La IndyCar torna sul tracciato del Mid-Ohio per affrontare l’ultima tappa prima della pausa estiva che precederà il rush finale del campionato. Da quando è entrato a far parte del campionato, questo circuito è stato terra di appartenenza di Honda, del team Chip Ganassi Racing e in particolare di Scott Dixon che ha vinto ben 5 volte dal 2007 in poi. Ad interrompere questi domini ci ha pensato Simon Pagenaud, che dopo due mesi e mezzo di astinenza è tornato sul gradino più alto del podio. Il francese del team Penske ha riportato la propria squadra alla vittoria su questa pista dopo 8 anni e il motore Chevy sulla vetta della classifica dopo l’unica vittoria del trio Dixon-Ganassi-Chevrolet del 2014.
Il pilota francese che ha perso la leadership per diversi giri, a causa di una diversa strategia di altri piloti che ha avvantaggiato Mikhail Aleshin, ha ripreso la vetta della corsa all’85° giro dopo lo splash and go di Conor Daly, al momento leader. Per conquistare questo primo posto, però, Pagenaud ha dovuto lottare con Will Power che lo aveva sopravanzato dopo il secondo pit, il quale ha dovuto cedere il passo ad un inarrestabile compagno di squadra dopo la seconda caution.
Per l’australiano magra consolazione con una seconda posizione che lo porta a perdere 10 punti sul rivale in campionato. Terza posizione per Carlos Munoz che allevia le ferite di un week-end non eccezionale in casa Andretti.
Seguono Graham Rahal e James Hinchliffe rispettivamente in quarta e quinta posizione. Dopo l’ultimo Pit Daly è uscito in ottava posizione, ma il tamponamento di Sebastien Bourdais ai danni di Takuma Sato a tre giri dalla fine ha permesso allo statunitense di tagliare il traguardo al sesto posto. Dietro di lui Spencer Pigot e in ottava posizione Charlie Kimball con la prima vettura del team di Chip Ganassi, in evidente difficoltà in questo round, rispetto a quanto mostrato gli anni passati. Sato e Newgarden chiudono la classifica delle prime dieci posizioni.
Un’altra gara anonima per Juan Pablo Montoya che chiude all’11° posto e per la terza volta consecutiva non riesce ad accedere alla top ten a fine gara. Dietro il colombiano si è classificato Tony Kanaan in discesa libera nella fase finale della corsa per degrado delle gomme. Oltre a loro, tanti big occupano la parte bassa della classifica finale, infatti troviamo anche Andretti 13°, Castroneves 15° e Hunter-Reay in 18a e ultima posizione. Per l’americano un degrado gomme ancora più netto rispetto a quello mostrato dal brasiliano del Chip Ganassi Racing. La posizione bassa di Castroneves, invece, è dovuta ad un contatto tra lui e Scott Dixon al 15° giro, il quale ha portato all’esposizione della prima caution della gara e al ritiro del padrone di casa neozelandese a causa della rottura della sospensione anteriore sinistra. L’incidente, che non ha visto particolari danni sulla vettura del team Penske, è avvenuto nel tentativo di Dixon di sopravanzare Castroneves all’interno di curva due, passando addirittura sul cordolo. Per il campione in carica è il secondo ritiro in quattro gare.
Da annotare anche il 17° posto di Mikhail Aleshin che ieri ha avuto grandissime possibilità di portare a casa la sua prima vittoria in IndyCar. Il russo, però, ha dovuto rinunciare a questa chance dopo un contatto durante la terza sosta mentre lui si apprestava ad uscire dalla piazzola di sosta e Newgarden a raggiungere la propria.
Il prossimo appuntamento della IndyCar è fissato per il 21 luglio con la 500 miglia di Pocono su cui lo scorso anno a dare il meglio di se fu Ryan Hunter-Reay.