, mentre Dixon ha chiuso diciassettesimo dopo aver provato una strategia diversa per cercare di arrivare dove la velocità non gli permetteva di giungere. Solo diciottesimo Castroneves, che in occasione del primo pit stop ha spedito in testacoda Davison in corsia box. Ancora un ritiro per Herta, piegato dalla rottura del cambio al quinto giro, mentre Kaiser è finito dopo 73 tornate.

Immagine in evidenza: ©DAZN Frame