Inside Tech: Red Bull in difficoltà a Monza? Non proprio…
26 Agosto 2013 - 11:51
|

Archiviata la gara di Spa, l’attenzione mediatica si sposta sul prossimo GP storico in calendario. Tra due settimane infatti, il circus della Formula Uno farà tappa nel tempio della velocità di Monza, un circuito unico nel genere dove le scuderie adottano pacchetti aerodinamici completamente inediti . Ali da basso carico aerodinamico e una settimana marcia lunga sono le condizioni principali per la riuscita di un buon week-end nel circuito brianzolo. Quest’anno gli occhi di tutti saranno puntati sulla Red Bull: la vettura di Adrian Newey si adatta alla perfezione nei circuiti da alto carico aerodinamico, ma l’assetto rake di cui dispone la RB9 potrebbe svantaggiarla e non poco nei circuiti dove sono presenti lunghi rettilinei. Così almeno in teoria, ma nella pratica la questione potrebbe essere ben diversa. Per analizzare al meglio il futuro comportamento della RB9 a Monza bisognerà tornare indietro di due anni quando nel 2011 Sebastian Vettel, grazie a una RB7 perfetta, dominava in lungo e in largo il week-end italiano.

Come dichiarato da molti tecnici (Newey in primis), l’elaborazione dell’effetto Coanda ha raggiunto i livelli del 2011. Che significa tutto questo? Il continuo studio di questa soluzione (ricordiamo che gli scarichi ad effetto Coanda sono stati portati in F1 dall’allora progettista della Sauber James Kay, adesso in forza alla Toro Rosso) ha riportato i valori di carico ai livelli del 2011. In poche parole, le vetture generano lo stesso carico aerodinamico di quando erano dotate dei diffusori soffianti con relative mappature. Se ricordiamo il week-end di Monza di due anni fa, nonostante una velocità di punta abbastanza bassa e sorprendentemente una settima marcia molto corta, Vettel riuscì a dominare in lungo e in largo quel fine settimana. Il punto di forza non era però la velocità nel dritto, bensì la trazione in uscita dalle varianti e dalle curve del secondo settore.

Quando la Red Bull decise di adottare una vettura con medio carico aerodinamico e una settima marcia molto corta gli addetti ai lavori rimasero stupiti da quella scelta, dato che a Monza serve l’esatto contrario e la settima marcia corta non facilita di certo i sorpassi nei lunghi rettilinei. In realtà la prestazione del tedesco stupì tutti e le soluzioni di Adrian Newey ebbero la meglio su Mclaren e Ferrari. La situazione attuale non si discosta molto da quella realtà: la Red Bull (come nel 2011) ha dominato il Gran Premio del Belgio e come allora il livello di carico aerodinamico generato dai gas di scarico è altissimo. Inoltre, la RB9 nel primo settore di Spa non ha mostrato particolari difficoltà. Potremmo quindi ritrovarci una Red Bull che come nel 2011 si difende nel primo settore, ma che grazie all’enorme trazione generata dal Coanda fa il vuoto nel secondo settore (comprende le due curve di Lesmo), nel terzo settore e in fase di uscita dalle tre chicane presenti nel circuito brianzolo (prima variante, seconda variante e variante Ascari).

Ovviamente sono tutti discorsi teorici e non sappiamo i reali valori che troveremo a Monza, anche se una cosa è certa: il 2011 dimostra che potremmo non ritrovarci una Red Bull così in difficoltà come vuol farci credere Newey.