Il KV Racing ha deciso di chiudere i battenti e non sarà al via della stagione 2017 della Verizon IndyCar Series. Kalkhoven non aveva più forze per sostenere la squadra: Vasser da solo non poteva farcela. Inevitabile il declino progressivo del team fino all’uscita di scena.
La IndyCar si appresta così a cominciare il campionato 2017 a St.Petersburg con solamente otto squadre stabili nei suoi ranghi. Un numero alquanto limitato, considerando che nell’epoca d’oro la CART poteva vantare più di quindici team fra le sue fila, con la IRL che nel 1997 arrivò ad avere ben 33 team che presero parte ad almeno una gara in campionato.
E gli organizzatori della serie dovrebbero seriamente riflettere su un altro dato: a partire dal 2008, anno dell’unificazione fra la Indy Racing League (IRL) e Champ Car, ben dodici squadre, ultima delle quali il KV Racing, sono state costrette a dare forfait a causa di problemi di budget o di incapacità di affrontare un campionato in modo competitivo.
Beck Motorsports, squadra di proprietà di Greg Beck, ha lasciato la IndyCar nel 2009, seguita dal Vision Racing, il team fondato dall’ex proprietario di Indy Tony George. Il FAZZT Race Team tentò l’avventura in IndyCar nel 2010, ma a fine stagione cedette tutti i suoi asset allo Schmidt-Peterson. Nel 2011 lasciarono la serie il Conquest Racing, piccola squadra che ha corso in IndyCar fra il 2003 e il 2011, e un team storico quale Newman-Haas, mentre HVM Racing disputò l’ultima stagione nel 2012, per poi diventare team satellite di Andretti, salvo poi uscire del tutto di scena.
Dragon Racing ha corso in IndyCar tra il 2007 e il 2013, e proprio nella sua ultima stagione ha colto tre podi con Sebastien Bourdais. Tuttavia il team ha preferito lasciare la serie per approdare in Formula E, categoria dal maggiore appeal secondo Jay Penske. Sempre nel 2013 c’è stato l’addio di un team storico come Panther Racing, capace di portare al titolo nel 2001 e 2002 Sam Hornish jr e di arrivare per quattro volte consecutive al secondo posto (2008-2011, ndr) alla 500 Miglia di Indianapolis.
Dreyer & Reinbold ha dovuto dare l’addio alla IndyCar dopo la 500 Miglia di Indianapolis 2013 e più di 13 stagioni nella categoria a causa della cronica mancanza di fondi. Tuttavia la compagine è riuscita a ottenere delle partnership con altri team della serie, partecipando sempre alla Indy 500. Sarah Fisher formò una squadra nel 2008, partecipando dignitosamente a diverse stagioni di IndyCar, prima di fondere il team con quello di Ed Carpenter a fine 2014. Dopo una stagione, Fisher e Hartman hanno però deciso di andarsene, cedendo le loro quote del team a Ed Carpenter.
Bryan Herta ha debuttato con la sua compagine in IndyCar alla 500 Miglia di Indianapolis 2010, per ripresentarsi nella serie l’anno seguente, sempre in occasione della Indy 500, con Dan Wheldon, che riuscì a vincere clamorosamente la corsa. Dal 2012 Herta è entrato full time col suo team in IndyCar, ma dopo quattro stagioni non aveva più il budget per poter tenere in piedi la squadra: Herta diventa quindi team satellite di Andretti, e vince la 500 Miglia di Indianapolis del centenario con Alexander Rossi.