Sam Schmidt, co-proprietario del team Schmidt-Peterson di Indycar e Indy Lights, è un uomo navigato delle corse e il suo obiettivo è quello di portare al top della Indycar la sua squadra, ma è anche preoccupato per il vertiginoso aumento dei costi della categoria.
“Sono una delle persone più ottimiste nel paddock, e sono felice del momento vissuto dalla Indycar, con l’aumento degli spettatori e dei ratings televisivi, ma non penso che il trend crescente stia tenendo il passo con l’aumento dei costi,” ha ammesso Schmidt, citato da motorsport.com. “La Honda vuole 250.000 dollari in più quest’anno e altrettanti l’anno prossimo per restare in Indycar, il prezzo delle gomme aumenterà, e poi ci sono gli aerokit. Non riesco a vedere dei benefici portati dall’introduzione degli aerokit ed è difficile arrivare a coprire i costi. Magari chi gestisce la baracca capisce questo concetto, ma poi temo che guardino al fatto che a Sonoma c’erano 25 macchine in griglia, e quindi possano pensare che tutto vada bene in fin dei conti. Ma la copertura finanziaria di certe macchine era fragile. Se non fosse per la passione, o per la stupidità, chiamatela come volete, dei team owners, sarebbe tutto molto diverso. Se decidessimo di smetterla di scialacquare denaro, la Indycar si ritroverebbe in fretta con una quindicina di monoposto.”
Sul fronte del budget del team Schmidt-Peterson sono comunque arrivate delle buone notizie. E’ stata infatti ufficializzata l’estensione della partnership con la Arrow Electronics fino al 2018. Arrow sarà lo sponsor principale della vettura numero 5, quella di James Hinchcliffe.