Un mito che rimarrà intatto per sempre, ecco come possiamo descrivere Enzo Ferrari. Un’intera vita dedicata alle corse, un’intera vita dedicata alla sua creatura che ha sempre protetto e difeso con tutto se stesso. Il Drake non era una persona qualunque e fa parte di quel gruppo di gente che verrà ricordata per sempre. Domani sarà il venticinquesimo anniversario della morte del forse più grande personaggio sportivo del nostro tempo, un uomo capace di creare dal nulla una scuderia vincente e ricca di tradizioni. Da Jody Scheckter a Jacky Ickx, passando per Villeneuve e Mansell, senza dimenticare il grande Nuvolari e la grande scommessa Alboreto. Le idee di Ferrari erano chiare: bisognava vincere e tutto il team doveva lavorare al 110%. Per far questo Ferrari prendeva con se soltanto il meglio, puntando sempre su gente affiatata e con fame di vittoria. Gli unici aspetti fondamentali erano lo stile, il rispetto del marchio (chiedere a Prost) e la capacità di fare gruppo. La cosa che più sorprende era il clima all’interno della scuderia dato che il Drake era riuscito a formare un’alchimia perfetta, con i tecnici che erano in grado di lavorare tantissime ore senza sbattere ciglio. Un clima che resiste tutt’ora all’interno della scuderia, anche se in maniera meno decisa.
Le sue vetture non dovevano essere solamente potenti, ma agli occhi di tutti dovevano sembrare anche eleganti. Un mix perfetto a cui lui ha sempre dedicato particolare attenzione, come del resto a tutto ciò che avveniva all’interno della fabbrica. “La macchina da corsa per me è come un figlio. Il figlio rappresenta la continuità di noi stessi, lei lo porta a scuola e il giorno che riesce negli studi, che è il primo della classe, lei è orgoglioso di lui. Capita quello che per un costruttore realizzare trasformando una materia informe, dei forgiati, in una meccanica vivente, in una armonia di suoni. La vittoria più importante è sempre quella che deve venire. Io non ho avuto la possibilità di studiare, mi sono fermato a quella che una volta era la terza tecnica, che oggi equivale alla terza dell’obbligo. Però nella vita mi sono sempre contornato di persone molto colte, capaci e soprattutto pervase dal desiderio di avere successo. L’amore per l’automobile è la prima qualità che io dovevo scoprire nel mio interlocutore prima di assumerlo”.
Ricordare Ferrari è come ricordare la storia. Che sia Cina, Arabia o Europa, il mito del Drake rimarrà immutato nel tempo. Un semplice ragazzo venuto dalla campagna che ha trasformato il suo sogno in realtà. Un brand che attualmente è leader nel mercato con una propria autonomia finanziaria, capace di vincere in palcoscenici internazionali e di stupire migliaia e migliaia di gente. Forse con Ferrari ancora vivo la scuderia non sarebbe in questa situazione di crisi tecnica e qualche personaggio non porterebbe i colori della Rossa, ma è comunque difficile dirlo. Domani ricorderemo l’uomo che ha reso possibile tutto ciò, un uomo che difficilmente sarà dimenticato, la persona che ha creato il mito Ferrari.