INDIANAPOLIS – Quindici anni dopo Juan Pablo Montoya riscrive la storia sua e della Indycar. Il pilota colombiano del team Penske si è aggiudicato la seconda 500 Miglia di Indianapolis della sua carriera, bissando il successo conquistato nel lontano 2000, quando Montoya era il portacolori del team Ganassi. “One Pablo” ha trionfato dopo aver corso una gara magistrale, rimontando dalla trentesima posizione in seguito a un drive thru dovuto a un misunderstanding con Simona de Silvestro, e dopo la sostituzione dell’ala posteriore della sua DW12 in regime di caution, dovuta alla perdita del paraurti posteriore destro in un contatto con la de Silvestro. Montoya ha spinto come un forsennato nei primi due stint di gara, riportandosi nella top ten. Il colombiano è poi rimasto stabilmente fra i primi, e nel finale ha avuto la meglio nel duello interno al team Penske con Will Power.
Montoya ha regolato in volata un Power stoico, assistito da una pit crew stupenda, che lo aveva rimesso in pista primo durante l’ultima sosta in regime di caution, provocata da un incidente tra Hawksworth, Saavedra e Coletti. Power ha lottato come un leone, ma non è andato oltre la seconda posizione. Terzo uno straordinario Kimball, che con una buona strategia ha guadagnato diverse posizioni, per poi giocarsi il tutto per tutto nelle fasi finali della 500 Miglia di Indianapolis. Kimball ha preceduto Dixon, che ha corso una gara di vertice, ma il pilota del team Ganassi, partito dalla pole, è mancato proprio nel momento decisivo. Quinto Graham Rahal, ancora una volta il migliore dei piloti motorizzati Honda: Rahal ha preceduto Andretti, Castroneves, Hildebrand, Newgarden e Pagenaud. Quest’ultimo è stato uno dei protagonisti dell’edizione 2015 della 500 Miglia di Indianapolis, ma ha visto svanire i suoi sogni di gloria durante l’ultima caution: una sostituzione necessaria dell’ala anteriore ha fatto precipitare il francese in fondo al gruppo, costringendolo a rimontare negli ultimi giri.
Undicesima posizione per Bourdais, mai in lotta per un piazzamento di prestigio: il francese è comunque riuscito ad arrivare davanti a Briscoe, che ha corso la 500 Miglia di Indianapolis in sostituzione dello sfortunatissimo Hinchcliffe. Prestazione deludente per Hunter-Reay, che ha chiuso la gara più prestigiosa del campionato Indycar solamente quindicesimo. Maluccio anche Simona de Silvestro, diciannovesima. Sfortunatissimo Daly, che per un problema tecnico non ha nemmeno potuto prendere il via. Diversi sono stati gli incidenti che hanno contrassegnato questa 500 Miglia. Al primo giro è finito a muro Sage Karam, cortesia di un contatto con Sato, ma il giapponese è riuscito a proseguire dopo le riparazioni di sorta. Al giro 64 è stato Brian Clauson a battezzare il muro dell’ovale di Indianapolis. Poi un incidente tra Servia e Carpenter ha causato una nuova caution, e in quel momento ai box Pippa Mann ha toccato Davison, spingendo quest’ultimo contro due meccanici di Vautier. Entrambi i piloti del team Dale Coyne non sono ripartiti. Oltre all’ultima gialla dovuta all’incidente tra Hawksworth, Saavedra e Coletti c’è stata anche un’altra caution, la più “sorprendente”: a causarla è stato Tony Kanaan, finito a muro al giro 152. Un errore grossolano per un pilota che fino a quel momento era stato in lotta per aggiudicarsi la 500 Miglia di Indianapolis.
Con questo successo Montoya, grazie anche al doppio punteggio, allunga su Will Power in campionato. Ma la Indycar non si ferma qui: il prossimo weekend ci sarà il double header di Detroit.
CLASSIFICA DELLA 500 MIGLIA DI INDIANAPOLIS