Nicola Villani, telecronista di EuroSport, sarà uno dei sei che racconteranno l’82esima edizione della 24 Ore di Le Mans. Insieme a lui sentiremo al commento anche Paolo Allievi, Gordon de Adamich, Daniele Galbiati, Luca Reboa e Marco Petrini. Oltre alle gare endurance Nicola Villani commenta anche le gare del WTCC, AutoGP, Formula Renault e molte altre categorie automobilistiche di cui EuroSport detiene i diritti. In cabina di commento dal 2005 e voce principale della tv francese per l’Italia, di seguito potrete leggere l’intervista concessa in esclusiva a noi di MotorSport Italia in cui ci ha raccontato il suo viaggio prima di diventare telecronista. Inoltre il commentatore ferrarese ha anche espresso il suo parere riguardo a questa nuova stagione del motorsport con i cambiamenti che hanno visto protagonisti WTCC, WEC e Formula 1.
– Ciao Nicola, cominciamo con una domanda personale. Come è nata la tua passione per il motorsport?
“Ciao Marco, grazie prima di tutto e un saluto agli amici che seguono abitualmente MotorSport Italia…
Beh, allora io sono ormai un “vecchietto” quindi ti racconterò cose che appartengono alla storia dei Motori…
Questa passione è nata prestissimo, grazie a mio padre che mi fece conoscere subito questo mondo meraviglioso e mi contagiò irrimediabilmente… Era il 1969, a Imola c’erano più di 70 mila persone per la 500 Km del Campionato Sport e anch’io, seppur molto piccolo, ero lì, a bocca aperta nel vedere tanto spettacolo: il leggendario Jacky Ickx dominò e vinse la gara con la sua Gulf-Mirage sotto una pioggia torrenziale che costrinse gli organizzatori a interrompere la corsa. Ma lui, “Pierino la peste”, come lo avevano ribattezzato a Maranello, volava sulla pioggia, e come volava… L’anno dopo, ancora sul “piccolo Nurburgring”, come il grande Enzo Ferrari aveva definito il tracciato del Santerno, ebbi la fortuna di poter ammirare l’indimenticabile Clay Regazzoni che dominava la scena nell’Europeo di Formula 2. Quel giorno il grande campione elvetico, rimasto nel cuore degli appassionati in ogni angolo del mondo, con la Tecno conquistò il Gran Premio Città di Imola dopo aver siglato la pole. Poi alla fine della stagione vinse il titolo continentale, in un campionato dove correvano piloti come Derek Bell, Emerson Fittipaldi, Ronnie Peterson, François Cévert, Henri Pescarolo, gente tosta, dal piede pesante… Bastarono questi due episodi per non fermarmi più: Imola, Monza, gare in salita, rally, ovunque si respirasse quell’atmosfera unica delle corse, io c’ero.”
– Qual è stato il percorso che hai affrontato prima di raggiungere la cabina di commento di Eurosport?
“Oltre ai motori ho sempre amato la musica e, stregato dal fascino delle Radio Libere in FM della fine degli anni ’70 decisi che volevo provarci anch’io: cominciai nel lontano 1980 in una piccola Radio della mia città (Ferrara…) che oggi non esiste nemmeno più. Sono gli anni che ricordo con maggiore affetto: ero nella mia città, la Radio era un ritrovo per un gruppo di amici uniti dalla stessa grande passione e ci passavi le giornate (per la gioia della tua famiglia ed eventuale fidanzata…). Nel ‘90 ho fatto “il grande salto” e ho cominciato a collaborare con un network nazionale: Radio 101, che allora si chiamava ancora Radio Milano International One O One Network. In quegli anni ho cominciato anche a fare lo speaker: un po’ di corsi e studi per imparare i “trucchi” del mestiere, e ho avuto la fortuna di prestare la voce a spot, documentari, programmi tv per Raidue, Italia Uno ed altri ancora. Nonostante io confermi perfettamente la teoria che sostiene che a una bella voce non corrisponde per forza una bella faccia, ho condotto anche un paio di programmi su Videomusic che, per fortuna, nessuno ricorda più. Sono arrivato a Radio Italia Network nell’autunno del ’97 e vi sono rimasto fino al 2002, quando si chiamava già RIN… sono stati anni di grande divertimento.
Nell’estate del 2004 ho condotto un programma su RAI Radio2, riproponendolo nei due anni successivi. Poi, per caso, un telecronista famoso ( e molto bravo…) mi disse che stavano cercando dei commentatori per l’automobilismo a EUROSPORT Italia.
Feci un “provino” e, aiutato dall’esperienza dietro al microfono acquisita con la Radio e la miaia grande passione per i motori, andò bene e da lì è cominciato tutto.”
– Che cosa hai provato durante la tua prima telecronaca nel 2005?
“Tanta emozione, che per fortuna c’è ancora oggi, ma allora era più la paura di sbagliare. Il famoso “provino” lo feci con il grande Paolo Allievi commentando, per fortuna in differita, una gara della Champ Car.”
– Come valuti il modo di fare giornalismo oggi? L’integrazione coi Social Network ha aiutato la categoria o la rendono meno credibile?
“Mah, è un discorso lungo e delicato. E forse non sono nemmeno il più adatto per giudicare. Io non nasco come giornalista e non appartengo alla generazione cresciuta con la vecchia carta stampata. Io allora sparavo cavolate alla Radio…
Oggi i “social” sono diventati importanti ma, per certi aspetti, un’arma a doppio taglio. Sono diventati anche strumenti di Marketing straordinari, hanno un ruolo ormai importante nella comunicazione, che è diventata più veloce, più snella, più fruibile. Ma la differenza si nota tra chi oggi scrive anche per il Web ma ha esperienza, ha stile, ha “spessore” e crea un valore aggiunto quando racconta, analizza e spiega… Oggi la Rete è purtroppo anche il regno del “copia e incolla”, del “traduco e pubblico”, ma come ogni cosa, con l’approccio giusto, usando il buon senso, è molto interessante, per ciò che la tecnologia consente di fare.
Ci sono cose, progetti, idee meravigliose sul Web.
La Rete può essere una bella “palestra” per chi vuole provarci, per muovere i primi passi nel mondo della Comunicazione che oggi, è vero, è a 360°, è multimediale, è veloce. Ma anche oggi bisogna fare la “gavetta”, conoscere le regole di base, bisogna saper imparare da chi è più autorevole ed esperto, bisogna acquisire l’esperienza. Che in ogni settore resta fondamentale.””
– Che ne pensi dei Blog? Per i neo-giornalisti, o comunque chi aspira a diventarlo, sono una buona base di lancio?
“Beh, si lega a ciò che ti stavo dicendo… oggi il blogger può diventare un professionista, che comincia a condividere la propria passione o le proprie competenze per hobby e ne fa un lavoro, ma ce ne sono tanti che si spacciano per tali e se la menano, perché fa figo, ma insomma, andiamoci piano: la professionalità non s’inventa.”
– Quest’anno nel WTCC stiamo assistendo al dominio della Citroen con lotta interna tra Lopez, Muller e Loeb. Chi pensi riuscirà a conquistare il titolo a fine stagione?
“Direi Lopez, un grande talento, sottovalutato, solo perché nel passato più recente della sua carriera ha corso nelle gare Turismo del suo Paese, ma la gente dimentica ciò che ha ottenuto nei Campionati che contano, con le monoposto: dal Titolo conquistato nel 2003 nella Formula Renault V6 Euro Cup alle vittorie e podi inFormula 3000 e GP2, è stato tester per Renault F1 nel 2006.
Nell’ambiente del WTCC molti dicono che ora sia il più forte, e alcuni sostengono che vincerebbe anche senza la C-Elysée.
Bisognerà capire se in Citroen vorranno invece far vincere un pilota transalpino…”
– Qual è la tua impressione dopo le prime gare di Loeb al volante di una vettura turismo?
“Loeb è un grande, un campione straordinario. Non si vince tanto, anzi tantissimo, per caso. E’ versatile, ha fatto anche la 24 Ore di Le Mans arrivando 2° assoluto con il team di Pescarolo, un giorno vincerà anche la Dakar…è un fuoriclasse, ne nascono pochi così.
E’ chiaro, si sta abituando a questo nuovo mondo, a non lottare con il cronometro, ma con gli avversari, con gente tosta, che non molla mai… ma anche qui nel Mondiale Turismo finirà per vincere tanto.”
– Secondo te, in questa stagione, chi è il migliore nel WTCC (piloti Citroen esclusi)? Chi sarà il primo dei piloti “terrestri”?
“Passano gli anni ma Tarquini resta il “meglio del resto”. Gabriele ha fatto il famoso “patto con il Diavolo” ed è ancora il “Cinghio” che sa esaltarti. La Honda sta migliorando, ma sarà dura contro i francesi.Tra i “veterani” vorrei vedere Thompson con una macchina davvero competitiva.
Nei più giovani mi piacciono Michelisz e Valente non è male…”
– Dopo tanti anni di dominio Audi nel WEC, nel 2014 stiamo assistendo ad un fantastico campionato da parte della Toyota. Secondo te come finirà il campionato? Cosa ne pensi della Porsche dopo le prime due gare?
“La Toyota ieri sera ha fatto anche la pole position qui a Le Mans, aveva dominato anche nei Test ufficiali e non è una novità dopo le due vittorie di Silverstone e Spa Francorchamps. Sembrano davvero disporre del prototipo ibrido più efficace. La TS040 Hybrid è in questo momento il punto di riferimento della classe LMP1 e potrebbe finalmente regalare un sogno al Costruttore giapponese, che sembra sia davvero nella direzione giusta per ottenere quella vittoria tanto ambita alla 24 Ore e anche nel Campionato.
La Porsche ci sta facendo vivere una grande emozione. Per la Casa di Stoccarda è un momento storico e lo è anche per il Motorsport: è il ritorno dopo 16 anni nella massima categoria delle gare di durata con un prototipo, la 919 Hybrid, che riunisce in sé tutta l’esperienza maturata in oltre 60 anni di corse e ben 16 vittorie a Le Mans, un record per la classica della Sarthe. La vettura va sempre più forte, giorno dopo giorno, e ne stanno migliorando anche l’affidabilità. E poi anche la loro line-up non scherza: Romain Dumas, Marc Lieb e Timo Bernhard sono piloti di grande spessore che da anni corrono per la Casa di Stoccarda. A loro si sono aggiunti: Neel Jani, che arriva dal team Rebellion; Brendon Hartley, che dopo una carriera nelle monoposto, tra World Series e GP2, lo scorso anno ha avuto una grande stagione nella classe cadetta, la LMP2. E, per finire, la grande star, il più atteso, Mark Webber, che ha esordito proprio a Silverstone dove nel 2012 ottenne la sua ultima vittoria in un Gran Premio di F1.
Magari a Le Mans un podio riescono ad ottenerlo subito. Credo che terrà fede al proprio nome: un brand che vanta una lunga tradizione, una storia fatta di modelli di successo, d’importanti innovazioni, di grandi gare e campionati vinti, che ha riscosso successi praticamente in tutte le categorie dello sport motoristico…”
– Secondo te, come mai ci sono così pochi partecipanti al campionato AutoGP. nonostante la serie costi poco e ci sia anche in palio un montepremi?
“L’AutoGP è un bel Campionato, è una bella “palestra” per chi vuole farsi strada nelle corse a ruote scoperte. La monoposto è un po’ “old school”, poca elettronica , tanti cavalli, va “domata”…sono passati di lì grandi talenti.
Ma ci sono troppi Campionati, e poi non è facile confrontarsi con strutture e realtà come quelle della World Series by RENAULT e GP2 Series…in Coloni Motorsport sono bravi, ma non è facile. Soprattutto con l’attuale crisi economica…”
– Rimanendo sul discorso AutoGP, Pommer può riuscire a contendere il titolo a Sato?
“Sì, perché mi sembra in gamba, mi sembra più completo come pilota rispetto a Pal Kiss, altro contendente per il titolo. Il tedesco corre per un team molto esperto, che sbaglia pochissimo… E poi il giapponese, come sai, non farà tutta la stagione, il suo obiettivo è la GP2.”
– Passando alla World Series by Renault, pensi che Carlos Sainz, alla luce degli ultimi risultati, sia già pronto per il salto in Formula Uno?
“Sainz jr. è molto bravo, mi sembra molto cresciuto rispetto alla scorsa stagione, nella quale commetteva troppi errori e azzardava manovre pericolose soprattutto in GP3 Series…corre con il team migliore, e ciò non è poco. E il titolo sembra proprio alla sua portata.
Ma la Formula 1 è un’altra cosa. Può confermare il tuo talento, ma ti può anche “tritare”. Dipende da tanti fattori che esulano dalle tue capacità: con quale team corri, chi ti segue, ecc..
Ma con un papà come il grande Carlos, sono certo che seguirà la strada giusta e arriverà lontano.”
– Cosa ne pensi di Olivier Rowland e di Pierre Gasly? Potranno giocarsela per il titolo WSR fino alla fine?
“Sì, credo daranno filo da torcere fino alla fine a Sainz. Ci proveranno almeno… per ora mi convince più Rowland, mi sembra più determinato. Ma il condizionale è d’obbligo. Comunque oggi sono sempre di più questi giovani che affrontano il grande salto in categorie come la Formula Renault 3.5 Series e, con tanti cavalli in più, vanno subito forte…ma vincere il Campionato richiede anche altre doti, tra cui una visione più globale dei weekend di gara, dell’intera stagione.”
– Un tuo giudizio su questa nuova Formula 1 ibrida: si cerca davvero l’abbattimento dei costi con una Mercedes che spende 100 milioni per essere davanti a tutti? Sei d’accordo con la maggior parte dei tifosi, italiani e non, che ritengono quanto questa categoria stia perdendo man mano il suo fascino?
“Sono un grande appassionato e seguo la Formula 1 da sempre e con grande rammarico devo dire che non mi piace molto. Ok, l’ibrido, ok la tecnologia, ma oggi il talento non può emergere, lo fa con fatica. Conta troppo la macchina. E poi, almeno nel top dell’automobilismo sportivo, il pilota deve poter “spingere”…
E poi, credimi, nonostante la mia veneranda età, non sono assolutamente un nostalgico, ma non amo i sorpassi con il DRS e altre cose che hanno tolto lo spettacolo vero. Che però costa sempre di più. Abbattimento dei costi? E’ una battuta? Che ipocrisia…
Comunque sono fiducioso: verranno cambiate alcune cose e forse torneremo a divertirci un po’ di più.”
– Da anni commenti la 24 Ore di Le Mans con Paolo Allievi, Gordon de Adamich, Luca Reboa, Daniele Galbiati e Marco Petrini. Come vi organizzate con i turni? Che cosa si prova a commentare una gara di questa importanza?
“I turni? Prepariamo un planning in base alle caratteristiche ed esigenze di ognuno di noi e facciamo i nostri “stint” cercando di divertirci e sperando di far divertire anche voi. Le Mans non è una semplice gara, è l’evento più straordinario dell’anno e di ora in ora cresce l’emozione in vista del grande appuntamento con questa nuova edizione della maratona della Sarthe. La 24 Ore non è solo una gara unica ma è una grande festa che dura un’intera settimana, uno spettacolo unico, che ci consente di condividere con tutti questa grande passione.”
– Tra le tante edizioni della 24 Ore di Le Mans qual è stata quella che ti ha emozionato di più?
“Sono tutte belle e mi emoziono sempre, come la prima volta.
Però, indubbiamente, quella del 2011 è per ora quella che mi è rimasta nel cuore. Ma credo a tutti… cioè una sola Audi rimasta in gara, dopo i terribili incidenti di McNish e di Rockenfeller (che paura quella notte in diretta…), con Tréluyer, Fässler e Lotterer che riescono a tenere a bada il trio delle Peugeot 908 e vincono, dopo 24 ore, per poco più di 13 secondi….ma che spettacolo! A pensarci è ancora pelle d’oca vera…questo è il Motorsport che mi piace.
E poi, confesso, alla fine di quella del 2012 mi si è “rotta” la voce dall’emozione quando ho visto arrivare sul podio Marco Bonanomi. La sua prima volta e subito terzo assoluto, noi che l’abbiamo visto crescere, che lo abbiamo sempre sostenuto e che non abbiamo mai smesso di crederci…grandissimo! Magari quest’anno ci fa un regalo…”
– A chi non conosce la 24 Ore di Le Mans e il Mondiale Endurance quali sono i motivi per cui dovrebbe seguire questo evento (trasmesso in diretta integrale da Eurosport)?
“Beh, direi che ciò che ti ho raccontato possa già rendere l’idea. Credetemi, la nostra è passione vera. E adoro condividerla con tutti gli amici che ci seguiranno in tv o sul player…ecco, qui i “social” aiutano tanto, ci fanno sentire una cosa sola…
Insomma io sono così: ancora oggi quando mi avvicino ad un autodromo, sento il rumore delle auto in distanza e, come un bimbo, non vedo l’ora di arrivare lì… varcare la soglia di un circuito mi regala sempre la stessa, bellissima emozione. Lo so, può sembrare un approccio troppo romantico, ma è così e non cambierà mai. Sarà che sono emiliano e lì la passione la respiri nell’aria, con tutte le supercar che nascono da quelle parti… È qualcosa che ho dentro e che oggi è più forte che mai. Sono passati molti anni ma la passione è sempre quella. La stessa che mi ha portato a volere questa professione, e qualcuno ascoltandomi, potrebbe esserne contagiato…”
“Ciao Marco, alla prossima!”
– Ciao Nicola e grazie per averci concesso questa intervista!