Quest’oggi, in quel di St.Petersburg, parte ufficialmente la stagione Indycar 2015. Un anno che si preannuncia emozionante, con la grande novità degli aerokit di Chevrolet e Honda e la pessima notizia delle sole 16 gare, complice l’annullamento della gara di Brasilia e il forfait di Houston, l’anno scorso sede di un double header. Fa il suo debutto in Indycar la pista del NOLA, molto apprezzata dai piloti nei test svolti a Febbraio.
Si arriva a St.Petersburg con alcune incognite, ma anche con molte certezze. La certezza è innanzitutto il potenziale del team Penske, che quest’anno potrà contare su quattro piloti di talento indiscusso, quali Power, Castroneves, Montoya e Pagenaud, capaci di garantire a Roger Penske quel potenziale tecnico-umano necessario per puntare sempre a vincere, che si corra su un ovale o su un circuito tradizionale. Il campione in carica Will Power vuole confermarsi, e da quanto fatto vedere nei test pre-campionato ha tutte le carte in regola per riuscire nell’intento. Il pilota australiano dovrà però stare attento a Pagenaud, che dopo diverse stagioni col team Schmidt-Peterson è approdato alla corte di Roger Penske per fare quel salto di qualità definitivo che tutti gli addetti ai lavori gli augurano.
Vanno tenute sicuramente d’occhio anche le altre due grandi squadre della Indycar, cioè Ganassi e Andretti. Il team di Chip Ganassi può contare su un fuoriclasse come Dixon e su un pilota esperto, ma ancora velocissimo sugli ovali, quale è Tony Kanaan. Sulla terza vettura ci sarà ancora Kimball, mentre la grande novità del team Ganassi è Sage Karam. Giovane, talentuoso e velocissimo, Karam ha la stoffa per giocarsela alla pari con i migliori. Al momento però ha un contratto solo per la prima gara di stagione, anche se le possibilità che il suo impegno in Indycar non sia una tantum ci sono. Il team Andretti potrà invece contrare su Ryan Hunter-Reay, Munoz e Marco Andretti, più Simona De Silvestro per St.Petersburg.
Schmidt-Peterson punta invece sulla voglia di riscatto di Hinchcliffe e Jakes, col primo certamente più indicato per puntare a piazzamenti di prestigio. CFH Racing invece punta su Newgarden e sul nostro Luca Filippi. Il pilota italiano disputerà tutte le gare sui circuiti cittadini e tradizionali, mentre nelle corse su ovale lascerà il volante a Ed Carpenter. Filippi ha la velocità per mettersi in luce, tuttavia deve evitare di farsi prendere dalla quella voglia di strafare che in passato lo ha portato a commettere degli errori e a finire delle gare contro il muro.
Qualche buon risultato lo potrebbe cogliere anche il KV Racing, che schiererà il confermato Bourdais e il rookie Coletti, che nei test ha mostrato di essersi calato nel migliore dei modi nella realtà americana. Il team Foyt punta invece a migliorare il pessimo 2014, e per farlo ha deciso di schierare una vettura in più rispetto alla passata stagione: accanto a Sato ci sarà Jack Hawksworth, reduce da un’annata discreta col team di Bryan Herta. Lasciato partire Hawksworth, il team Herta ha deciso di puntare su Gabby Chaves, vincitore del campionato Indy Lights 2014. Il Rahal Letterman Lanigan Racing porterà in pista solo una DW12 motorizzata Honda, e spetterà a Graham Rahal il compito di portarla più in alto di quanto fatto l’anno passato. Dale Coyne è la squadra che ha aspettato di più ad annunciare i suoi piloti, e al momento appare la compagine della Indycar con le minori possibilità di ben figurare. Nelle prime quattro gare del campionato Dale Coyne si affiderà a Carlos Huertas, l’anno scorso evanescente, salvo la sorprendente vittoria a Houston 1, e all’italiano Francesco Dracone. Per Dracone si tratta di un ritorno in Indycar, dopo le due gare disputate nel 2010 col Conquest Racing. La nuova avventura in Indycar dell’italiano dovrebbe però essere limitata solamente alle prime quattro corse, con un nuovo pilota pronto a subentrare sulla vettura numero 19 del team Dale Coyne a partire dal Gp di Indianapolis.