LONG BEACH – Mike Conway vince la seconda gara stagionale di Indycar davanti a Will Power ed un ottimo Carlos Munoz. Bravo e fortunato anche Montoya: il pilota del team Penske è terminato quarto risalendo dalla sedicesima posizione in griglia di partenza, riuscendo anche a lottare costantemente coi compagni di team Castroneves e Power. Deludono Andretti e Dixon.
Si parte, come in Formula 1, dai blocchi di partenza. Pronti via e Hunter-Reay, scattato dalla pole, riesce a tenere la prima posizione davanti ai francesi Bourdais e Pagenaud. Nelle retrovie soffrono i due di Chip Ganassi, con Kanaan in giornata no. Inizia la sua rimonta invece Montoya, che nelle battute iniziali infila in un sol colpo i compagni Power e Castroneves. Il colombiano è parso nettamente più in forma della prima uscita di St. Petersburg.
Fino alle prime caution, causate entrambe da Bourdais (due volte a muro in pochi giri) non ci sono grandi emozioni. Ma dopo il secondo pit-stop succede l’impensabile: Hunter-Reay ha già effettuato la sosta e davanti si ritrova Newgarden, appena uscito dai box. Il campione Indy 2012, nel tentativo di passare l’avversario, lo sperona, andando a coinvolgere nell’incidente anche Kanaan, Sato, Hinchcliffe ed il rookie Hawksworth.
Nuova caution e tutti ai box per il rabbocco di etanolo, tranne il campione Scott Dixon: il pilota di Ganassi è rimasto in pista portandosi dunque in prima pozione; scelta che non si rivelerà azzeccata. Green Flag e “suicidio” di Justin Wilson: l’ex pilota della Minardi tenta il sorpasso ai danni di Dixon, andando a muro. Chi approfitta di tutto il caos è Mike Conway, rimontando fino al secondo posto superando Power, che nel frattempo ha mandato a muro Pagenaud, combinando la seconda leggerezza in due gare.
Dixon non riesce ad arrivare a fine gara ed a due giri dalla fine è costretto a tornare ai box per uno splash/go, regalando di fatto la vittoria a Mike Conway. Secondo Will Power, terzo Munoz. Per Dixon solo la dodicesima piazza.
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