Jean-Eric Vergne torna a ruggire in Formula E e lo fa andando a vincere il Sanya ePrix, tornando al successo dopo un tremendo inizio di stagione caratterizzato da molteplici errori che lo hanno attardato in campionato. Dopo un inizio di gara in sordina, cercando di rimanere lontano dai guai occupando la seconda posizione, a 21 minuti dalla fine JEV ha rotto gli indugi sferrando un deciso attacco ai danni di Oliver Rowland, in testa sin dal via dopo la pole position conquistata nella Superpole (la prima per lui in Formula E), a 21 minuti dalla fine con l’inglese della Nissan che nulla ha potuto contro Vergne che con autorità ha conquistato la testa della corsa.
Il sorpasso di Vergne ha animato la corsa degli altri inseguitori di Rowland, con un ritmo molto più lento rispetto ai suoi avversari: lo stesso Rowland con Antonio Felix Da Costa sono venuti a contatto in un tentativo di attacco del pilota della BMW, mentre dietro Alexander Sims commette un errore di valutazione cercando di trovare uno spazio che non c’è nel passare all’esterno André Lotterer, andando a sbattere contro il muro terminando la sua gara a 15 minuti dalla fine, e la posizione scomoda in cui è rimasta la sua BMW ha costretto la direzione gara ad esporre la bandiera rossa, fermando la corsa per permettere ai commissari di rimuovere la vettura di Sims al meglio.
Nei dieci minuti finali dopo la ripartenza si scatena la bagarre, con Lotterer capace di superare Daniel Abt per la quarta posizione, mentre nel penultimo giro Sebastien Buemi alla frenata del tornantino della curva 8 tampona Robin Frijns, con quest’ultimo che viene sparato come una palla di cannone contro Lucas Di Grassi, che incolpevole viene colpito dal pilota della Virgin Racing e vede terminare lì la sua gara mentre era in sesta posizione, mentre Frijns è riuscito a ripartire e a terminare la gara.
La gara termina in regime di Full Course Yellow, con Vergne che taglia per primo il traguardo ed è il sesto vincitore stagionale diverso dopo 6 gare, ma è under investigation per una presunta irregolarità nella procedura di ripartenza dopo la Safety Car finale, cosa che potrebbe togliergli la vittoria. Chiude secondo un ottimo Rowland che alla ripartenza ha provato a farsi sotto a Vergne cercando di riprendersi la prima posizione ma senza successo; terzo Da Costa che al momento torna in testa al campionato dopo il ritiro di Sam Bird, arrivato al secondo giro di gara dopo un presunto contatto con Stoffel Vandoorne (anche lui ritirato) che però non è stato ripreso dalle telecamere della regia internazionale. Quarto posto per Lotterer che in parte si riscatta dopo la delusione subita ad Hong Kong che precede Abt, quinto, e Buemi che, partito dai box dopo non essersi riuscito a schierare in griglia di partenza, è stato autore di una sontuosa rimonta che lo ha visto arrivare fino all’ottava posizione dopo il patatrac nel finale, dove con quello strike ha guadagnato altre due posizioni chiudendo sesto, ma anche lui potrebbe ricevere delle penalità post-gara. Completano la zona punti le due Mahindra con Jerome D’Ambrosio settimo davanti a Pascal Wehrlein 8°, Mitch Evans bravo a rimontare ancora una volta arrivando fino alla 9° posizione, ed Edoardo Mortara, 10° e coinvolto anche lui nell’incidente finale non riuscendo ad evitare la vettura di Frijns andando a danneggiare la sua ala anteriore.
La classifica del campionato viene stravolta ancora una volta con Antonio Felix Da Costa che torna in testa con 62 punti con tre lunghezze di vantaggio su D’Ambrosio, secondo a 59. Più staccati in terza posizione Vergne e Bird a 54 punti, con il francese della DS Techeetah che oltre alla vittoria ha conquistato anche il punto bonus del giro più veloce conquistato.