Giornata di test al Barber Motorsports Park per la Indycar. 23 piloti sono scesi in pista per prendere confidenza con le loro DW12 equipaggiate dagli aerokit di Honda e Chevrolet: solamente la vettura di Dracone era nella configurazione originale.
Ieri il più veloce è stato Scott Dixon. Il neozelandese del team Ganassi ha fermato il cronometro sull’1’07.480, otto decimi sotto la pole del 2014 di Will Power, segno che gli aerokit hanno reso le monoposto di Indycar decisamente più veloci. Un’altra prova in tal senso è data dal fatto che ben 16 piloti sono riusciti a girare più veloce della pole 2014. Il tempo di Dixon è stato realizzato proprio nelle ultimissime fasi dei test: in casa Ganassi proprio non ci stavano a non provare a superare gli alfieri del team Penske.
Già, perché proprio Penske ha piazzato i suoi quattro piloti immediatamente alle spalle di Dixon, e ci è voluto un giro perfetto del neozelandese per battere il crono di Pagenaud. Il francese ha comunque dimostrato di essere completamente a suo agio nella realtà di Penske, tanto da riuscire a precedere i suoi blasonati compagni di squadra, cioè il campione in carica Power, Montoya e Castroneves. Sesta posizione per Hunter-Reay, con la prima delle vetture spinte dal V6 Honda. Settimo Josef Newgarden.
Gli italiani non hanno particolarmente brillato dal punto di vista cronometrico, ma Luca Filippi ha comunque fornito degli ottimi segnali. Il pilota del CFH Racing ha percorso 60 giri, senza cercare assiduamente la prestazione. Filippi infatti ha realizzato il suo miglior crono nel quattordicesimo giro del pomeriggio, mentre tutti i suoi avversari hanno segnato il loro miglior tempo verso la fine dei loro run, se non proprio nell’ultimo giro cronometrato. Dracone è stato il fanalino di coda di giornata, accusando un distacco di quasi 3 secondi dal penultimo, il campione Indy Lights Chaves. Dracone si è concentrato sui long run, percorrendo 72 giri nell’arco della giornata, distanza che nessun altro pilota ha pareggiato. Va inoltre segnalato che il pilota del team Dale Coyne è stato l’unico a girare senza gli aerokit, che sembrano aver reso le Indycar più veloci di un secondo rispetto all’anno passato.
Da segnalare che nel corso delle prove Sage Karam, giovane talento del team Ganassi, è andato a sbattere e ha rimediato una botta alla mano. Karam non scenderà in pista nella seconda giornata di test, ma la sua presenza a St.Petersburg non è in discussione.