INDIANAPOLIS – Il vento l’ha fatta da padrona nell’ultimo giorno di test della IndyCar sull’ovale di Indianapolis. Nella giornata di prove riservata ai piloti scelti dai costruttori Honda e Chevrolet, tutte le vetture scese in pista hanno dovuto lottare contro raffiche di vento molto potenti, che hanno influenzato il lavoro di tutti quanti. Per fare un esempio, l’AJ Foyt Racing ha preferito terminare prima i test a causa delle condizioni atmosferiche molto difficili.
Nonostante la scelta fatta dalla squadra, Kanaan è riuscito lo stesso a terminare i test con il miglior tempo. Il pilota brasiliano, che era già stato al top della classifica nel primo giorno di prove con ben ventun piloti in pista, ha percorso un giro molto veloce a 226.7 miglia orarie di media. Kanaan ha ottenuto questo tempo seguendo una monoposto davanti a lui, e ha perciò usufruito dell’effetto scia. La seconda miglior prestazione l’ha fatta Ed Carpenter, mentre in terza posizione si è piazzato Chaves. Tutti questi piloti sono spinti da motore Chevrolet. Per trovare un motorizzato Honda bisogna scendere alla quarta posizione, dove c’è Wickens.
Sesto tempo di giornata per Danica Patrick. Dopo i problemi tecnici avuti martedì nei test riservati ai refresher, la pilota dell’Ed Carpenter Racing ha avuto una giornata più tranquilla, e ha potuto svolgere il suo programma di lavoro senza troppi affanni. La prima donna a vincere una gara in IndyCar ha mostrato dei progressi tangibili nel suo secondo giorno consecutivo di test, riuscendo a trovare il limite con più semplicità. Ieri Patrick ha percorso il suo miglior giro a 220.8 miglia orarie di media, contro i 218.5 del giorno prima.
In questi test di avvicinamento alla 500 Miglia di Indianapolis non hanno particolarmente brillato i piloti del Chip Ganassi Racing. Jones e Dixon hanno ottenuto solo l’ottavo e nono tempo, ma il quattro volte campione IndyCar non è parso per nulla turbato e ha spiegato alla stampa: “Qui utilizzare il boost comporta un vantaggio di circa 6-7 miglia orarie di media al giro. Nessuno può sapere con quale mappatura del motore hanno girato i vari piloti. Penso che solo nel Fast Friday avremo un’idea più precisa sui valori di forza a Indianapolis”.