Poco tempo fa vi abbiamo parlato della possibilità che la Indycar possa inaugurare una Winter Series per il 2015. A tal proposito sono iniziati ad arrivare i pareri dei team principal della serie americana. I piccoli team spingono per l’inaugurazione dlla Winter Series, che sarebbe un toccasana per i bilanci delle compagini meno importanti e un modo per attirare sponsor e piloti europei. Le grandi squadre, invece, sono più guardinghe. Di seguito vi riportiamo le dichiarazioni di alcuni team principal.
Mike Hull (Ganassi): “Dobbiamo vedere meglio i dettagli dell’operazione. Finora abbiamo letto solo ciò che è circolato su Internet. Da quello che abbiamo capito, la Winter Series partirebbe nel 2015, quindi ci sarebbe tutto il tempo per prepararsi e conoscere i pro e i contro, ma non siamo soddisfatti del fatto che la stagione 2014 termini prima di quanto dovrebbe. Non credo che correre Oltreoceano possa portarci molto lustro per via del fuso orario. Magari nuove opportunità di sponsor: questo sì, ma se fossi in un appassionato di Detroit, non credo che seguirei una gara in Cina in diretta.”
Sarah Fisher: “Noi vorremmo gareggiare sempre, quindi credo che la priorità debba essere quella di far crescere la nostra serie. Se questa fosse la via da seguire, non avrei problemi ad adeguarmi. Tuttavia è ovvio che avere uno stacco di sei mesi tra una stagione e l’altra ci rende le cose difficili dal punto di vista finanziario, e non è bello neppure per i fan, quindi credo che sia una strada che valga la pena esplorare.”
Tim Cindric (Penske): “Penso che tutto dipenda dalle sedi, oltre che dall’organizzazione. E’ chiaro che l’obiettivo è quello di metterci in mostra anche negli altri sei mesi dell’anno. Dobbiamo trovare un modo per generare nuove entrate e dobbiamo trovare un modo per tenere alta l’immagine del nostro sport. Penso che la Winter Series possa essere una buona soluzione se viene attuata nel modo corretto, andando a correre nei posti giusti.”
Bryan Herta: “Sono una persona “da corsa”, e più gare ci sono, meglio è. Si tratta solo di avere un buon business alle spalle per realizzare il progetto. Se riusciamo a fare questo, allora credo che sarà tutto perfetto. Barracuda è un’azienda di stampo internazionale ed è molto contenta quando andiamo a correre in Brasile, e i vertici della società erano molto elettrizzati quando è sorta la possibilità di andare a gareggiare in Cina. I nostri sponsor competono nel mercato mondiale, e vedono le corse oltre i confini dell’America come un valore aggiunto, anche se questo non vale per tutti i team.”