Robert Kubica ha realizzato il suo sogno, e nel 2019 sarà nuovamente un pilota di Formula 1. A quasi otto anni di distanza dal crash nel Rally di Andora che mise in pericolo la sua vita prima e la sua carriera poi, l’ex pilota della BMW ha firmato un contratto da pilota titolare con la Williams, squadra per la quale ha ricoperto il ruolo di terzo pilota nell’ultima stagione.
Il percorso che ha riportato Kubica nel Circus è stato molto travagliato. Dopo l’incidente avuto nel 2011, le speranze di un ritorno in F1 sembravano nulle, tanto che il polacco si era dato ai rally. Le macchine a ruote coperte gli permettevano infatti una maggiore comodità di movimento del braccio destro, mentre in un abitacolo di una Formula 1 avrebbe avuto maggiori problemi. Nel corso degli anni Kubica ha lavorato tantissimo per recuperare parte della mobilità perduta e riuscire a guidare di nuovo una monoposto.
Nel 2017 il vincitore del GP del Canada 2008 ha finalmente avuto un’occasione di rientrare nel giro, provando la Renault nei test dell’Hungaroring. I discreti riscontri hanno spinto la Williams a dargli una chance nei test di Abu Dhabi. La scuderia di Grove gli ha preferito Sirotkin, ma ha comunque tenuto Kubica nel team come pilota di riserva. E poche settimane fa è arrivata la tanto attesa promozione a pilota ufficiale.
“Dodici mesi fa ho capito che potevo farcela e potevo guidare con la stessa naturalezza di prima – ha dichiarato Kubica a Sky Sports F1 – Lì ho capito che ce la potevo davvero fare. E ora mi sento anche più pronto di quanto lo fossi prima. Al secondo o terzo test su una macchina di F1, ogni dubbio è svanito. Mi ponevo dei problemi puramente di natura tecnica: come si sarebbe adattata la macchina al mio stile di guida, come avrei gestito le gomme. Mi facevo le stesse domande che si pone ogni pilota nel paddock. Non avrei deciso di tornare in F1 se non mi fossi sentito sicuro di farcela. Ho da perdere più di quanto la gente possa pensare”.
Sulla decisione di accettare l’offerta della Williams e rifiutare il posto da terzo pilota in Ferrari, l’ex pilota della Renault ha detto: “Mi sono chiesto cosa fosse meglio per il mio futuro. Non è un segreto che avessi un’opzione importante sul tavolo. Io però ho preso la mia decisione. Mi sono detto che sarebbe stata dura guardarsi allo specchio fra 10 anni, sapendo di aver avuto un’opportunità di rientrare nel giro e averla rifiutata”.