Il 2018 è l’anno delle novità nella Verizon IndyCar Series. La categoria a stelle e strisce ha finalmente modificato il look della sua monoposto, la DW12, installando un kit aerodinamico uguale per tutti e prodotto dalla Dallara al posto degli aerokit dei motoristi. Nuovi anche i freni, con tutto il materiale di provenienza PFC. E a St.Petersburg hanno fatto il loro debutto anche i led lights di nuova generazione.
Come gli appassionati di IndyCar ricorderanno, nel 2015 la serie presentò per la prima volta sulle monoposto dei display in grado di fornire in tempo reale alcune informazioni riguardanti tutte le vetture in pista. Per permettere agli spettatori di comprendere maggiormente tutto ciò che accadeva durante la gara, sulla DW12 era stato installato un piccolo schermo sul quale veniva indicato la posizione in classifica del pilota. Non solo: un impulso faceva diventare la luce di colore verde per indicare l’utilizzo del push to pass, evidenziato anche dalla comparsa delle lettere ‘PP’. La IndyCar aveva poi messo a disposizione la possibilità di visualizzare in tempo reale la durata dei pit stop senza dover trasmettere delle grafiche apposite durante la trasmissione di una gara.
Quest’anno la IndyCar ha chiesto a Jon Koskey, capo del dipartimento tempi e punteggi, di esplorare nuove opzioni per l’uso dei led lights. Il risultato del lavoro di Koskey è la realizzazione di un nuovo pannello, composto da più di 1000 led e in grado di trasmettere tante informazioni in più rispetto al passato. Durante i test di Phoenix, nel momento in cui veniva esposta una bandiera gialla o rossa, si poteva vedere il led cambiare colore per indicare la presenza di una situazione di pericolo in pista. Su alcune vetture si sono potuti apprezzare i nomi dei piloti e la bandiera della loro nazione. In altri casi veniva trasmessa in presa diretta la velocità della macchina, la marcia utilizzata e il logo del motorista.
“La prima versione del led era molto tradizionale e aveva un range di utilizzo limitato – ha spiegato Koskey a Racer.com – Il nostro intento era quello di mettere sulla macchina qualcosa di diverso, rispettando dei dettami sulle dimensioni. Abbiamo scelto di realizzare un display a matrice di punti, di 38×35 pixel. Poi vanno caricate delle immagini, e ne abbiamo tantissime a disposizione. Abbiamo un archivio di gara dal quale peschiamo ciò che serve. Per esempio; quando viene cantato l’inno nazionale prima della gara, su tutte le macchine compare la bandiera americana. Durante il giro di riscaldamento verrà trasmessa la bandiera corrispondente alla nazionalità del pilota che guida la monoposto. Con un giro record, possiamo caricare il tempo sul giro col colore viola. Il cielo è il limite”.